FEMMINICIDIO: OPINIONE E ANALISI DI ANTONIO DOVICO SU UN FENOMENO OSCURO… E TRAGICO DEI NOSTRI TEMPI


   — Tutto è iniziato con la lotta per l’emancipazione femminile e con l’anelito alla parità di genere? —
Antonio Dovico – “Femminicidio” è un neologismo di conio recente, che sta per uccisione della femmina dell’uomo. Prima l’uccisione di una persona umana veniva definita omicidio, senza specificare il sesso, perché risultava chiaro dal nome al femminile.  Causa dell’uccisione era, con qualche eccezione, la gelosia, “morbo” diffuso sin dall’antichità. Con l’agognata conquista della libertà sessuale, la femmina libertaria si sentì padrona del suo corpo, e lo proclamava orgogliosamente ai quattro venti, lanciando slogan contagiosi, come: il corpo è mio; il sesso è mio; l’utero è mio … e me lo gestisco io ! Alla fine del secolo scorso la proverbiale gelosia siciliana, nel tripudio della modernità, si era in gran parte evaporata, come era avvenuto pure del senso dell’onore. Ma gelosia e onore, anche se importanti, sono elementi accessori, per una coppia, mentre fondamentali sono/sarebbero l’unità, la concordia, la prosperità; sia propria che della prole. Con l’avvento della modernità, l’indole possessiva, innata nella donna, la quale è succube solo apparentemente del marito, mentre nella realtà pratica è sua subdola domatrice, ha fatto sì che mettesse i pantaloni, come segno di uguaglianza. Evento foriero di sventura, come previsto da: Deuteronomio 22:5.  La donna non si vestirà da uomo, né l’uomo si vestirà da donna poiché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo Dio.
Svalutati principi morali, come fedeltà coniugale, dignità, pudore, amore materno, la femmina (fatti i doverosi distinguo, anche numerici) ha pensato: It’s my life–It’s now or never–I ain’t gonna live for ever–I just want to live while I’m alive.
 Traduzione: La vita è mia – Ora o mai più – Non vivrò per sempre – Desidero vivere mentre sono vivo/a. (il motto l’ho rubato). Reminiscenze della “rivoluzione culturale del ’68 e del femminismo esasperato che ancora oggi emerge per la parità di genere che si impone…
Più chiaro di così! Abbiamo un capolavoro di strafottente insensibilità verso il coniuge (quando c’è) , verso i figli e di converso verso la società. Non aggiungo anche verso Dio perché la Parola è passata di moda ed è politicamente scorretto richiamarla.
E’ scorretta anche la mia analisi del fenomeno “femminicidio”: a chi non piace non farò causa, vige ancora la liberà d’opinione. Finché non ci sono figli, se la “compagna” lascia il socio e se ne cerca un altro, è affar suo. Ma se ci sono figli, e minaccia di portarli con sé , allora è tragedia grande. Più che il femminicidio, può scattare pure il parricidio seguito dal suicidio. E pensare che il tutto origina da un diritto, ironicamente denominato Civile. E’ davvero difficile immaginare che anche la pazienza di Dio ha un limite? Memento, amico che mi hai letto, siamo in un momento storico drammatico, con tendenza al tragico. –  A. Dovico 20/02/2021
Nota: caro amico Antonio, io avrei aggiunto altro. Ora i matrimoni, o le convivenze, che oggigiorno sono tantissime, hanno breve durata. Prima nella coppia c’era la crisi del settimo anno e se si superava tutto ritornava nella norma o… quasi. Ora non ci sono più termini o tempi per le rotture. Se la cosa non va, bastano mesi o pochi anni perché la famiglia si disgreghi con gravi conseguenze soprattutto per i figli. I quali subiscono conseguenze con  implicazioni di carattere esistenziale dure da superare e che lasciano inquietanti tracce nella mente e nel cuore di tanti ragazzi ancora fragili e indifesi. Una situazione, quella delle odierne famiglie, che ha superato ogni limite estremo  a causa di quanti – politici e non – sono stati  la concausa sociale di un diffuso malessere della famiglia umana e del suo nucleo primordiale praticamente e volutamente frantumato perché  ambo i sessi hanno scelta la facile via della “libertà dei costumi” come la conosciamo oggi.   Ciao Antonio.  Giuseppe Stella

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