Milazzo, restituzione alla Regione di 22 mila euro. Precisazioni dell’Amministrazione


In riferimento alle notizie circolate in questi giorni sui giornali on-line relativi alla restituzione obbligata alla Regione di 22 mila euro da parte del Comune di Milazzo, l’Amministrazione ha inteso precisare che “l’inadempienza non riguarda assolutamente la trasparenza, bensì gli strumenti di democrazia partecipata”.
E in tal senso, al fine di evitare confusione è giusto spiegare la differenza tra i due termini.
Una cosa è la trasparenza, un’altra la democrazia partecipata.  Un Comune è partecipato quando permette ai cittadini di contribuire alle decisioni pubbliche. Partecipazione significa infatti dare più potere alle comunità locali e incoraggiare le persone ad assumere un ruolo attivo nella propria comunità.
La trasparenza è invece intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. E’ strumento di diffusione della cultura della legalità e di prevenzione e contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione.
Al riguardo il Comune di Milazzo è assolutamente, a differenza di quanto avveniva in passato, in linea con le disposizioni normative e oggi basta accedere nel sito dell’ente per trovare la sezione “Amministrazione trasparente” che si compone di 22 sotto-sezioni di primo livello, i cui contenuti sono organizzati secondo il D.Lgs. n. 33/2013 e le linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione. Modelli standard per tutti i Comuni italiani.
Entrando poi nel merito della questione legata al mancato utilizzo del 2% dei trasferimenti per attivare forme di democrazia partecipata, occorre puntualizzare che si tratta di un mero problema procedurale determinato anche da una norma talmente complessa che ha indotto la Regione proprio nel 2017 ad emanare una circolare esplicativa nella quale si evidenzia che tale programmazione va fatta in sede di adozione del bilancio, inserendo tra le entrate la previsione dell’assegnazione regionale. E tale compito spetta al Consiglio comunale che – lo dice espressamente la circolare – “dovrà tenere conto delle indicazioni acquisite dalla cittadinanza in ordine alla destinazione del corrispondente 2%”. L’Amministrazione ha solo” il compito di provvedere all’attuazione degli indirizzi espressi dal Consiglio e compiere i relativi atti gestionali per “spendere” le risorse in conformità alla disposizione di legge ed alle scelte della cittadinanza”.
La situazione dei nostri bilanci è nota e quindi questo passaggio è mancato.  Ciò nonostante abbiamo ugualmente rendicontato quanto fatto ma la Regione non ha accolto tale tesi.”

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