La Polizia di Stato smantella, con l’operazione little bridge, un giro di spaccio nell’area abbandonata di San Salvi


Grazie ad una complessa, meticolosa ed articolata attività di indagine condotta dagli agenti del Commissariato San Giovanni, coordinati dalla Procura della Repubblica di Firenze, sono finiti in manette cinque magrebini con l’accusa di spaccio e detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.

L’indagine ha preso le mosse nel gennaio di quest’anno, quando gli agenti del Commissariato hanno effettuato un controllo nell’immobile situato nell’area abbandonata. In quella occasione furono identificati numerosi soggetti – tra i quali i destinatari della misura – e sequestrati diversi oggetti elettronici e altro materiale di verosimile provenienza furtiva.

Gli attenti servizi di osservazione e la minuziosa analisi dei tabulati telefonici compiuta dagli agenti, hanno portato alla luce una “fiorente” e sistematica attività di spaccio di droga (cocaina e hashish) che durava da mesi, posta in essere con “modalità quasi professionali”.

Proprio in occasione di uno di tali servizi, i poliziotti del Commissariato hanno arrestato, il 31 marzo 2016, due dei destinatari della misura. In prossimità del luogo dove poco prima erano stati visti chinarsi, furono infatti trovati quasi 30 gr. di hashish, una scacciacani priva di tappo rosso e un sacchetto con banconote contraffatte.

Dalle numerose testimonianze raccolte dagli investigatori, è emerso come l’area di San Salvi fosse considerata dagli acquirenti un vero e proprio “supermarket” della droga, dove potersi recare per approvvigionarsi a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Quaranta euro il prezzo di una dose di cocaina (0,4 gr. circa).

Le ulteriori attività di indagine hanno consentito di accertare che il luogo di riferimento della “fitta rete di acquirenti” era, fino all’agosto del 2015, un casolare abbandonato in via del Guarlone. A causa di una tromba d’aria avvenuta nell’estate di quell’anno, il gruppo di nordafricani si è poi spostato nello stabile di San Salvi.

A capo del gruppo composto, secondo gli inquirenti, da tre cittadini tunisini e un marocchino, un ventisettenne di nazionalità tunisina.

Tutti sono finiti in carcere con l’accusa di spaccio e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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