In diretta il reportage della protesta dei ristoratori a Roma. La situazione si fa sempre più seria e…preoccupante per tutti


Mentre scrivo questo articolo, sono sintonizzato in diretta con Roma per seguire la protesta dei ristoratori “Io apro”. 500 persone con pericolo di infiltrati sono davanti alla polizia che fermano il gruppo, il quale ha intenzione di arrivare davanti a Montecitorio. Tutto si svolge fino a questo momento in maniera non violenta, di attesa, anche se il timore delle cariche tiene in allarme le Forze dell’Ordine. E’ la rivolta della disperazione di quei ristoratori, imprenditori, cui a causa della pandemia è stato ordinato prima di chiudere poi di riaprire e poi ancora chiudere, riaprire, chiudere, uno stillicidio che dura da due anni. E allora penso che questa insurrezione di popolo mi fa riflettere come in tutta questa tragedia umana chiamata coronavirus, l’Italia abbia perso troppo tempo, è stata ed è inspiegabilmente lenta, farraginosa, confusa, statica. E mentre le urla dei contestatori scatenati e inondati di rabbia diventano sempre più stridule e le bombe carta della polizia non presagiscono nulla di tranquillizzante e civile, continuo a ripercorrere nella mia mente le colpe e le impreparazioni politiche, mentre non posso fare a meno di pensare anche agli indagati per peculato come l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. L’accusa sarebbe contenuta nel fascicolo sulle forniture di mascherine cinesi. Il 24 febbraio scorso, per l’arrivo in Italia di una parte di queste mascherine senza certificazione, c’erano stati un arresto e quattro misure interdittive. Quanto tempo perso, quanta voglia di approfittare della situazione per fare emergere i propri interessi personali. E poi il ritardo infinito e la non chiarezza sui vaccini da inoculare attraverso priorità da rispettare, come unico modo affinché salute ed economia possano essere liberati dal fallimento. E mentre la protesta in piazza si fa ancora più pressante, il popolo in coro protesta con le urla: “lavoro, vogliamo solo lavorare” e “fateci passare, accompagnateci davanti a Montecitorio”, la paura delle bombe carta lanciate dalla polizia sono il segnale di scontri imminenti. E intanto penso quanto questo maledetto virus abbia abbruttito il genere umano, quanto con la sua forza ci abbia messo gli uni contro gli altri, marcando ancor di più le divisioni, il separatismo, a discapito di unioni che sono state tradite. Sono considerazioni di questi anni di confusione e incertezze di un presente che mortifica il futuro delle persone, delle loro famiglie. Siamo brutti dentro, parlare di sentimenti puliti, di amore, valori sociali e umani è davvero un controsenso. Il popolo tende a contestare in massa, mentre ci si accorge che in fondo siamo stati noi stessi ad autodistruggerci con le nostre malefatte e miserie umane. E mentre la protesta dei ristoratori sembra essersi calmata, aspettiamo il prossimo evento di contestazione.

Salvino Cavallaro                        

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