Lettera al giornale: in Italia, e non solo, bisognerebbe festeggiare anche la data della caduta del “Muro di Berlino” del 9 novembre del 1989


— Foto: quando cadde il “Muro di Berlino” —

 

La storia di uno degli eventi più significativi del XX secolo, che portò dall’opposizione al regime della DDR fino alla caduta del muro, nel 1989, ci ha consegnato un panorama  Europeo che ha aperto la strada all’odierno.

Enormi sono gli archivi e i documenti, in Germania e altrove in Europa, che riguardano la resistenza all’interno della Repubblica Democratica Tedesca – scrive il nostro lettore – eppure in Italia non se ne fa cenno come se qualcuno ha voluto rimuovere il grande evento (una rivoluzione, anzi una controrivoluzione ad ogni effetto).

Una rivoluzione che portò alla caduta del “Muro di Berlino”. In una mostra fotografica è disponibile un’audioguida da 45 minuti in quattro lingue (fra le quali l’Italiano). I file dell’audioguida sono disponibili anche online per chi desiderasse documentarsi prima di visitare la mostra. E’ gestita da Robert-Havemann-Gesellschaft e offre visite guidate di gruppo, spesso con testimoni dei fatti che vengono raccontati nelle foto, ma questo servizio è al momento sospeso a seguito delle disposizioni di sicurezza per il contenimento della pandemia.

E il nostro lettore, che vuole mantenere l’anonimato, dice altro: in Italia, Paese che aveva un consistente numero di comunisti foraggiati con vagonate di rubli da Mosca per lunghissimi anni, quest’evento (la caduta del muro) dovrebbe essere festeggiato come si fa con la “Giornata della memoria di oggi” con la quale si ricorda l’eccidio nazista degli Ebrei nei campi di concentramento tedeschi d’allora. Ma degli eccidi dei Gulag sovietici nessun ex comunista parla perchè erano affiliati all’ex Urss. Eppure la storia è chiara e non si può politicizzare un evento a scapito dell’altro altrettanto grave se non più per strumentalizzarlo con tanta enfasi.

Nota di Redazione

La caduta del muro di Berlino avvenne il 9 novembre del 1989, 31 anni fa. Il nostro Paese ricorda quella data come il “giorno della libertà” ma non la si festeggia; si commemora quella lunga notte quando i cittadini di Berlino Est e Ovest scalarono il Muro per riabbracciarsi  e non separarsi mai più. Quelle immagini sono rimaste impresse nella memoria collettiva tedesca e del mondo intero come la fine di quell’epoca di divisioni, spionaggi e conflitti che furono i frutti avvelenati della Guerra Fredda, un periodo da incubo durante  il quale il nostro Paese pagò a caro prezzo l’ideologia sovietica folle di quei tempi.

Del muro oggi restano solo sei punti in varie zone di Berlino per la visita dei turisti che conoscono quella brutta vicenda della negazione della libertà nei Paesi del blocco sovietico aderenti al Patto di Varsavia. E tutti al mondo conoscono quella storia.

 

 

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