Salvino Cavallaro – “C’è una strada che va dagli occhi al cuore senza passare dall’intelletto” ( GK Chesterton). Una frase che sembra scritta appositamente per i tifosi della Juventus che oggi gioiscono giustamente per avere vinto lo scudetto, il settimo di fila dopo avere conquistato anche la quarta Coppa Italia di seguito. Un po’ come dire che i numeri parlano da soli e che non c’è nulla da obiettare, da criticare contro una squadra che nonostante i tanti detrattori vince anche se il più delle volte non convince. Chi ci segue ormai da diverso tempo, sa quante volte abbiamo criticato la mancanza di gioco e la regia di un Max Allegri che ha forse modificato negli anni lo spirito cultural calcistico della Vecchia Signora, che dello spettacolo nel rettangolo di gioco ne ha sempre fatto il suo vestito cucito sulla pelle. E non è un caso che questa squadra che vanta più scudetti in Italia, è ormai da molto tempo che non annovera più un capocannoniere nella speciale classifica dei gol segnati. Sì, perché la Juventus va al concreto e non si basa mai sulla spettacolarità del gioco che è spesso considerata marginale al cospetto del risultato finale che parla sempre di vittoria. Certo, non si può avere sempre tutto, ma nel calcio ci sono certe filosofie di gioco che vanno rispettate perché si parla di coralità, di schemi tattici che sanno di propositiva voglia offensiva, piuttosto che di vittorie ottenute da palle inattive che sono il frutto di capacità balistiche dei propri campioni. Non è un calcio romantico che si confronta con la necessità assoluta di vincere per acquisire i grandi poteri economici dettati da un pallone che è soltanto business, ma è la voglia di vedere lo spettacolo di un calcio manovrato, arioso nell’intento corale e capace di portare al gol con fluidità. Sì, il calcio è fatto di gol che devono essere l’espressione di una manovra di squadra che non badi in primis a difendere per non subire l’avversario. Più d’una volta, in sede di conferenza stampa, Max Allegri ha sostenuto che lo scudetto lo vince chi prende meno gol. E, in effetti, è quello che sta avvenendo in questi anni in casa della Vecchia Signora d’Italia, capace di vincere senza lasciarsi andare e sciogliersi a beneficio dello spettacolo, del divertimento puro che appaghi gli esteti del football. Noi diciamo che alla vittoria ci si può arrivare anche senza quell’assillo che sminuisce la qualità del gioco, tanto più se ti chiami Juventus e hai il dovere di importi anche nella ricerca della bellezza. Questione di punti di vista, questione di vedere le cose di calcio in un’angolatura diversa e con occhi spesso critici ma costruttivi. Detto questo, non vogliamo certamente sminuire i meriti di questa Juve che vince trofei e scudetti a ripetizione, anche contro l’antipatia espressa da quell’altra parte d’Italia che si affida ad altri colori. E’ la Juve, che piaccia o no è sempre lì, in alto alla classifica. La sua storia parla chiaro.