Il Majorana è cultura alla legalità


Il dovere di educare alla legalità e alla responsabilità civile è di tutti e tutti dobbiamo assumerlo,

 

Lezione di Educazione alla Legalità per gli studenti del I.T.T. “Ettore Majorana” di Milazzo che, nella mattinata del 22 gennaio scorso, hanno incontrato, presso l’Aula Magna della loro scuola, il giornalista Ivan Vadori.

L’iniziativa, promossa dalla professoressa Lucia Scolaro e sostenuta dal Digente Scolatstico, prof. Stello Vadalà, si inserisce appieno nel progetto formativo perseguito dall’istituzione scolastica mamertina che pone al centro la formazione completa e totale della personalità dei propri studenti.

La presentazione del libro “La voce di Peppino” del giornalista friulano Ivan Vadori, alla presenza di illustri ospiti e relatori, il dottor Emanuele Crescenti, Procuratore Capo della Procura di Barcellona di Pozzo di Gotto, il comandante del Nucleo operativo e radiomobile sottotenente Michele Puzzo del Carabinieri di Milazzo e il vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Simone Scalzo del Commissariato di Polizia di Milazzo, è stata occasione di dialogo e di riflessione finalizzata alla promozione della cultura della Legalità.

La scuola, gli insegnanti, le istituzioni dello Stato, dalla magistratura alle forze dell’ordine, hanno un ruolo molto significativo nell’educare a tutto questo ed è questo il senso profondo dell’intera mattinata che ha avvicinato ancora di più i giovani studenti del Majorana alle istituzioni che, come hanno più volte sottolineato i relatori, devono “essere sentite alleate del cittadino, superando ogni presunta chiusura e isolamento per una rinnovata capacità di impegno civile e lotta alla mafie.”

Alla figura di Peppino Impastato è dedicata l’opera di Vadori, un’inchiesta giornalistica che dipana i fili del rapporto tra Stato e mafia partendo dall’attivismo del giovane siciliano assassinato dalla mafia 40 anni fa per arrivare a Mafia Capitale e alle mafie del nord. Si ricostruiscono i fatti grazie alle testimonianze di chi la mafia la combatte in casa propria, nel proprio lavoro, nelle aule dei tribunali o sulle pagine stampate, da don Ciotti a Gian Carlo Caselli, da Franca Imbergamo a Giovanni Impastato, da Lirio Abbate a Carlo Lucarelli, il tutto corredato da un inserto fotografico d’autore che arricchisce il lavoro mostrando i volti di chi lotta, senza paura e con determinazione.

Centinaia gli alunni coinvolti, i quali hanno partecipato dialogando con l’autore e le autorità in un confronto formativo, supportato dal lavoro preparatorio delle docenti di lettere delle classi coinvolte e coordinato dalla professoressa Scolaro. Pungolo alla coscienza civile e alla maturazione di comportamenti e atteggiamenti sempre più maturi e responsabili, l’incontro ha stimolato gli studenti alla riflessione sul valore del rispetto delle regole con l’obiettivo di accrescere il loro senso civico e far comprendere che solo l’osservanza del principio di legalità permette di esercitare le libertà individuali e la pacifica convivenza nella vita quotidiana. Solo respingendo l’indifferenza e la rassegnazione, infatti, anche in nome di quanti hanno avuto il coraggio di reagire, i giovani possono essere protagonisti attivi e consapevoli di un vero cambiamento all’insegna della legalità, combattendo l’omertà e le forme diffuse di illiceità.

Solo dall’educazione alla responsabilità sociale e alla legalità possono nascere le forme più concrete ed efficaci di contrasto alla corruzione e alla violenza che permea e finisce con il compromettere la vita quotidiana di tanti, con forme diverse” chiude la mattinata il Dirigente, prof. Vadalà, consapevole di ricoprire il ruolo educativo in senso sociale ampio, dando ai ragazzi il contenuto dell’educazione non solo a parole, ma con coerenza ed impegno, facendo giungere loro la bellezza e la necessità dei valori di giustizia, di rispetto, di pace, democrazia e libertà.

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