Mario Draghi, uno squarcio di luce tra le tenebre


 

Ci perdoni Giovanni Arpino se abbiamo voluto parafrasare nel titolo di quest’articolo la parola “tenebre”, proprio in memoria dell’antico significato che lui ha saputo dare al suo romanzo “Azzurro tenebra”, in cui raccontava la disastrosa partecipazione della Nazionale Italiana al Campionato del Mondo 1974 in Germania Ovest. Già, abbiamo trovato parecchie analogie con la situazione politica italiana di oggi, in cui il termine “disastro” si associa alle malefatte di una politica impreparata a eventi di grande portata, che hanno oscurato il nostro Paese tra le tenebre, appunto. Detto questo, desideriamo commentare la novità che era nell’aria ma che nessuno faceva riferimento per chissà quale scaramanzia, del nome di Mario Draghi quale incaricato dal Presidente Mattarella a formare il nuovo governo. Diciamo subito che nessuno ha la bacchetta magica e men che meno in una simile situazione di assoluta confusione, in cui trovare il bandolo della matassa diventa davvero operazione complicatissima. Tuttavia, con riferimento al desiderio comune di cercare di formare un governo di alto profilo in una situazione in cui sono emerse incapacità, lotte personali e veleni che hanno sprofondato un’Italia posta già da troppo tempo sul ciglio del precipizio, è davvero urgente. Si badi bene che questo nostro giudizio sull’attuale situazione politico – sociale, sanitaria ed economica dell’Italia, non deve essere scambiata come semplice visione di oscurantistico pessimismo, ma deve essere considerata come una realtà che si affaccia in maniera lampante davanti ai nostri occhi. E alla luce di quanto detto, riteniamo che il Prof. Mario Draghi sia davvero la persona giusta per cercare di mediare con capacità, saggezza e competenza economica sviluppata in tanti anni a livello internazionale, i vari scontri tra coalizioni di partito ridotte ormai miseramente a metaforici spintoni per conquistare la supremazia del Potere. Nato a Roma il 3 settembre 1947, il Prof. Mario Draghi è un economista accademico, banchiere e dirigente pubblico. Formatosi all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e specializzatosi al MIT di Cambridge, già professore universitario, negli anni novanta diventa alto funzionario del Ministero del Tesoro. Nel 2005 è nominato Governatore della Banca d’Italia divenendo membro del Financial Stability Forum, del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca Centrale Europea e membro del Consiglio di Amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali. Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca Centrale Europea durante la crisi del debito sovrano europeo e ha preservato l’Euro. Oggi lo ritroviamo in questo ennesimo incarico di fiducia per “salvare” l’Italia stravolta da una montagna ripida, carica di problemi mai risolti e tutta in salita, da percorrere con estrema saggezza di relazione. Tutto ciò, naturalmente, al di là di ogni riferimento a un eventuale – totale – formazione di ministri tecnici o suddivisi tra tecnici e politici, la sostanza è quella che ci preme maggiormente in un’Italia in piena emergenza pandemica che non ha più tempo da perdere. Troppo se n’è già perso tra parole, proclami e tante sciocchezze da basso cortile. L’Italia ha bisogno di eleganza, stile e consapevolezza nei propri mezzi, mentre la gente perde la vita, il lavoro ed è alla deriva di troppe cose che non vanno. Certo, non vogliamo caricare il Prof. Draghi di responsabilità eccessive, nel trovare una situazione aggravata da antiche incapacità politiche e voragini difficili da colmare, nel non sapere amministrare il nostro Paese. Lui non può e non deve essere considerato come il salvatore della Patria ma, più semplicemente, come una figura in grado di procedere con grande oculatezza culturale e politica, nello sforzo per nulla facile di formare un nuovo governo che garantisca in qualche modo un lavoro serio, qualificato e, soprattutto, capace di ridare ossigeno ai tanti settori sanitari, economici, finanziari, scolastici e tanto altro, che alzando le mani al cielo chiedono aiuto. Tutto questo è rivolto a chi, ancora oggi, è prevenuto contro un eventuale governo di tecnici o misto di politici. Non importa, perché tanto altro è il vero problema dell’immediato.

Salvino Cavallaro

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