La Polizia di Stato di Bari ha dato esecuzione a 70 Sequestri Preventivi di titoli abilitativi alla guida, intestati a cittadini italiani e stranieri residenti in Bari e provincia, ma anche in Brindisi e Taranto, ed al deferimento alla Procura della Repubblica di 9 persone ritenute responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata ad agevolare il conseguimento di titoli abilitativi alla guida di veicoli con metodi fraudolenti, nonché ulteriori nr. 83 soggetti in concorso con i sodali nei numerosi reati fine acclarati. L’indagine della Squadra di P.G. del Compartimento Polizia Stradale “Puglia” ha preso avvio nel mese di luglio 2014 ed ha dimostrato come il “geniale” sodalizio criminoso individuato avesse implementato l’ormai desueto metodo della sola radiocomunicazione con il candidato presente nella sala esami del locale Dipartimento dei Trasporti terrestri. Il sistema adottato era di “assitenza alla risposta” telematico – direttamente connesso con una professionale “centrale operativa” ubicata lontana dagli Uffici della Motorizzazione, presso l’abitazione di uno degli indagati. Nella circostanza, il percorso verso la migliore efficacia del “prodotto” offerto a candidati con pochi scrupoli, forniti anche da scuole guida compiacenti ben disposte ad aiutare anche il più recalcitrante allo studio dei propri clienti, è stato dimostrato dalle attività investigative tecniche che hanno addirittura intercettato vere e proprie “prove preliminari”, svolte dagli organizzatori dell’attività delittuosa. Nelle intercettazioni telefoniche e telematiche captate tra gli organizzatori veniva anche simulata la lettura della schermata video d’esame con prova di ricezione da parte del complice addetto alla verifica audio come dimostrato dai successivi passaggi captati: “si.. ti sento.. ti sento.. quando sei pronto avvisami.. vai.. sto caricando.. ok .. sei pronto? .. qualora.. vai avanti vai.. quando vuoi.. qualora?.. ripeti che non ti sento.. in.. in una strada.. mi senti? .. a forte pendenza.. ..e tra i due conducenti si trova nella vicinanza una piazzola di scambio.. ok… VERO!.. VERO .. e vai all’altra domanda”. Tuttavia, il sistema messo a punto non era altresì in grado di dissimulare la tranquillità dei candidati privi di scrupolo che, a piu riprese venivano individuati e smascherati dagli operatori di polizia, che rinvenivano e sequestravano attrezzature di trasmissione videotelematiche occultate addosso ai candidati. Nel prosieguo incessante delle indagini e dalla puntuale analisi dei congegni sequestrati scaturiva quindi l’intercettazione dei flussi telefonici e telematici che permetteva così di comprendere appieno le modalità di funzionamento delle trasmissioni video di quanto riprodotto sui monitor (durante l’esame presso il Dipartimento dei Trasporti Terrestri di Bari) ed i suggerimenti forniti dalla “Regia”.
Non solo, nel corso delle contestuali attività di intercettazione audio, potevano ascoltarsi anche le “istruzioni criptate” fornite al candidato affinchè la microcamera/bottone potesse inquadrare perfettamente il monitor con le domande d’esame. Sintomatiche erano le istruzioni ascoltate: “.. bello.. tira sopra il bottone dai.. spegni il pezzo.. dai ..spegni che dobbiamo resettare.. tira sopra.. spegni il pezzo e stai fermo.. ti dico io cosa devi fare… quando hai tirato sopra fammi un colpo di tosse .. ti ripeto..tira sopra il bottone e fammi la tosse quando lo hai fatto.. ti ripeto.. tira sopra il bottone.. senti bello.. fammi capire.. il bottone sta su o sta giu’.. bello il bottone.. come sta adesso tiralo giu’.. o tiralo sopra..e fammi un colpo di tosse.. bello ..se mi senti mi fai un colpo di tosse.?.. ok perfetto.. adesso il bottone se sta sopra .. mi fai la tosse?.. . .. ok.. significa che e’ sopra.. stai fermo non muovere piu’..ora ti dico io cosa devi fare.. fra due minuti .. ti dico io cosa devo ..devi fare.. aspettiamo due minuti.. bello .. adesso tira giu’ il bottone.. tira giu’ il bottone e fammi un colpo di tosse.. .. ok bravo.. stai fermo adesso che fra due minuti si riprende.. fai qualche domanda.. fai qualche domanda a cavolo.. e poi quando si riprende partiamo di nuovo dalla numero uno.. io rimango in silenzio.. ti ripeto io rimango in silenzio.. fra due minuti parlo di nuovo.. lascia il bottone verso giu’ e stai fermo.. bello non lo so.. il bottone tiralo sopra.. mettilo sopra come te l’ha messo l’amico mio.. dai uno scatto secco.. dai uno scatto secco come ti ha messo l’amico mio il bottone.. all’inizio.. e lascialo cosi’.. fermo che ci vogliono sempre due minuti.. tu nel frattempo continua la scheda.. fallo a modo tuo e poi lo riprendiamo dall’inizio”.
I poliziotti hanno individuato anche i luoghi, nella disponibilità dell’organizzazione criminale, ove letteralmente “vestire” i candidati all’esame non solo delle apparecchiature tecniche ma anche con capi di abbigliamento idonei a nascondere i dispositivi, anche con l’aiuto di donne organiche all’ambito criminale, allorquando neccessitava la “preparazione” di una esaminanda.
La Polizia di Stato ha identificato tutti gli associati e candidati che, utilizzando il descritto metodo truffaldino, avevano pericolosamente conseguito il titolo abilitativo alla guida ed in alcuni casi anche la Carta di Qualificazione del Conducente, indispensabile per il trasporto professionale delle merci su gomma.
L’attività d’indagine ha permesso di individuare e compiutamente identificare i sodali e ruoli dai medesimi rivestiti all’interno della compagine criminosa:
al vertice del sodalizio “a conduzione famigliare” è stato individuato un uomo, classe 1958, pluripregiudicato barese di elevatissimo spessore e notoriamente contiguo al clan “Parisi” del quartiere barese Japigia, attualmente detenuto per altra causa, aiutato da tre congiunti, rispettivamente classe ‘64, ’91 e ’86, con il ruolo di staffette, vedette e supporto logistico ai candidati.
Un altro uomo, classe ‘80, esperto utilizzatore dei sistemi di comunicazione telematici (versosimilmente acquistati da società operanti nel settore della vendita di attrezzature per spionaggio ed investigazioni) si è dimostrato in grado di gestire la c.d. “Regia”, ovvero la base operativa ubicata presso la propria abitazione, presso la quale venivano mantenuti tutti i collegamenti telematici con i candidati, sia nella fase propedeutica (finalizzata a testare di volta in volta la funzionalità della strumentazione utilizzata) che – nel corso gli esami a quiz presso la locale Motorizzazione – la parte logistica ovvero il trasferimento per e da la Motorizzazione di Bari con il successivo recupero delle costose apparecchiatura, avvalendosi della collaborazione di un uomo nato nel 1989 e, in alcuni casi, dello stesso capo, l’uomo classe 1958.
Nel corso delle attività propedeutiche alla “preparazione” di candidate veniva in rilievo la figura di una donna sodale, nata nel 1980.
Particolarmente grave si è rivelata una ulteriore circostanza. L’indagine ha dimostrato che, ad avvalersi delle citate figure criminali di primissimo piano, vi erano anche titolari senza scrupoli di Scuole Guide, ubicate in Bari e provincia, i quali, rivestivano il ruolo di anello di congiunzione tra i candidati e l’organizzazione, addirittura accompagnando, in alcuni casi, personalmente, i candidati dalle sedi “logistiche” del sodalizio alla sede d’esame ubicata presso la Motorizzazione di Bari; tra questi un altamurano classe 1940.
A destare particolare allarme, la circostanza riscontrata allorquando, in alcuni casi, il ruolo di accompagnatore era rivestito dai genitori o prossimi congiunti dei giovani candidati.
Altro dato non irrilevante emerso nel corso dell’indagine, è stato il voluminoso giro di danaro connesso all’illecita attività, pari a circa 250mila euro, atteso che ogni “esame telematico” poteva costare dai 2mila ai 3mila euro in funzione della tipologia di prova da superare.