IL MALTEMPO COPISCE ANCORA


Edoardo Macrì – E  sarà destinato a colpire sempre di più con il surriscaldamento che il nostro Pianeta sta attraversando, a causa dell’aumento dei gas serra nella nostra atmosfera, gas che quando sono in eccesso fanno rimbalzare sulla nostra Terra parte del calore da essa irradiato nello spazio, i famosi raggi ultrarossi. Il risultato è lo scioglimento dei ghiacci, innalzamento delle acque marine e l’inondazione dei litorali, la maggiore evaporazione delle acque, con il conseguente aumento della caduta delle acque piovane ( meteoriche ), il rigonfiamenti dei fiumi e torrenti, le esondazioni, le strade che si trasformano in piccoli torrenti, il ruscellano acque ovunque. E’ quello che ormai sta accadendo dal Nord al Sud Italia. Tutto il nostro territorio è ormai a rischio idrico ed idrogeologico, anche perchè a questo problema è stato dato finora poco risalto.

Anche la nostra Piana di Milazzo è molto vulnerabile e rischia molto dal punto di vista idrico ed idrogeologico. Da noi infatti degli alluvioni si son ripetuti, nell’ultimo decennio, nel 2008, nel 2011, nel 2013, 2015, diciamo ogni due anni e fortunatamente non quest’anno, salvo un’avvisaglia in pieno agosto, cosa assolutamente insolita. Ed il rischio ce lo porta anche l’orografia del nostro territorio e cioè la distribuzione dei nostri rilievi montuosi, che impediscono lo spostamento delle nuvole, vale a dire del fronte umido, e lo fanno sempre più addensare , facilitando così la formazione e la caduta di bombe d’acqua. Ma il rischio ce lo porta anche l’insufficienza dei suoi sistemi di drenaggio delle acque piovane. L’ultima opera importante a questo riguardo risale all’epoca degli spagnoli. Da allora nessuna opera importante di convogliamento e di smaltimento delle acque meteoriche. Mentre il rischio alluvionale dei nostri terreni è anche aumentato. Vuoi per l’aumento delle precipitazioni, determinato dalla maggiore evaporazione delle acque, a causa appunto dell’innalzamento della temperatura. Vuoi per la diminuzione dei terreni assorbenti, ad opera delle costruzioni abitative, delle strade, dell’asse viario, dell’autostrada, delle serre, ecc., che negli ultimi 40/50 si sono susseguiti. Peraltro, quando tutte queste costruzioni sono state avviate poca attenzione è stata posta al problema dell’evacuazione delle acque piovane. Anche gli alvei dei torrenti si sono nel frattempo riempiti di sabbia trascinata dalle acque e di materiali di riporto, abusivamente costì depositati, nonchè di vegetazioni che, anche loro, concorrono ad ostacolare il normale deflusso verso il mare delle loro acque ed ecco che , in alcuni punti, meno protetti dai muri di contenimento, da noi chiamati bastioni, le acque esondano, escono cioè dagli argini dei fiumi/torrenti ed allagano altri terreni, strade, case, ecc., mettendo in seria difficoltà anche intere Città.

Ma ci sono anche delle trascuratezze umane che concorrono a provocare situazioni del genere. Vedi la mancanza di pulizia delle poche griglie stradali, dei pozzetti delle strade, soprattutto nelle periferie cittadine. E la trascuratezza pure della pulizie delle strade da sterpaglie e fogliame vario, che poi quando piove, trascinate dalle acque, vanno ad intasare le già insufficienti griglie stradali e quindi ad isolare le strade dal loro già insufficienti tubazioni di drenaggio. Ed ancora la trascuratezza della pulizia dei canaloni a monte delle grandi opere, quali il tracciato ferroviario, l’autostrada e l’asse viario, che nel frattempo si sono riempiti di terriccio e vegetazione, che impediscono la canalizzazione delle acque, costringendole quindi al ruscellamento per le strade ed a dilavare i terreni.

La speranza è quella che i nostri amministratori si avvedano di tutto questo e si diano da fare per ottenere, nell’ambito del programma statale ” patto per il SUD – piano sviluppo Italia meridionale e Sicilia “, dei finanziamenti finalizzati alla realizzazione di opere che risolvano questo nostro grande problema o, quantomeno, per sminuircelo. Le risorse destinate a questo riguardo non sono poche. Quindi adesso o mai più cari nostri amministratori.

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