“WELFARE MAFIOSO” A PALERMO, TIRRITO: “LO STATO LASCIA SPAZIO AI BOSS”; MA IL GOVERNO CONTE 2 PUO’ ESSERE ASSIMILATO ALLO STATO? 


“La mafia ha sempre lucrato sulla debolezza degli altri, e oggi più che mai mangia sulla disperazione. Le indagini della Procura Distrettuale Antimafia, che hanno portato al fermo di 16 persone affiliate al clan del mandamento di Tommaso Natale a Palermo, hanno dimostrato come allo Zen di Palermo si sia dato vita a una sorta di ‘welfare mafioso’, portando cibo e aiuti a chi ne aveva bisogno durante la prima fase del lockdown. La domanda da farsi oggi è: perché il Governo non è stato in grado di far sentire la forza protettiva dello Stato, lasciando così il territorio in mano alla criminalità?”.

A parlare è Maricetta Tirrito, portavoce del Comitato Collaboratori di Giustizia (Cogi). “La mafia – prosegue – si è manifestata stavolta sotto forma di agenzia di supporto sociale, concretizzando – con una sorta di banco alimentare – il concetto di antistato che ti nutre in un momento di difficoltà. Ma se la modalità è nuova, figlia del lockdown, l’atteggiamento è antico, spiegato bene dal detto siciliano “a cui ti runa pane u chiami papà”, cioè obbedisci a chi ti nutre. La mafia dunque c’è, ed assume forme nuove, rivelandosi più pericolosa di prima.

Va rivisto  il sistema degli aiuti che il Governo ha dato, senza riuscire né a coprire il fabbisogno delle famiglie né a mantenere viva l’economia – spiega Tirrito -; vanno riviste le priorità e il concetto stesso di presenza dello Stato in un momento in cui la voce di bilancio dedicata al welfare deve pareggiare quella dedicata agli investimenti; e invece notiamo carenze in entrambi le declinazioni.

Non si può restare a guardare: il fallimento del governo è dimostrato dallo spazio di manovra lasciato alla mafia, libera di intrufolarsi in quei buchi lasciati scoperti dalle Istituzioni. La criminalità ha provato a trasformarsi vestendo i panni della solidarietà, creando così nuovi proseliti. Ed è solo grazie alle forze dell’ordine se si è riusciti a scardinare questo sistema. Ma spetta a chi governa – conclude Tirrito – porsi il problema di un cambiamento radicale: lo si deve alle famiglie in difficoltà, lo si deve all’Italia”.

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