Antonio Dovico – “Nel regno di Dio”.— Il facile e superficiale buonismo nel quale viviamo ci permette di tollerare tutto: il male , la stupidità, le cose superficiali, i pensieri vani, le ambiguità della vita, i disordini morali, il relativismo nelle sue mille forme. Il discepolo di Gesù, oggi, sembra non meravigliarsi più di niente, né si scandalizza facilmente. Accoglie ogni cosa, “beve” di tutto, è disponibile ai facili compromessi, a chiudere gli occhi per pochi centesimi, per miseri applausi e amichevoli sorrisi.
Non è così per i profeti, per coloro che sulla croce, in un modo e nell’altro, ci sono andati a finire sul serio: sgozzati, bruciati vivi, inchiodati fucilati, avvelenati, squartati, segregati, etc… I martiri hanno preso la vita sul serio, come pure l’annuncio del Regno.
All’inizio di questo mese missionario e mariano, chiediamo al Signore di rinnovare in noi la sua grazia per essere veri discepoli.
Quanto avete letto evidentemente non è farina del mio sacco, però è perfettamente conforme al mio pensiero: lo adotto, e vi aggiungo qualcosa di mio, senza alterarne lo spirito.
“Buonismo” e Bontà, hanno entrambi origine dal sostantivo “bene”, ma non sono figli dello stesso padre. La Bontà con la B maiuscola, è figlia del Padre Celeste. Il buonismo è un’invenzione degli uomini: figlio di padre ignoto, ma forse no. La Bontà è generosa, fa il bene di tasca propria, e quando dona nasconde la mano, perché lo fa col cuore e non con la mente calcolatrice, che mira alla ricompensa. Chi è spinto dalla Bontà, non dona il superfluo, ma si spoglia anche del necessario, se occorre.
San Martino di Tours (306-307) divide il mantello col povero ignudo. Il tempo lontano farebbe pensare che si tratti di leggenda, sarà: ma quella del siciliano Giorgio La Pira, sindaco democristiano della Firenze rossa (per la vecchietta che legge i miei articoli: rossa significa comunista) che si tolse il cappotto per darlo al povero infreddolito incontrato per strada, è storia documentata. Segno di bontà è ancora mettere a rischio la propria vita, per salvare qualcuno in pericolo di perderla. Un altro pregio della persona buona, non “buonista”, è l’amore per la verità.
Davanti al giudice il buono testimonia il “vero”, dal quale dipendono la giusta condanna del colpevole e l’assoluzione dell’innocente. Rallegrante trionfo della giustizia. Quindi il buono è generoso, veritiero e anche giusto. Allora, la bontà edifica l’Uomo adatto a costituire un consorzio sociale di qualità, capace di assicurare stabilità a tutte le Istituzioni indispensabili alle necessità umane. Alla vecchietta mia lettrice che non ricorda più il significato della parola “Istituzioni”, rinfresco la memoria.
La Sanità, che riguarda la salute di tutti, è una Istituzione che comprende gli ospedali, i medici, e tutto il corollario relativo. Come la curiamo la nostra salute se non ci sono buoni ospedali, con buoni medici? Altre Istituzioni sono la Chiesa, la Scuola, la Giustizia, etc. Se tutti fossimo ispirati dalla bontà, ciascuno opererebbe al meglio nel posto che occupa, e sulla terra regnerebbero pace e serenità, mentre il cuore traboccherebbe di gioia e felicità.
Stiamo attenti a non lasciarci ingannare. Il “buonismo” è falsa Bontà, è droga che confonde e affievolisce subdolamente l’onesta convinzione del cristiano. E’ una falsificazione simile a quella applicata nel commercio. La confezione con l’oggetto sofisticato assomiglia tanto a quella vera, ma svolgendola si scopre l’inganno.
Inventando il buonismo, il diavolo costringe sempre più all’angolo il buon Dio. Sono consapevolmente ripetitivo, ma il buonista testimone di un’azione delittuosa, sapendo chi l’ha commessa, lascia incolpare un innocente che non conosce, omettendo di denunciare il vero colpevole per non inguaiarlo, non sa quale infame ingiustizia commette. L’innocente sarà condannato, mentre il colpevole rimarrà in libertà e potrà continuare a delinquere. Doppia ingiustizia che si riflette in modo deleterio, ampliandosi, sulla società intera. Contagiosi come sono, i cattivi intendimenti patrocinati dal nemico di Dio, eccoci immersi in una società guastata al punto da non distinguere più la differenza tra Buonismo che DISSOLVE, e Bontà che EDIFICA. Chiedo scusa per la mia arroganza, ma c’era un vuoto da colmare e l’ho colmato. Si può sperare in un futuro migliore solo se ciascuno di noi acquista lucida consapevolezza della necessità di scrutare sempre e bene la vera sostanza nascosta dietro la parola che sembrandoci bella, ci attira nel tranello.