ABORTO: UNA PAROLA COME UN’ALTRA?


Antonio Dovico -Così hanno fatto credere i signori della terra al volgo ignorante, al quale è stato assegnato il diritto di decidere di concederlo per legge. Volgo ignorante non per mancanza di titoli di studio, ma per sconoscenza dell’orrenda realtà che sta dietro la parola. Aborto sta per uccisione di una creatura nel grembo materno. In altre parole: omicidio! Sempre un atto malvagio, questo, sia che lo commetta il boia oppure il sicario.

Deplorevole, ma crudele realtà della società umana. Ci possiamo rassegnare, constatando la nostra impotenza. Inaspettatamente, dalla folla anonima può staccarsi un delinquente che ti grida: o la borsa o la vita! Evento odioso, ma almeno a te resta la facoltà di scelta. Cosa diversa è invece l’omicidio di un tenero essere innocente e indifeso, ad opera di un medico che ha studiato per salvare vite, e non per sopprimerle. Fatto odioso al massimo grado, tuttavia inquadrabile nella cinica insensibilità verso chi ci è estraneo. Ma è delitto che grida vendetta davanti a Dio, il medico agisce con licenza della madre, di colei, cioè, che è datrice di vita per antonomasia. E’ nel suo grembo che scocca la misteriosa scintilla che accende la vita, ed è da quell’istante che la Vita prende l’iniziale maiuscola , come si conviene alle Maestà invisibili ma attive conosciute in terra. Giorno dopo giorno si delinea la morfologia della nuova creatura e lentamente si perfezionano i lineamenti del volto. Questi ad un certo punto dello sviluppo,vanno a comporre una espressione di profonda beatitudine, che sicuramente discende dalla gioiosa simbiosi con la madre.

Ora che la tecnologia moderna consente di rendere trasparenti le pareti dell’utero, si vede il bambino nuotare beato nella acque amniotiche, cioè un habitat incontaminato dalle nefandezze che infestano l’esterno. Ardisco supporre che nell’utero materno si provino sensazioni celestiali , come l’ascolto perenne di sublimi musiche e canti che allietano le sfere celesti. Si può pure supporre che la gioia abbia origine dall’ inconscia sensazione d protezione che percepisce il bambino nel seno materno.

Ma all’improvviso i lineamenti di beatitudine cambiano disegno, e manifestano terrore. Qualcosa inaspettatamente sta penetrando in quel guscio che sembrava un piccolo paradiso inviolabile. La creatura sente che quel qualcosa è un ferro omicida, che lo smembra a iniziare da un braccino, poi l’altro, poi la gambetta, poi l’altra, e via straziando. Aiuto mamma, mammina mia, mi uccidono, non sopportò più lo strazio, non potrò vederti, morirò! A questo è arrivato il Serpente, a convincere l’eroica mamma di tutte le storie, quella che dava la vita per salvare un figlio in pericolo, a ucciderlo nel grembo, col suo consenso. Che scacco per Dio, Padre amoroso per tutte le sue creature, anche se imperfette, anche se down.

Vergogna società “progredita”, che chiama “diritti civili” l’uccisione di esseri innocenti inermi e senza voce. Vergogna assassini in camice bianco. Vergogna Marco Pannella, e tu insieme a lui, Emma Bonino, che in periodo elettorale hai avuto la sfrontatezza di mandare a me la tua immagine di “eroina”, corredata delle “conquiste civili” ottenute a vantaggio del popolo italiano. Una di queste, che ha preceduto l’aborto, si chiama divorzio, breccia mortale attraverso la quale entrano, oltre all’aborto, gay, utero in affitto, poliamore, uso industriale degli anticoncezionali, infertilità, distruzione della famiglia, convivenze sterili, corna e pornografia oceanica, matrimoni mai celebrati, 9 milioni di single, inverno demografico, immigrazione di massa, islamizzazione dell’Europa, comunione ai divorziati, crollo dell’autorità, perdita della fede … anoressia, bulimia, depressione, femen, femminicidio, bimbi tristi e ragazzi ansiosi, e tua moglie ti lascerà per andarsene con un altro.

Questa fu pressappoco la profetica risposta che diede Fanfani ad un avversario che cantava vittoria

MONDO SENZA DIO E DISPERATO. INFERNO SULLA TERRA!

Diciamo grazie agli eroici combattenti per i “diritti civili!”.

Antonio Dovico 30 giugno 2017

 

Per tranquillizzare chi, leggendomi, è rimasto perplesso.

Immagino che l’aborto clandestino sia una piaga antica quanto l’uomo, ma non praticato sistematicamente, bensì occasionalmente e per cause contingenti. Nel mio lontano passato, ebbi vago sentore di una fattucchiera che si incaricava di far abortire qualche ragazza imprudente, che si era lasciata “imprenare” (voce arcaica tortoriciana che stava per ‘mettere incinta’) dal finto promesso sposo. Quanto alle donne sposate, bastava contare quanti figli aveva partorito e la frequenza dei parti, e ci si poteva mettere l’animo tranquillo. Parlando con qualche madre orgogliosa della sua numerosa prole, al numero dei figli partoriti vivi, aggiungeva con tristezza, quello perduto a causa di un aborto indesiderato. Tanto per dare un’ idea dell’eroico amore delle madri verso i figli, pensare alle casupole con pochi vani, senza luce, senz’acqua, senza lavabiancheria, con il pane razionato e tutto quanto di scomodo le nuove generazioni presenti non possono immaginare. Ricordo deprimente? Al contrario. Io e i miei fratelli lo troviamo gioioso!

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