La Guardia di Finanza di Milano esegue una serie di provvedimanti cautelari nei confronti di numerosi soggetti


Nell’ambito del procedimento penale n. 24691/15 R.G.N.R. Mod. 21 (Coordinatore dott. Alberto Nobili e Sostituto Procuratore dott. Adriano Scudieri) il Nucleo di Polizia Tributaria di Milano della Guardia di Finanza ha dato esecuzione in data odierna all’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Milano, dott.ssa Teresa De Pascale, di custodia cautelare in carcere nei confronti di: 1) AHMED Hamdy Dawood Mohamed, nato in Egitto il 9 ottobre 1953; 2) ALSHAKKA Mehsen (Abu Firas), nato in Siria il 17 novembre 1973; 3) BAZKKA Salmo (Abou Mahmoud), nato in Siria il 1° luglio 1965; 4) BAZKKA Alaa, nato in Siria il 25 gennaio 1991; 5) BAZKKA Mohamad, nato in Siria il 1° gennaio 1996; 6) EL SHAZLY Soliman (Yasser), nato in Egitto il 17 febbraio 1985; 7) EL SHAZLY Ibrahim, nato in Egitto il 1° aprile 1986; 8) EL GHORAB Mohamed Anwar Abdelaziz, nato in Egitto il 1° luglio 1977; 9) HAKIM Ahmed, nato in Marocco il 1° gennaio 1966; 10) HAIDARA Rabi, nato in Marocco il 29 giugno 1978; 11) IBRAHIM Ibrahim Ahmed Ahmed Mahmoud (Haj Ibrahim), nato in Egitto il 17 dicembre 1970; 12) IBRAHIM METTWLI Magdi Ahmed, nato in Egitto il 4 marzo 1957; 13) TRAD Maroa (Marwa), nata in Siria il 9 luglio 1985, indagati per i reati di cui agli artt. 416 c.p., 648-bis c.p., 131-ter (114 sexies e 114 nonies) D.lgs n. 385/1993, aggravati dalla transnazionalità ex. artt. 2, 3 e 4 Legge n. 146/2006. Sono state eseguite, altresì, numerose perquisizioni in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio e in Ungheria, nel corso delle quali è stato sequestrato denaro contante per un controvalore complessivo di circa euro 1 milione (euro, dollari e altre valute straniere), ed è stata data attuazione al decreto di sequestro preventivo – anche per equivalente – finalizzato alla confisca emesso dal medesimo GIP delle disponibilità degli indagati sul territorio nazionale ed in Ungheria, fino a concorrenza del profitto del reato di riciclaggio quantificato allo stato in euro 3.937.925,00. Le indagini, nonostante l’elevato grado di complessità, hanno consentito di pervenire all’individuazione di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti – provenienti da traffico di sostanze stupefacenti, delitti in materia di immigrazione clandestina ed altri reati – nonché all’esercizio, in assenza delle autorizzazioni di legge, dell’attività di prestazione di servizi di pagamento, attraverso il sistema c.d. Hawala. Le investigazioni hanno visto anche la collaborazione (tuttora in corso) dell’Autorità Giudiziarie Ungherese. Le attività svolte sono state, altresì, valorizzate dal coordinamento della Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo e dal supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza (S.C.I.C.O.), in relazione agli elementi emersi nel corso di altri accertamenti di polizia giudiziaria condotti da diverse Procure della Repubblica nei confronti dei “clienti” dell’associazione in argomento. Le indagini hanno tratto origine da un controllo eseguito, nel maggio del 2015 presso l’aeroporto di Milano Linate, sulla dichiarazione doganale presentata (in entrata nel territorio dello Stato) da un cittadino libico, relativa al possesso al seguito di 297.000,00 euro in contanti. Dagli approfondimenti esperiti si rilevava come il medesimo soggetto, trovato altresì in possesso di foto, video ed email dal chiaro contenuto religioso islamista anche di tipo radicale, avesse effettuato analoghe dichiarazioni doganali – tra il 2013 e 2015 – in Germania, Francia, Olanda e in Italia per circa 50 milioni di euro. Il successivo sviluppo delle investigazioni (che ha portato all’esecuzione di numerosi sequestri di valuta per centinaia di migliaia di euro), ha permesso di acclarare come il predetto cittadino libico fosse in contatto con una complessa e articolata associazione per delinquere, operante sul territorio nazionale con base a Milano e nel suo hinterland ed all’estero (Marocco, Egitto, Libia e Ungheria), dedita alla raccolta e al trasferimento, mediante il sistema hawala, di ingenti risorse di denaro di origine illecita . In particolare, la suindicata associazione per delinquere, organizzata su due gruppi tra loro collegati (network SADIG e network HAJ IBRAHIM), forniva un servizio di trasferimento di denaro illecito a carattere transnazionale operando come una vera e propria stanza di compensazione internazionale. All’interno del predetto sistema, i clienti dell’organizzazione (soggetti responsabili di traffico di sostanze stupefacenti, delitti in materia di immigrazione clandestina ed altri reati) consegnavano le somme di denaro di provenienza illecita ai broker-hawala presenti sul territorio nazionale ricevendo, nel contempo, un codice da inviare alle controparti estere che avrebbero ritirato i citati fondi dagli omologhi mediatori finanziari presenti nel proprio Stato di residenza. Tale struttura clandestina di trasferimento dei flussi finanziari veniva coordinata dagli hawaladar di riferimento che impartivano, di volta in volta, specifiche disposizioni ai rispettivi broker-hawala di stanza sul territorio nazionale ed all’estero. Al fine di garantire la necessaria e contemporanea liquidità all’interno del suindicato sistema l’associazione spostava ingenti quantitativi di denaro tra i vari Stati interessati dalle transazioni finanziarie avvalendosi di cash courier. Contestualmente alle suindicate attività, in relazione ad un procedimento penale connesso al citato n. 24691/15 R.G.N.R. Mod. 21, inizialmente instaurato presso la Procura della Repubblica di Venezia e successivamente trasferito per competenza territoriale alla sede di Milano, è stato eseguito oggi un fermo di indiziato di delitto, emesso da questa Procura della Repubblica, da parte del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia della Guardia di Finanza nei confronti di KEKATI SOUBHI (Abu Omar), nato in Siria il 4.1.1958, indagato per i reati di cui agli artt. 110 c.p., 648-bis c.p. e 131-ter D.lgs n. 385/1993

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