Asti, indagini e misure restrittive cautelari per associazione a delinquere a fini di riciclaggio, contraffazioni e frode commerciale in quattro province piemontesi ed altre Regioni italiane


Il 10 dicembre 2020 Carabinieri del N.A.S., Finanzieri del Comando Provinciale di Asti e
militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cuneo, in piena collaborazione ed
ognuno per gli aspetti di propria competenza, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di 9
misure cautelari personali (5 arresti domiciliari e 4 obblighi di dimora) emesse dal G.I.P.
del Tribunale di Asti, effettuando contestualmente 21 perquisizioni personali e domiciliari
in quattro province del Piemonte e in provincia di Genova, Treviso, Pesaro-Urbino,
Milano, Roma e Brindisi, su delega della Procura della Repubblica di Asti per i delitti di
cui agli articoli 416, commi 1, 2 e 5 c.p., (associazione a delinquere) 648 bis (riciclaggio) e
648 ter (auto-riciclaggio) c.p., 468 c.p.(contraffazione altri pubblici sigilli,) 515 c.p., 517 bis
c.p. (frode nell’esercizio del commercio di bevande), 517 quater c.p. (contraffazioni di
indicazioni geografiche o denominazioni di origine alimentare) nonché artt. 2, 5, 8 e 10 del
D. Lgs. 74/2000 (utilizzo/emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa
dichiarazione e distruzione di scritture contabili) nei confronti di un sistema di
contraffazione di pregiati vini italiani, organizzato a livello internazionale.
L’attività investigativa diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti ha
permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati quali componenti di
un’associazione a delinquere, attiva dal 2016, operante prevalentemente nel territorio
dell’astigiano, finalizzata alla produzione di indicazioni geografiche o denominazioni di
origine di prodotti agroalimentari contraffatti- ed in specie, vino quali TIGNANELLO,
SASSICAIA, SITO MORESCO, AMARONE DELLA VALPOLICELLA , VALPOLICELLA
SUPERIORE RIPASSO 2015 ed altri- dalla vinificazione all’ imbottigliamento ed alla
successiva commercializzazione, principalmente in territorio elvetico, ai danni di
prestigiose case vitivinicole italiane di livello internazionale, quali : GAJA S.S. Agricola,
Marchesi ANTINORI S.p.A., Tenute San Guido S.p.A., ORNELLAIA E MASSETTO Società
AGRICOLA S.r.l.
L’attività di indagine è stata effettuata in modo sinergico dal Nucleo PEF della Guardia di
Finanza di Asti, dai Carabinieri della Compagnia di Alba, dal Nucleo Investigativo di
Cuneo, dal Nucleo Repressione Frodi Ministero politiche agricole di Asti e dai Carabinieri
del N.A.S. di Alessandria.
Inoltre si è avuta la collaborazione dell’Autorità Giudiziaria della Repubblica Elvetica del
Canton Ticino per i profili di competenza territoriale che ha permesso di evidenziare come
il sodalizio abbia commercializzato, nel periodo 2016 – 2018 oltre 54.000 bottiglie di vino
contraffatto verso il mercato elvetico, tale da consentire un cospicuo provento illecito
(nell’ordine di circa 932 mila euro), oltre a monopolizzare quel mercato, vendendo falsi
vini pregiati, normalmente difficili da reperire, a prezzo assolutamente competitivo ed in
grande quantità.
Con l’esecuzione di perquisizioni personali e locali in tutto il centro nord Italia nel giugno
2018, sono state sequestrate complessivamente 15000 bottiglie di vino contraffatto, 19 cliché,

10600 etichette singole, 8393 contrassegni di stato per vini a DOC e DOCG, 165320
capsule di chiusura per bottiglie con marchi o loghi aziende vitivinicole, oltre a 200 kg di
sostanze vietate in uso enologico (aromi, sciroppi e coloranti) per un valore di rivendita al
dettaglio di oltre 200 mila euro. In precedenza, le indagini hanno consentito di sequestrare
al confine con la Svizzera ulteriori 4884 bottiglie di vino contraffatto.
L’attività in rassegna è stata orientata alla tutela della concorrenza e del sistema imprenditoriale

sano, allo stato fortemente provato dalla sensibile contrazione dell’economia dovuta all’attuale

emergenza sanitaria, nonché del Made in Italy agroalimentare e dei consumatori, potenziali

destinatari di prodotti privi dei requisiti minimi di qualità e sicurezza.

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