CERTI INDIGNATI…
CERTI INDIGNATI MI FANNO PIU’ SCHIFO DEL MISFATTO PER IL QUALE SI
INDIGNANO. SONO QUELLI CHE CON IL LORO CONTRIBUTO, E TRAENDONE
VANTAGGIO, HANNO GENERATO ED ALIMENTATO IL MOSTRO. VEDIAMO COME .
Antonio Dovico – Chi di noi imbattendosi in un concorso pubblico, un esame scolastico, un ricovero ospedaliero, un ritardo burocratico ecc. ecc., non ha pronunciato o sentito pronunciare la parola “raccomandazione”? Essa era per tutti (e forse lo è tuttora per alcuni nostalgici), una parola magica che, come “l’apriti Sesamo”, di fiabesca reminiscenza, suscitava speranze, soavi illusioni di porte che si aprivano e dietro le quali erano custoditi corporei ed incorporei oggetti dei nostri desideri. Parola ostentata con orgoglio dal raccomandato di ferro, persona da conto così importante, da meritarsi l’attenzione del deputato Tizio o del senatore Caio!
Come ad una bambina vezzosa e coccolata vengono affibbiati nomi più suggestivi di quello dichiarato all’anagrafe, così avvenne pure di “raccomandazione” che si chiamò “Spinta”; “Spintarella”; “Pedata” e altri nomi, a seconda di chi sciorinava i frutti dell’italica fantasia.
Pedata, secondo me, è il vocabolo più adatto per definire l’azione di chi ronza, spinge avanti, o in alto, un qualcosa così poco pregevole da non meritare neppure di essere toccato con le mani.
È pure emblematica perché il suo uso è realmente una pedata ai diritti, ai doveri, all’onore, alla dignità umana, e dulcis in fundo, al benessere morale e materiale dei cittadini tutti, sia beneficiati che danneggiati e terzi.
Ed ecco perché. Con la raccomandazione si mette in moto la selezione naturale alla rovescia.
Infatti, questa famosa teoria, sostenuta nel libro “L’origine della specie” da Charles Darwin, ipotizza che nel corso dei secoli, gli individui viventi in evoluzione, abbiano beneficiato di mutazioni accidentali favorevoli che venivano incorporati dal patrimonio genetico, e quindi trasmesse ai discendenti, favorendo così la sopravvivenza dei più dotati.
La raccomandazione favorisce la selezione naturale degli uomini pubblici più inetti e disonesti.
Partiamo dalla scuola, che è il crogiuolo degli uomini che reggeranno e amministreranno lo Stato.
Seguiamo uno studente raccomandato che prende il 60 alla maturità e il 110 alla laurea.
Egli vincerà il concorso con più facilità di chi invece, più idoneo di lui, il massimo voto non lo ha preso. Una volta alle leve di comando, essendo di moralità sicuramente più spregiudicata di chi ha aborrito la raccomandazione, opererà in modo da favorire i suoi simili, ai più alti ed ai più bassi livelli. I singoli meritevoli subiranno un danno morale che affliggerà il loro spirito e un danno materiale essendo privati del lavoro. Intanto, chi ha goduto della raccomandazione, ha firmato una cambiale in bianco al suo protettore, il quale prima o poi potrebbe presentarla per la riscossione.
Il politico si accontenta del suo voto, il notabile mafioso, spesso non identificato per tale, che si trova a mediare un “favore”, può invece richiedere un contraccambio altrettanto destabilizzante della propria e dell’altrui serenità. Demoralizzati ed emarginati i meritevoli, galvanizzati ed intronizzati i farabutti, questi potranno tranquillamente rendere sempre più fertile per loro il terreno (leggi popolo) dentro il quale affondano le loro nere radici .
Adesso ci meravigliamo di Tangentopoli e dei suoi personaggi? Se non abbiamo mai goduto di raccomandazioni e non ne abbiamo neppure desiderate, scandalizziamoci pure: è nel nostro diritto Ma se non siamo immuni da questo peccato, smettiamo di scandalizzarci e riconosciamo che ci meritiamo Tangentopoli e lo sfascio morale ed economico (facendo gli scongiuri per altri tipi) di cui tutti, con colpevole ritardo, abbiamo acquistato consapevolezza.
Pubblicato su “ La Goccia” – marzo 1993 Firmato Glauco
P.S. Mi chiedo e chiedo ai lettori: quanto ha influito questa deleteria pratica nel determinare il decadimento dei costumi etici e civili del popolo italiano?