“Cronaca di un anno in Piemonte”, per la formazione professionale


Salvino Cavallaro – Tra i tanti incontri cui ho partecipato per adempiere alla formazione professionale organizzata dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte (tra pochi in Italia, se non l’unico a organizzare corsi completamente gratuiti), ho avuto modo di fare un distinguo tra corsi interessanti e quelli meno. Per i vari temi esposti e le tante disquisizioni che si sono intersecate tra la cronaca e la politica di Torino, “Cronaca di un anno in Piemonte” è stato sicuramente formativo, almeno dal punto di vista dell’approfondimento degli accadimenti avvenuti in Piemonte nel 2018. Lo spunto per parlarne è stato preso dal libro di Beppe Gandolfo, giornalista Mediaset, che ormai da anni ci accompagna nel vissuto sociale del territorio piemontese, la cui narrazione mette spesso in rilievo situazioni che si limitano alla cronaca dei fatti accaduti, ma che spesso sfociano in riflessioni che si allineano al pensiero generale di un decadimento politico, economico e sociale, soprattutto della città di Torino. Il volume scritto da Beppe Gandolfo “ Un anno in Piemonte 2018” è stato commentato nel corso dell’incontro avvenuto presso la Sala Giovanni Agnelli dell’Unione Industriale di Torino. Presente l’autore del libro Beppe Gandolfo, accompagnato da Clara Vercelli in veste di moderatrice e di altri illustri relatori quali, Luca Ferrua giornalista de La Stampa, Beppe Fossati direttore di Cronaca Qui, Umberto La Rocca giornalista del Corriere della Sera, Pier Paolo Luciano giornalista della Repubblica e Tarcisio Mazzeo direttore del TGR Piemonte. Presente in sala, tra gli altri, anche il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Alberto Sinigaglia. Il libro di Beppe Gandolfo, realizzato su progetto di EnneCi Communication, racconta di un anno in discesa per Torino e il Piemonte. Una discesa che si materializza sulla mancata candidatura di Torino alle Olimpiadi, ma anche alle tante, infinite polemiche politiche sulla TAV. Se poi si associa al 2018 piemontese il turismo che non cresce e la crisi economica che sembra “graffiare la regione con i suoi artigli”, ecco che emerge un quadro deprimente per un Piemonte che la storia ricorda fiorente sotto l’aspetto economico e sociale. E non è un caso che Beppe Gandolfo, nel corso dell’esposizione del suo libro, ha fatto cenno alla morte di donna Marella Agnelli come simbolo della fine di una dinastia aristocratica, che attraverso la Fiat ha costruito quell’innegabile polo industriale che ha fatto le fortune di un Piemonte sempre forte economicamente e pronto a offrire posti di lavoro. Ma questa è storia di un passato recente, è un com’eravamo che si delinea tra ricordi e rimpianti di una Torino e un Piemonte migliore, in cui tutti i relatori hanno manifestato il loro idem sentire anche nella risalita economica e sociale che deve avvenire attraverso una forza propulsiva, in cui c’è bisogno di unione, di coraggio negli investimenti e di voglia effettiva di cambiamento anche politico. Su questo punto è stato molto chiaro il giornalista Umberto La Rocca del Corriere della Sera, il quale ha rimarcato tra le tante cause del peggioramento, l’incapacità amministrativa della giunta Comunale di Torino. Tanti pareri, tanti discorsi,tante idee condivisibili e non, con una sola e ferma speranza che fa capo alla ripresa dell’immagine di un Piemonte offuscato negli anni da troppe cause di natura politica. Un anno 2018 con mille segnali di difficoltà tracciati dalla cronaca scritta e vissuta da Beppe Gandolfo, il cui libro presenta in copertina la figura di Sergio Marchionne, i 30 mila cittadini scesi in piazza per significare il proprio “Torino dice basta”e poi Cristiano Ronaldo, “che se fotografato a mangiare un piatto tipico del Piemonte o magari all’ingresso di un Museo, potrebbe essere un’idea vincente per enfatizzare l’interesse turistico verso Torino”: Beppe Gandolfo dixit.

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