Tra Zingaretti, Martina e Giachetti, si gioca il futuro del PD


Salvino Cavallaro – Dopo la gestione Renzi che con le sue rottamazioni ha destabilizzato l’armonia interna del PD, con le Primarie 2019 si tenta di ripartire tentando di trovare l’ordine e soprattutto l’unione d’intenti perduta, assieme alla stessa credibilità del partito. Zingaretti, Martina e Giachetti sono i tre candidati che con il voto alle Primarie si contenderanno il ruolo di segretario del PD.

Governatore della Regione Lazio per due mandati, Nicola Zingaretti sembrerebbe favorito alla vittoria finale. 52 anni, Zingaretti ha un ricco curriculum amministrativo per essere stato anche presidente della Provincia di Roma. E’ un ex dirigente dei Democratici di Sinistra ed è sostenuto dalla vecchia minoranza del Partito. La sua posizione non radicale, gli consente di ottenere dei voti anche dall’area più moderata e centrista del Partito che fa riferimento a Franceschini e Gentiloni. Se c’è un punto a suo svantaggio, è che Nicola Zingaretti non è mai uscito a far politica dalla sua Regione Lazio e quindi è meno noto che altri. E’ fratello di Luca, il Montalbano televisivo.

Maurizio Martina, 40 anni – nativo di Bergamo. Ha traghettato il PD con coraggio dopo le dimissioni di Matteo Renzi, visto che è stato capace di metterci la faccia dopo lo sconquasso e la disgregazione all’interno del Partito, con conseguente massiccia perdita di voti lungo tutta l’Italia. E’ perito agrario, ed è stato anche Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nei Governi Renzi e Gentiloni. Il suo obiettivo è quello di guidare un PD che si riconosca in una Sinistra di cambiamento. Ha scelto lo slogan “Fianco a fianco” per significare il suo intento di mettere da parte i ricordi negativi della gestione Renzi, rispolverando quel vecchio mantra che è simbolo di una Sinistra Unita e Plurale.

Romano, classe 1961, Roberto Giachetti è membro del PD ed ha una lunga militanza politica. Nel 1980 si è accostato al Partito Radicale passando poi ai Verdi. E’ stato capo di gabinetto di Rutelli sindaco di Roma e poi lo ha seguito politicamente nei Democratici e nella Margherita, con cui è stato eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati. Si conferma alle elezioni politiche del 2006 nelle liste dell’Ulivo e poi nel 2008 entra nelle liste del PD come sostenitore di Walter Veltroni. Nel 2016 ha perso il ballottaggio con Virginia Raggi per l‘elezione a sindaco di Roma.

Tre facce di un partito e un solo segretario da eleggere per il PD. Un partito che ha bisogno di risorgere dalle ceneri, che si batte ancora il petto per un mea culpa che sintetizza il disamorarsi di tanti, troppi elettori di sinistra, i quali stanchi dei continui attriti all’interno del partito, hanno optato per quel voto di protesta che ha fatto lievitare un’Italia populista e sovranista, capace di preoccupare non solo i moderati del nostro Paese. Zingaretti, Martina o Giachetti, riusciranno a ridare al nostro Paese l’antico significato storico di una Sinistra capace di ritornare a essere il primo partito che possa risollevarne le sorti? L’Italia attende!

 

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