Salvino Cavallaro – Dal rosanero, al granata, all’amaranto, un po’ come dire che il Memorial Marco Salmeri continua il suo processo di crescita. Dal secondo anno, infatti, questo triangolare organizzato dal papà di Marco, Nino Salmeri, ha ospitato la Primavera del Palermo, quella del Torino e quest’anno la Prima Squadra della Reggina. Tutte e tre le squadre sono state le vincitrici di un triangolare che a Milazzo è molto sentito, soprattutto dalla famiglia Salmeri che per ricordare il figlio Marco prematuramente scomparso in un grave incidente automobilistico avvenuto il 27 aprile 2014, si sottopone a una serie di sforzi economici e organizzativi non indifferenti. Folta la presenza di sostenitori al IV appuntamento estivo Marco Salmeri, in cui l’inagibilità della tribuna dell’omonimo stadio sembrava essere penalizzante per la consueta attenzione di tifosi. E invece abbiamo visto molta partecipazione di affezionati che hanno saputo onorare questo Memorial con una presenza che si stagliava tra i pochi posti disponibili della tribuna scoperta e il delimitare del campo di calcio che fa risaltare l’ottimo manto erboso. Ha vinto la Reggina di mister Cevoli che ha superato nella prima partita (tutte di 45’) l’ASD Milazzo per 1 a 0 e poi la SSD Milazzo per 2 a 0, mentre il derby mamertino è stato vinto dalla squadra di Mister Ferrara che si è imposta per 1 a 0. Naturalmente si tratta di dettagli, perché in appuntamenti come questo il calcio ha più una funzione emotiva nel ricordo della persona scomparsa, piuttosto che l’attenzione su fatti puramente tecnici. E possiamo dunque dire che il IV Memorial Marco Salmeri ha centrato in pieno il suo originale focus di memoria, attraverso la partecipazione di squadre e pubblico attento a non dimenticare. In fondo è questo il motivo di uno sforzo economico e organizzativo, cui si fa carico quasi esclusivamente la famiglia Salmeri con pochi aiuti esterni. Non è semplice. Infatti, prima della premiazione finale, papà Salmeri ha voluto sottolineare il proprio orgoglio nel ringraziare tutti i partecipanti, non nascondendo tuttavia una nota di velata polemica verso chi in fase di aiuto avrebbe potuto fare ancor di più. Ma sono storie che ci stanno, queste. Storie che non intaccano la fermezza della continuità di un Memorial che in primis si prefigge il ricordo di Marco. Oltre ogni cosa.