Il programma di Draghi è delineato: riforma della Scuola,Ue, vaccini, sviluppo e lavoro. Progetti a tutto campo, interventi radicali sulla Giustizia, sulla burocrazia asfissiante e sulla Pa. Ciò che l’Europa e il mondo ci chiedono da tempo


— A cura di Giuseppe Stella e di Emilio Oliviero Scali —

 — Agenzia di Stampa Agim —

La nuova maggioranza, allargatissima, con l’autoesclusione della sola Meloni (che persevera nell’errore), inizia a prendere forma con l’esame dei vari contenuti, ad iniziare proprio dalla Scuola con la quale si sono perse settimane e settimane di tempo ad inseguire il mito di un’improbabile insegnamento attraverso la famigerata Dad, assolutamente inefficace e improduttiva ad ogni livello, inadeguata.

 

Il Coronavirus 19 ha depredato infatti l’Istruzione e ha tenuto la totalità di studenti da ogni forma di apprendimento diretto e veramente efficace, l’unica forma di didattica che può dare qualche frutto…

Draghi intende infatti rivedere il calendario scolastico e si parla già di far slittare la conclusione dell’anno in corso a fine giugno o a luglio (per recuperare il tempo perduto).

Per il prossimo settembre i professori dovranno essere tutti in cattedra, un annoso problema che a causa di una burocrazia elefantiaca si trascina da anni e anni in qua.

La priorità importante è anche quella di procedere speditamente con le vaccinazioni senza perdere nemmeno un giorno di tempo prezioso per immunizzare la popolazione.

Un punto focale è pure quello di creare posti di lavoro, visto che se ne stanno perdendo a tutta forza nell’intero Paese e in particolare al Sud. Il Reddito di Cittadinanza è stato un miraggio e un sonoro fallimento e lo Stato non ha garantito nulla. Anzi ha solo fatto prendere soldi a sbafo a spacciatori, boss, terroristi e truffatori seriali, a gente che persino girava e gira per le strade con macchine da 100 mila euro e passa e a personaggi ricchi. Le cronache parlano chiare, ciò che ai grillini pare non interessare affatto, visto che continuano a difendere una misura che appare sempre più come voto di scambio e che sta producendo danni erariali miliardari a danno del Paese e di tutti i cittadini. Anche quota cento è stata una legge che ha fatto danni e che andrebbe cancellata alla radice perché antieconomica.

Avremo una ripresa lenta ma bisogna darsi da fare per cercare di agevolarla al massimo con investimenti mirati e adeguate politiche occupazionali con le imprese da tutelare che dovranno rinnovare i loro impianti e strutture.

Il programma guarda in particolare all’Europa per il rilancio del nostro Paese che ha bisogno di approntare con accuratezza certosina e praticabilità fattiva le riforme di Fisco, Pubblica Amministrazione, Giustizia (la prima in lista) e la Scuola in particolare, che, come già detto, necessita di un progetto-riforma serio, organico e consistente, del tempo pieno e di una massiccia semplificazione dei programmi e dei libri di testo (assolutamente ambedue inadeguati), ma pure di interventi mirati contro il grave fenomeno della dispersione scolastica che al Sud e in Sicilia, ma anche in Sardegna e altrove ha raggiunto preoccupanti fenomeni e colpisce le fasce più deboli delle famiglie e della società (la cosiddetta povertà culturale e formativa).

Insomma il Paese va rilanciato velocemente, efficacemente e con sistematicità cronologica.

Le riforme non sono più rinviabili di un solo giorno e bisogna fare bene e in fretta. E’ necessario agire subito, senza perdere più un solo minuto in battibecchi che di politica non hanno più nulla e che invece servono ai partiti per la corsa smodata alle poltrone. Ma anche qui ci sono scelte da fare, scelte che guardino alle reali capacità teorico-operative dei ministri, cosa non facile da realizzare in un Parlamento fatto di persone scelte a casaccio da certi partiti particolari (e si capisce quali) senza che abbiano mai maturato forme di empirismo che valgono molto di più di lauree e studi scolastici.

 

Tra i principali TEMI INDIVIDUATI DA DRAGHI
spicca la riforma della Pubblica Amministrazione mai toccata in questi tre anni circa di grillismo di maniera privo di contenuti, e questo affinché il Recovery Plan dispieghi realisticamente, e non sulla carta e nelle intenzioni, i suoi effetti produttivi e di rilancio.

Anche il Fisco è tra le priorità: riforma organica e strutturale come quella che riguarda la giustizia civile ma anche quella penale (causa di forti attriti) che però non è stata ancora neppure citata proprio per divergenze abissali e giustizialiste di un becero grillismo di maniera.

E’ implicito che l’emergenza sanitaria ha portato con sé quella sociale ed economica perché ad esempio il blocco dei licenziamenti scade a fine marzo e si rende necessario proteggere le persone che saranno interessate al grave problema, che non è di poco conto.

Si dovranno riaprire i cantieri e investire sulla produttività e sullo sviluppo per creare nuovi posti di lavoro, compensando così quelli andati perduti (una voragine vera e propria).

L’ambiente interesserà ogni intervento e come detto la Scuola, sinora considerata la Cenerentola sociale; sarà un’altra priorità assoluta poiché se l’Istruzione non si adegua e progetta una riforma globale e sostenibile, profonda e adeguata ai tempi, con revisione dei programmi, dei libri di testo (molto farraginosi), metodologie didattiche innovative e alla portata di tutti, e tanto altro ancora, il nostro Paese non potrà fare i necessari passi avanti per sconfiggere la grave crisi di crescita culturale. E anche in questo settore è necessario investire risorse con una Scuola che sia a tempo pieno per tutti e che faccia lavorare in classe gli studenti coi professori chiamati a seguirli anche per lo svolgimento dei compiti e la personalizzazione dell’insegnamento, maggiormente curato e personalizzato, ragazzo per ragazzo.

 

Abbiamo già scritto che Fratelli d’Italia è fuori, ma il fronte dei sì è larghissimo e il secondo giro di consultazioni va avanti. Il tutto si dovrebbe concludere tra giovedì e venerdì prossimi quando Draghi andrà da Mattarella per trarre le conclusioni. Governo più tecnico con meno politici o viceversa? Già sin d’ora si percepisce aria di grillismo che come al solito si appalesa litigioso al suo interno con fronde che non accettano persino il governo Draghi o la presenza di Lega e di Fi nel contesto. Sono il segno di “diseredati politici” e di radicalismo smodato, di qualunquismo imberbe di gente impregnata di odio viscerale che nuoce alla democrazia e alle idee contrapposte alle loro, che tra l’altro non ne hanno per niente.

Quanto potrà durare questa situazione che tanto danno sta arrecando al Paese? Non lo sappiamo, fatto si è che questo governo tecnico o misto è l’ultima speranza di salvezza del Paese. Dopo di che si aprirebbe la strada alle urne con tante pericolose incognite per la tenuta dell’Italia e per una sua rinascita economica e sociale. La politica, quella del “cambiamento” paventato nel 2018 da Di Maio e dai grillini della prima ora, sinora ha dato all’Italia solo frutti avvelenati per tutti e si è dimostrata fallimentare senza aver dato a distanza di circa 3 anni alcun beneficio a nessuno. Altrimenti il Governo Draghi appoggiato e benedetto dagli Usa e dall’Ue non sarebbe mai nato.

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