Palermo – La rivisitazione della complessa figura di Francesco Crispi e dell’ intensa attività riformatrice dei suoi governi è stata al centro della tavola rotonda dedicata alla celebrazione dei duecento anni dalla nascita del primo meridionale e siciliano diventato presidente del Consiglio, che si è tenuta nella sede della Società di Storia Patria, a Palermo.
Un convegno che ha segnato la penultima tappa di una serie di iniziative – dal titolo “Rileggiamo Crispi a 200 anni dalla nascita 1818-2018” –
Ad apertura dell’incontro, il vicepresidente Armao ha spiegato il perché di questo convegno, la cui cerimonia conclusiva sarà il 4 ottobre, nel giorno dell’ anniversario della nascita di Crispi, alla quale è invitato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Grazie a quest’importante iniziativa, abbiamo effettuato insieme con gli amici e colleghi Marcello Saija, Uccio Barone, Salvatore Lupo, Pippo Asturo, Giorgio Scichilone che saluto e ringrazio anche a nome del presidente Musumeci, un’operazione culturale di riscoperta del ruolo di Crispi – ha detto Armao –. Egli fu nell’amministrazione un profondo innovatore e portò avanti importanti programmi di riforme (in campo amministrativo, sanitario e agrario), un forte dinamismo in politica estera (il rapporto con gli Imperi centrali, ma anche la sfortunata politica africana),
un’accentuazione laicista e autoritaria della politica interna e un progetto di educazione alla cittadinanza e alla coscienza nazionale”.
Il vicepresidente della Regione ha sottolineato come Crispi non sarebbe stato quello che è stato “senza la Sicilia e la sua cultura che ne ha forgiato i suoi profili caratteriali di intraprendenza, irruenza, coraggio, tipicamente isolani – ha precisato Armao -. Crispi è stato figlio della Sicilia, suo sostenitore e amministratore. Giurista, poi avvocato di successo a Palermo, Napoli, Torino ed infine a Roma, è stato protagonista della rivoluzione di Palermo, ispiratore della rivoluzione della spedizione dei Mille e ancora leader della sinistra storica, presidente del Consiglio (di quattro governi) e guida del primo processo di modernizzazione delle istituzioni italiane”.
Andrea Smith