Inaccettabile pensare al decadimento del Teatro Trifiletti di Milazzo


Salvino Cavallaro – In questi giorni le cronache di Milazzo (Me) riferiscono di proteste da parte dei cittadini, che in questo ultimo periodo hanno assistito a spettacoli teatrali intirizziti dal freddo. E, come se non bastasse, apprendiamo anche di polemiche allargate al progetto di restauro del 2010, che non sarebbe stato fatto con la dovuta qualità di manutenzione. Sappiamo anche della diatriba verbale tra il consigliere Francesco Alesci, autore di una interrogazione e Salvo Presti, attuale assessore alla cultura del Comune di Milazzo. A noi non interessano i discorsi fatti a discolpa, né vogliamo entrare volutamente nel merito di quelle che sono le minuzie provocate dalle annose beghe politiche del luogo. Chi ha a cuore l’arte e il fascino di trovarsi in un teatro accogliente per assaporare momenti di cultura che vanno oltre il minimalismo di certi affronti ad personam, non può accettare il lento e progressivo decadimento di un teatro che per Milazzo significa essere il tempio culturale da preservare con cura per il bene della collettività. Si faccia in fretta a risolvere i problemi dovuti all’infiltrazione dell’umidità, risanando gli impianti di riscaldamento e raffreddamento, migliorando l’impiantistica elettrica generale, sistemando lo stato delle poltrone e adeguando anche la fossa orchestrale che non sarebbe in regola con le norme vigenti. E non si dica sempre che è questione di soldi, di bilanci e di promesse mai mantenute. Il Teatro Trifiletti deve rappresentare per Milazzo la bomboniera da proteggere da ogni negligenza politica e sociale. Lo dice la storia della città mamertina, che attraverso le pieghe delle antiche mura del Teatro Trifiletti, si riflette nelle tante generazioni passate. Era il centro del ritrovo culturale, l’appuntamento che univa gli amanti di eventi teatrali, piuttosto che di convegni e momenti di svago. Perché non può più esserlo? Preservare la cultura deve essere l’impegno primario della città di Milazzo. E allora si trovi la strada giusta attraverso l’unione. Sì, perché attraverso la disgregazione e il lanciarsi vicendevoli colpe distruttive, non si va da nessuna parte. Si faccia in fretta però, il Trifiletti non può morire!

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