FATTI STORICI DELLA GUERRA FREDDA – IL “PIANO SOLO” FU CONCEPITO DAL GENERALE DI LORENZO QUANDO ALDO MORO NEL 1964 VOLEVA PORTARE I SOCIALISTI AL GOVERNO NON GRADITI PERO’ ALLA DESTRA ITALIANA E AGLI ALLEATI AMERICANI


  • Il Generale De Lorenzo.

 

Fu un piano patriottico contro un’eventuali insurrezione dei comunisti al soldo di Mosca oppure un vero tentativo di colpo di Stato? C’era un forte legame con la Gladio e dunque la compartecipazione della Cia e di altri servizi segreti dell’Alleanza Atlantica è stata appurata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta su quei fatti, chiusa  poi nel 1990.

 

—Giuseppe Stella –  Nell’estate del 1964 in Italia si sperimentò un governo di centro-sinistra presieduto da Aldo Moro che comprendeva la partecipazione del Psi con gli altri partiti democratici: tale composizione non ebbe vita facile e fu di breve durata.

Le preoccupazioni consistevano nel fatto che l’Italia apparteneva all’Alleanza Atlantica e dunque il governo che apriva alla sinistra poteva pregiudicare l’appartenenza del nostro Paese al modello occidentale voluto dai patti di Jalta. Si temeva persino l’uscita dell’Italia dal contesto in cui era collocata: Nato, Onu e via dicendo. Con le conseguenze che il caso comportava.

E ci si preoccupava delle statalizzazioni che avrebbero ostacolato le libertà d’impresa con attentati agli sviluppi economici liberali e alla stessa Costituzione. Si optò quindi per un governo d’emergenza alla cui guida andarono eminenti personalità, tecnici e servitori affidabii dello Stato: un governo delle destre.aldo moro Aldo Moro in quegli anni.

Il Sifar aveva esercitato una campagna di controllo sui dirigenti italiani culminato, in apporto col capo dello Stato, nel cosiddetto “Piano Solo” per la quale si istituì una Commissione parlamentare d’inchiesta nel 1969.

I lavori durarono per oltre 20 anni e vennero documentate vicende anteriori e posteriori di collegamento, un mosaico complesso.

Si accertarono deviazioni del Sifar in deroga ai compiti d’Istituto e il ruolo avuto dal generale De Lorenzo nel ’64.

 

I fascicoli anomali si compilarono quando furono richieste informazioni biografiche e notizie sull’attività di deputati e senatori.

Il controspionaggio fu costretto a svolgere tale lavoro. Per ognuno fu formato un distinto fascicolo.

Ad esempio “nel registro relativo ai parlamentari del Piemonte sono indicati i numeri dei fascicoli sulle matrici delle schede biografiche. Nel 1960 vengono raccolte le notizie biografiche relative a prelati, vescovi e sacerdoti delle varie diocesi”…

Si raggiunse l’enorme cifra di 157 mila fascicoli: 34 mila per gli appartenenti al mondo economico, a politici e ad altre importanti categorie.

Il collegamento portava all’esperienza fascista dell’Ovra che si riproponeva.

Tale linea del Sifar del ’59 aveva origine dalla Cia’ su input del Capo Stazione, Thomas Karamessines, e rientrava nelle ipotesi di una partecipazione del Psi alla maggioranza di governo d’allora, come proposto e caldeggiato da Aldo Moro.

Insomma l’apertura a sinistra non era gradita in ambienti italo-statunitensi anche se il Psi si distanziava dall’ideologia palesemente di tipo sovietico del Pci.

Con John Kennedy, Presidente Usa, nel novembre del ’60 e nel gennaio ’61 si rielaborò l’orientamento americano su un eventuale esperimento italiano di centro- sinistra ma molti, tra i quali Cia, Europa e diplomatici furono completamente contrari.

Le aperture non furono dunque gradite fino al punto che in tanti auspicarono un intervento militare americano in Italia se si fosse aperta la porta del governo al Psi.

 

La Commissione d’indagine non condivise le tesi che che il Piano Solo sia servito esclusivamente all’approntamento di un piano antinsurrezionale dei comunisti italiani legati alla Russia. Anche perchè il detto piano interessava solo l’Arma dei Carabinieri da cui il nome “solo”.

La Commissione fece emergere nell’eventualità di azioni mirate alla salvaguardia del Paese: “ordini di occupazione di uffici del governo, dei centri principali di comunicazione, dei partiti di sinistra e dei giornali ad essi ispirati, delle sedi della radio e della televisione. L’occupazione dei giornali doveva andare avanti per il tempo strettamente necessario a rendere inefficienti tutte le macchine tipografiche per impedire la stampa dei giornali”.

Ma fu un piano di prevenzione insurrezionale dei comunisti legati alla Russia (che lo minacciavano sempre) o la preparazione di un vero e proprio colpo di Stato?

La Commissione stabilì e constatò però che il Piano non fu mai attuato e dunque, come per Gladio, si trattò di una una esplicita organizzazione potenzialmente operativa all’occorrenza.

Ma i disegni politici del ’64 di Aldo Moro furono influenzati negativamente dall’iniziativa di De Lorenzo che evidentemente era in sintonia con la Cia ed altri servizi segreti occidentali favorevoli all’esclusione del Psi dal governo, anche se questo partito aveva preso le distanze dal Pci, legato notoriamente all’Unione Sovietica mani e piedi per attività spionistiche remunerate.

Molti anni dopo, nel ’79, le Brigate Rosse rapirono e uccisero Aldo Moro perchè stavolta voleva addirittura che il Pci partecipasse al governo del Paese: eravamo in piena guerra fredda e molti ostacoli non solo interni ma internazionali si intrapponevano a quell’inclusione, anche perchè in Russia (molto legata al Pci italiano e viceversa con cospicui finanziamenti interessati) vigeva la dittatura spietata e dispotica e ogni libertà (compresa quella di stampa e di parola, ma anche d’azione) era nulla, come ogni forma di emancipazione socio-economica (i sovietici vivevano di anticapitalismo e di ideologie utopistiche aberranti, del tutto aliene dal mondo occidentale).

Quella di De Lorenzo, coi Carabinieri, fu interpretata dalla Commissione come una decisa e forte interferenza politico-militare per bloccare e ridimensionare l’idea di un centro-sinistra ancora in embrione al potere.

Il Piano Solo, concepito in modo insurrezionale per l’appoggio alle destre, apparve però incostituzionale alla Commissione.

Non fu mai trovata però la lista delle persone (politici soprattutto) che dovevano partecipare in forma dirigenziale a tale evento da parte della Commissione sul Sifar, che nel dicembre ’90 rese disponibile la consultazione dei suoi atti; risultarono circa 1100 le persone con incarichi logistici e paramilitari che dovevano aggregarsi in Sardegna nella sede della Gladio ai partigiani bianchi della “Osoppo” in caso di allarme.

Già nell’autuno del ’63 risultò che a Genova e a Torino agenti del controspionaggio arruolavano elementi appartenuti alla X MASS e al Battaglione S. Marco.

La storia della Gladio in contiguità con l’evento appare a questo punto come fatto di massima autorevolezza e rilevanza per la preparazione della difesa del suolo patrìo e il contrattacco organizzato verso l’ipotetico nemico rosso. E qui nel mezzo operavano come detto tanti servizi segreti italiani e stranieri dei nostri alleati naturali.

L’esistenza di una pluralità di reti clandestine è quindi appurata ed operavano in sintonia col servizio segreto militare, oltre che con la detta Gladio.

In questa storia, la figura di Aldo Moro è prorompente poichè tanti anni più avanti il suo rapimento, con la strage di via Fani e la sua successiva uccisione da parte delle Brigate rosse che gli fecero il processo del popolo, segnò quasi l’apice di avvenimenti legati alla guerra fredda, avvenimenti collegati, chissà perchè, all’ex Urss di Mosca che in Italia coltivava solidi interessi (forse per ragioni strategico-militari, espansive e geografiche) col Partito Comunista di allora fondato da Gramsci e Togliatti nel 1917. Poi chiuso dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo assordante dell’ideologia sovietica, quella del cosiddetto “socialismo reale”.

 

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