2 luglio 1916, Fuoco sul Pasubio: cronaca di una “vittoria”


Nell’ambito delle celebrazioni nazionali delCentenario della Prima Guerra Mondiale, è doveroso ricordare i numerosi eventi bellici della Grande Guerra e tra quelli che ebbero come scenario il monte Pasubio, in particolare la battaglia del 2 luglio 1916 condotta nella selletta tra il Dente Italiano e Cima Palon, a 2.200 metri di altezza, dal valoroso bersagliere tenenteSalvatore Damaggio, dell’85° Reggimento Brigata Verona che con soli sette
superstiti si oppose agli avversari austriaci, costringendoli a rinunziare al piano di invasione della pianura padana, a seguito delle gravi perdite umane subite; e come disse un generale austriaco “Mancò un soffio“.
L’Austria-Ungheria aveva tutte le intenzioni possibili di trasformare il Pasubio nel proprio baluardo difensivo.
Tra la fine di giugno e i primi di luglio del 1916 i risultati dei violenti bombardamenti e degli assalti imperiali contro le linee italiane che falciarono di netto intere compagnie, diedero l’illusione ai Kaiserjäger di aver concluso le operazioni lungamente pianificate dal generale Conrad von Hoetzendorf. L’obiettivo principale era quello di sfondare nella pianura veneta per prendere alle spalle l’Esercito italiano, impegnato con il grosso delle sue forze sul fronte orientale, lungo il fiume Isonzo e sul Carso.
Questi propositi, però, vengono ostacolati da sulla selletta tra il Dente italiano e Cima Palon da un sottufficiale siciliano, il tenente Salvatore Damaggio che, con una mitragliatrice, li respinge energicamente.
Era il  2 luglio 1916 e l’esercito austriaco, dopo aver rovesciato consecutivamente per giorni e notti tempeste di piombo e fuoco sulle posizioni italiane e dopo aver falcidiato interi reparti si sta preparato
per invadere l’Italia.
In questo tragico scenario non c’è più spazio per i vivi, i corpi di oltre tremila soldati italiani formano un lungo e largo tappeto di sangue. Solo otto superstiti: il soldato Bonnici del Distretto Militare di Siracusa, il Sergente David Bordignon da San Giacomo di Lusiana, il Caporalmaggiore Urbani da Valdagno, il Caporale Giaccone del Distretto di Palermo, il Caporale Andorlini di Firenze, il soldato Giuseppe Cappa da Monzambano, e il soldato Pietro Guion del Distretto Militare di Udine e il bersagliere Salvatore Damaggio comandante la 4ª Sezione Mitragliatrici del IV
Battaglione dell’86.mo Reggimento Fanteria Brigata Verona.
Le gesta del leggendario Eroe del Pasubio sono state ricostruite nel libro “Piume baciatemi la guancia ardente” un romanzo scritto dall’abile penna della scrittrice siciliana Vera Ambra, liberamente ispirato alla vita di Salvatore Damaggio dal quale è stato a sua volta tratta la graphic novel “Ritorno al Pasubio“, sceneggiato dallo scrittore Alfredo Sorbello e disegnato da Gaetano Testa, in arte GAT.
 
Associazione Culturale Akkuaria

 

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