25 Aprile 1945. Il ricordo delle bombe, della fame e della tanto attesa libertà


Salvino Cavallaro. – E’ tempo di fare un po’ di dietrologia senza affondare nella retorica. E’ tempo di sfogliare le pagine ingiallite del nostro passato, la storia del nostro Paese che dopo quegli estenuanti anni di guerra è eternamente alla ricerca di una stabilità economica, sociale e di valori perduti. Già, i valori perduti. E persino il concetto di guerra è cambiato dopo l’avvento dell’Isis. Ma il 25 Aprile è l’anniversario della Liberazione d’Italia, il giorno di quell’anno 1945 in cui le città d’Italia furono liberate dalle truppe nazifasciste. La nostra generazione che ha vissuto quella storia soltanto attraverso i libri di scuola, è legata sempre al rispetto e alle riflessioni su chi ha creduto nelle ideologie ed ha pagato con la propria vita il futuro di un’Italia e di un mondo diventato ormai troppo superficiale. Parole che ci piacerebbe tanto non fossero legate soltanto a doveri istituzionali, ma che al contrario rappresentassero l’emblema di un’Italia più convinta e decisa a migliorarsi eliminando corruzione, inganni, evasioni fiscali e quanto di peggio possa significare ciò che è anticostituzionale e antidemocratico. E se non fosse utopia, ci piacerebbe proprio che nel celebrare questo ennesimo anniversario della Liberazione del nostro Paese, si incoraggiassero le promesse fattive di un tentativo di miglioramento etico e sociale, per una Nazione più democratica e rispettosa della Costituzione, di quanto non lo sia effettivamente.

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