LA LETTERA – Dad (Didattica a distanza): una docente, e mamma disperata, ci scrive: “E’ violenza ‘di massa’ su bimbi, adolescenti e genitori”


La ministra della Pi Azzolina.

 

La mia esperienza  di insegnante – dice la prof. G.R. di Ancona – in una scuola secondaria di primo grado, e anche di mamma di uno studente di scuola superiore, mi ha portato a considerare che “Didattica in presenza, didattica a distanza, didattica digitale integrata, oltre che  didattica digitale integrata e individuale…” sono il frutto di esagerazioni tecnocratiche che stanno uccidendo del tutto la nostra Istruzione e la comunicazione dal vero.

La mia situazione è di precarietà assoluta per i due ruoli svolti: quella di mamma e di insegnante. Ma lo è anche dei ragazzi “vessati” e dei genitori succubi.

Mio figlio è alle prese con la Dad perché frequenta il liceo come anche i suoi compagni. Vorrei dirvi chiaramente quanto sto vedendo dall’alto della mia posizione.

La mia scuola ha sempre lavorato in presenza, anche perché abbiamo avuto solo qualche caso di Covid 19 e a scuola siamo andati tutti i giorni

 

Abbiamo fatto didattica digitale ma solo agli studenti in isolamento domiciliare con piccoli collegamenti durante le lezioni perché non  perdesse il contatto con i compagni (la legge infatti questo dice: solo nei casi di emergenza e di salute si può lavorare on-line.

La presa in carico da parte della Asl, quando si è verificato un caso di covid nella mia classe, mi ha in parte confortato perché mi sono vista tutelata.

Pe un secondo caso ci hanno fatto il tampone e anche per il terzo…, poi ho scoperto che in caso di focolaio i docenti avrebbero dovuto lavorare in classe in attesa di esiti perché gli insegnati sono considerati lavoratori di “utilità pubblica”. Ma i ragazzi della prima infanzia e adolescenza come possono stare da soli in casa alle prese con la Dad? Un assurdo!!! E’ anzi ritengo un fatto illegittimo sotto ogni aspetto anche perché i bambini sono sotto la tutela dell’Onu e quella della Dad rappresenta una “violenza di massa” vera e propria.

Un rischio zero per la riapertura delle scuole non esiste e i ragazzi possono contrarre il virus anche a casa o fuori.

In classe le regole invece ci sono e si rispettano.

Quindi la frequenza e l’attività in presenza sono indispensabili altrimenti i ragazzi di questa generazione avranno gravi lacune, anche di tipo sociale e psicologico.

Gli studenti in atto a casa sono costretti dai “docenti” (e attraverso un freddo schermo) a stare in Dad per 5 o 6 ore, violando in forma eclatante i diritti dell’infanzia, dell’adolescenza primaria e secondaria riconosciuta dalle Nazioni Unite con lezioni che non sono affatto proficue per la crescita e per la comprensione.

La Dad fa persino perdere i diritti alla socializzazione ma anche i contatti coi compagni e il vero mondo della Scuola.

Ma poi, quello che studi, se riflettiamo bene, nella vita non so quanto possa valere se poi magari andrai a svolgere un lavoro che non c’entra nulla con ciò che hai studiato. Anche perché l’Orientamento nell’istruzione è l’araba fenice. Non esiste.

Ed è così che le intelligenze vere vengono mortificate. Il nostro Paese in tal modo rinnega anche l’antica cultura del nostro orgoglioso popolo che perdura da millenni e ha fatto scuola, e la fa ancora, nel mondo intero.

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