Questa mattina i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Seveso hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal Giudice per Indagini Preliminari del Tribunale di Monza – di beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 3 milioni di euro, equivalenti ai profitti illeciti conseguiti da vari soggetti coinvolti nell’acquisizione, da parte del comune di Varedo (MB), di Villa Bagatti Valsecchi, un complesso immobiliare di fine ottocento noto anche per essere stato uno dei quattro padiglioni lombardi “fuori Expo” allestiti in occasione della manifestazione internazionale sull’alimentazione realizzata nel 2015. L’operazione denominata “Villa Munda”, condotta dalle Fiamme Gialle di Seveso e coordinata dalla Dott.ssa Franca Macchia, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Monza, ha consentito di svelare l’accordo illecito stretto tra la parte privata venditrice (una società con sede a Milano) ed un consigliere comunale del Comune di Varedo (architetto di professione), i quali risultano aver sovrastimato artatamente, in misura pari a più del doppio, il valore dell’immobile grazie alla perizia di un professionista compiacente. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, iniziate per ipotesi di corruzione, l’amministratore pubblico – che ha rivestito un ruolo centrale nell’intera vicenda – ha operato in conflitto di interessi nel duplice ruolo di consigliere comunale, nonché Presidente della Commissione Risorse Territoriale del Comune di Varedo e di consulente incaricato dalla società privata aspirante venditrice del compendio immobiliare, in contrasto con il dovere d’imparzialità. Il valore esorbitante attribuito all’immobile, pari a 6 milioni di euro, è emerso dai numerosi documenti sequestrati dagli investigatori nel corso delle perquisizioni effettuate. Nel 2009, infatti, era stato lo stesso consigliere comunale ad aver valutato, in una “perizia di stima” da lui redatta, il complesso “Villa Bagatti” per un importo di 3 milioni di euro; il bene, inoltre, era stato assicurato nel 2007 con una polizza contro l’incendio ed RC per un valore ancora inferiore. COMUNICATO STAMPA Comando Provinciale Milano 20159 Milano, Via Valtellina 3 Ufficio Operazioni Telefono +39 02.6080887 Sezione Programmazione Operativa e-mail: MI0550004@gdf.it Di fondamentale importanza per l’indagine è stata la scoperta ed il sequestro di un “memorandum”, attribuibile verosimilmente al privato venditore, nel quale gli inquirenti, oltre all’effettivo valore del bene, indicato per 3 milioni di euro, hanno trovato la descrizione dell’intero “progetto” di cessione della villa, che è stato poi effettivamente realizzato. I Finanzieri di Seveso hanno ricostruito il flusso di denaro (pari a complessivi 300 mila euro) versato dalla proprietà dell’immobile al consigliere comunale come corrispettivo per l’interessamento illecito nella trattativa e nel procedimento amministrativo sfociato poi nella vendita del bene. Dagli approfondimenti svolti è, inoltre, emerso che un altro architetto, incaricato di periziare il complesso immobiliare per conto del Comune di Varedo, non risultava aver avuto in passato specifiche esperienze nella stima di immobili di pregio e che l’Amministrazione locale non si è curata di ricercare al proprio interno professionisti dotati di adeguate competenze; verifica, questa, sempre necessaria prima di ricorrere ad incarichi di consulenza esterni. Secondo gli inquirenti, quindi, grazie allo stratagemma realizzato, che ha consentito di attribuire a Villa Bagatti Valsecchi un valore più che doppio rispetto a quello reale, l’Ente pubblico ha di fatto subito una perdita, nell’acquisto, di circa 3 milioni di euro, danno aggravato dal fatto che nella compravendita risultano essere stati concessi alla società cedente anche degli illegittimi diritti edificatori su aree del centro storico cittadino. Il sequestro preventivo di disponibilità liquide e beni eseguito oggi dalle Guardia di Finanza fino a concorrenza di 3,3 milioni di euro è teso a garantire il recupero dei proventi illeciti derivanti dal reato di corruzione, valori che, in caso di condanna dei responsabili, saranno definitamente incamerati dallo Stato, con la confisca disposta dal Giudice.