Gianfranco Jannuzzo, signore gentiluomo


Salvino Cavallaro – Nel nostro mestiere di giornalisti, sempre così attenti alla notizia e alla ricerca di interviste che talora si susseguono a ritmo vertiginoso, ci capita spesso di conoscere artisti e persone speciali. E’ la bellezza di una professione che dà modo di intrattenere dei momenti di relazione capaci di farti crescere nel migliorare la conoscenza dell’uomo, della sua anima, di ciò che sta dentro di lui. E’ il destino di chi interpreta il proprio lavoro in maniera profonda, cercando di essere sempre meno banale su temi di cui la deontologia giornalistica ci insegna a dare un’informazione corretta. Un obiettivo da raggiungere che è sempre ricorrente. E intanto, lungo il tuo percorso di cronista, spesso ti accorgi, forse per puro mistero, che con qualcuno dei tuoi interlocutori si sia instaurato un idem sentire che qualche volta sfocia in pura amicizia. Così pensi che ci sono momenti nella vita, in cui il legame di un’amicizia profonda possa interferire inconsciamente sul giudizio oggettivo di quello che è il tuo interlocutore, attore, cantante, calciatore o politico che sia. E allora vorresti quasi non nutrire questo bellissimo sentimento che potrebbe falsare un giudizio vero che, invece, deve necessariamente essere oggettivo. Ma quando decidi di mettere da parte l’anima e i sentimenti, ti sforzi di essere più professionale, e così cominci a scrivere il tuo articolo dedicato all’artista che, nonostante tutto, devi necessariamente vederlo con gli occhi del giornalista che fa il suo mestiere. Parlare di Gianfranco Jannuzzo, attore di teatro di lungo corso, ma soprattutto signore – gentiluomo nella vita di tutti i giorni, ti ammanta di sottile piacere. Scrivere di lui è facile, perché semplice è il suo modo di essere. Fin dalla mia prima intervista ho colto di lui i tratti di una persona elegante, educata, rispettosa dei sentimenti del suo pubblico che corre ad applaudirlo in teatro e che poi lo va a trovare in camerino per conoscerlo meglio, per parlargli da vicino, per sapere cosa si dice, per fare una foto, per avere una dedica e immortalare un momento indimenticabile. E lui, Gianfranco Jannuzzo, attore che quando recita t’incanta, si cala subito nella parte di amico, di uomo vero, capace com’è di intrattenersi e colloquiare con la sua gente che lo ama e lo stima ormai da anni. Ebbene, per chi non lo sapesse ancora, tutto ciò si verifica puntualmente a tarda notte, nonostante la fatica dello spettacolo consiglierebbe il rispetto della privacy dell’attore. Ma il suo camerino è lì accanto al palco della fatica, del lavoro che ama da sempre, dietro quel sipario che spesso lascia immaginare chissà che cosa e che invece diventa luogo di incontro con l’artista che dimostra tutta la sua generosità, ripagando il calore umano dei suoi fan. E’ bello potere assistere a scene di questo genere, ed è bello che la gente possa dire: “Ho parlato con l’artista che ammiro, con l’uomo che non conoscevo”. Sono fatti concreti, storie di vita vera che vanno in parallelo con il mondo dello spettacolo. Momenti che non sono affatto scontati e che ti sorprendono perché certi attori limitano il rapporto con il proprio pubblico soltanto sul palcoscenico. Ma lui, Gianfranco Jannuzzo, agrigentino di nascita e figlio di tutte le regioni d’Italia, mette davanti a ogni cosa la professione che deve necessariamente passare attraverso i consensi del pubblico. La cura dell’umano che ti fa diventare ancora più grande della già immensa caratura professionale. Questo è Gianfranco Jannuzzo, signore gentiluomo sul palco e nella vita.

 

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