Catania, operazione città blindata


I Carabinieri del Comando Provinciale e la Polizia di Stato di Catania, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, hanno eseguito un´ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 soggetti, ritenuti organicamente inseriti nel clan mafioso operante in Biancavilla Il clan, storicamente denominato “Tomasello-Mazzaglia-Toscano”, oggi diretto dalle famiglie Amoroso e Monforte e legato alla “famiglia” mafiosa catanese “Santapaola-Ercolano”.
I 16 arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti ed al porto e alla detenzione illegale di armi.
L´operazione, denominata “Città blindata”, costituisce l´esito di tre distinte attività investigative, poi confluite in un´unica richiesta cautelare, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania e Compagnia di Paternò e dai poliziotti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di Adrano mirate a far fronte ad una escalation di violenza che ha visto come centro del conflitto il comune di Biancavilla e causata dalla smania di comando e predominio territoriale del clan mafioso capeggiato dai fratelli Amoroso e, da ultimo da un altro arrestato.
L´attività investigativa prese avvio a seguito di due gravissimi fatti di sangue verificatisi in rapida successione temporale a Biancavilla nel gennaio 2014, quando furono uccisi un pregiudicato ed un altro soggetto.
I servizi di intercettazione ambientale e telefonica consentirono di accertare che Amoroso aveva affiancato il fratello nella reggenza del clan, tanto che, quotidia-namente, riceveva la visita di molti affiliati, che si premuravano di aggiornarlo sugli sviluppi della situazione criminale.
Nel corso di questa prima fase delle indagini, che si protraevano sino al 2015, emergevano precisi elementi di responsabilità in ordine al delitto di associazione di tipo mafioso a carico dei fratelli Amoroso, e di ulteriori sodali. Inoltre, a riscontro dell´attività investigativa svolta ad aprile 2015, vennero sequestrati nel corso di uno specifico servizio anche 100gr di cocaina, nonché numerose muni-zioni di fucile calibro 12 e di pistola calibro 7.65 Browning, custodite in una casa di campagna nella disponibilità del clan malavitoso degli Amoroso.
Le indagini sul clan mafioso operante in Biancavilla sono proseguite anche per tutto l´anno 2016, condotte dai carabinieri della Compagnia di Paternò a partire dal tentato omicidio ai danni di uno dei fratelli Amoroso, verificatosi a Biancavilla nel gennaio 2016.
Nel corso di tale attività investigativa sono stati monitorati i fratelli Amoroso, ed altri soggetti ed il 9 giugno 2016 è stato rinvenuto un vero e proprio arsenale composto da una mitraglietta calibro 7,65, una pistola marca “Glock”, 4pistole a tamburo di vario calibro, nonché numerosissime munizioni, tutte armi occultate in un appezzamento di terreno incolto sito nel Comune di Biancavilla.
Successivamente, in data 19 Settembre 2016, il reggente del clan ed il suo fedelissimo furono arrestati in flagranza di reato per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni del titolare di un bar. Nel dicembre 2016 a Biancavilla, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Paternò, nell´ambito dell´operazione convenzionalmente denominata “Onda D´urto”, arrestarono 12 soggetti, parte dei quali appartenenti al clan mafioso di Biancavilla, per il delitto di estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso ai danni dei titolari di una ditta di pompe funebri di Biancavilla. Infine, ad aprile 2017, sempre a Biancavilla, nell´ambito dell´operazione denominata “Reset”, vennero arrestate 6 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di estorsione tentata e consumata, con l´aggravante delle modalità mafiose.
A tali articolate e complesse attività di indagine deve poi aggiungersi l´esito delle indagini effettuate sino alla prima metà del 2017, sempre su delega della Procura Distrettuale, dai poliziotti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di P.S. di Adrano, grazie alle quali non solo venivano acquisiti nuovi elementi di prova a carico di vari indagati per il delitto di associazione di tipo mafioso, ma si riusciva a provare l´appartenenza al citato clan mafioso anche di altri due odierni indagati.

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