Se non ci sono i bilanci approvati per comprovati ritardi tecnici e amministrativi di un Comune in doppio dissesto come Milazzo, cosa c’entrano i lavoratori precari che, a detta di qualcuno, rischiano il licenziamento IN TRONCO DALL’1 GENNAIO 2019?
Sul problema, il deputato Antonio Catalfamo ha scritto recentemente quanto segue alla Regione: “Il Comune si trova in dissesto e indietro con l’approvazione dei bilanci (5 in tutto tra previsionali e consuntivi, dal 2016 in poi). Mancherebbe anche il piano triennale per il personale. Cosa succede in casi unici come questo, secondo la normativa?”
“Le linee da seguire – afferma inoltre – sono due: la legge Madia del 2015 parla di vincoli finanziari per questo tipo di stabilizzazioni – quindi di bilanci – mentre la legge 160 del 2016 non sembra sufficientemente chiara. Senza bilanci approvati e in regime di doppio dissesto comunale si possono dunque prorogare i precari e stabilizzarli in un secondo momento? (questo è il problema di fondo). Certamente occorrerebbe una provvedimento urgente di deroga e chiarezza assoluta”. Il consigliere Pippo Midili propone invece di “chiedere al Ministero per la Funzione pubblica un chiarimento sull’interpretazione reale della norma”. E di fatto sembra che una delegazione di Consiglieri comunali il prossimo 3 dicembre abbia un incontro a Roma, al Ministero (ma è stato allertato anche il Prefetto di Messina a cui è stato chiesto dai sindacati anche il suo interessamento), per risovere in via definitiva la questione. A parte lo sciopero generale di tutti gli impiegati del Comune proclamato per il 10 dicembre (tre ore) da tutte le sigle sindacali che in qualche modo rappresentano i lavoratori. Il Presidente del Consiglio Nastasi dal canto suo tempo fa aveva affermato che entro fine dicembre non ci sarebbero giorni sufficienti per approvare questi benedetti (o maledetti) bilanci. E allora che si fa?
L’Avv. Fabrizio Spinelli in aula, ha detto invece che potrebbero bastare quelli pluriennali. Il Sindaco Formica, nell’interpretare la normativa regionale e nazionale dentro cui muoversi, dice invece “che i precari non possono essere stabilizzati senza bilanci approvati – quindi la legge fa riferimento (un mera interpetrazione) alle assunzioni definitive”. Ma il contratto a termine vigente (non definitivo) – diciamo noi – potrebbe quindi essere prorogato in attesa di evadere i bilanci mancanti o no? La legge non lo esclude ma questo non viene detto da nessuno e dunque è prorpio qui che il Ministero e la Regione siciliana devono intervenire su questa omissione di legge e non chiarezza con somma urgenza.
Il rappresentante del Csa (uno dei tanti sindacati), sig. Paladino, ricorda che “a Bagheria si è fatta la proroga anche dinanzi al bilancio pluriennale triennale – che però non è un vero e proprio bilancio – e che basterebbe quello (stesso assunto di Spinelli sopra riportato). Midili sostiene inoltre che allora “anche le assunzioni dei dirigenti del Comune di Milazzo, fatte nel 2016, sono nulle, così come le stabilizzazioni fatte dagli oltre 80 comuni siciliani in dissesto o prossimi a dichiararlo, tra cui Catania”. L’opposizione potrebbe a questo punto evitare la responsabilità “unica” di intestarsi la mancata proroga ai 160 precari del Comune di Milazzo per “tempi tecnici” troppo lunghi degli uffici preposti. Eppure dopo questa riunione non si è fatta abbastanza chiarezza e permangono quasi gli stessi identici dubbi che dividono l’aula: a parte tutto, i precari vanno COMUNQUE salvati altrimenti il Comune, già dissestato, può semplicemente chiudere in via definitiva e per sempre con problemi anche di ordine pubblico ed economico per l’intera città che aumenterebbe il numero dei disoccupati, a parte la Resais (l’assorbimento di tutti i lavoratori da parte della Regione in una partecipata con nomina a tempo indeterminato e DA LASCIARE NEGLI STESSI COMUNI d’origine). Ma a parte questo, se, a frittata fatta, saranno accertate responsabilità, non solo politiche, ma soprattutto gestionali, sulla mancata proroga a causa della non approvazione dei bilanci, qualcuno dovrà risponderne legalmente, e inevitabilmente ci potrebbero essere circa 170 denunce contro il Comune dei precari interessati, oltremodo danneggiati, che giustamente opporrebbero mirate e pesanti azioni giudiziarie, singole o collettive, compresa la class action, per rigettare l’omessa proroga, che butterebbe, contro ogni umana logica, i lavoratori di che trattasi in mezzo a una strada; tutte persone che, tra l’altro, hanno famiglia e figli e che campano solo di questo modesto lavoro che frutta a ognuno di loro dai 900 ai 1000 euro circa al mese, quasi tutti in part time.
Le ragioni legali per opporsi a questo eventuale drammatico massacro non mancano di certo perchè è assurdo scaricare sui lavoratori, che non hanno colpe dirigenziali e politiche di alcun genere, l’inefficienza amministrativa dei responsabili del Comune nel suo complesso che si è dimostrata cieca e sorda ad ogni richiamo e necessità operativa contabile-amministrativa. A questo punto è’ vero, dunque, come sostengono in molti, che se ci sono problemi politici, legislavivi o carenze di gestione comunale è la politica che deve risolverli e farsene carico con una certa fretta, altrimenti a pagare sarebbero tutti, compresi i cittadini, i quali verrebbero privati di una forza lavoro che produce i servizi necessari ai bisogni operativi di un Comune come il nostro.