STRAGE PERPETUA (prima parte)


Antonio Dovico – Non passa giorno che stampa e televisione non parlino di femminicidio, omicidio della compagna. suicidio e notizie affini. Notizie palesi, comunque. Non è palese, invece, una strage perpetua di innocenti, legalizzata, che rende ridicola la più famosa nei secoli, perpetrata  da Erode. Fu una tantum, e i bambini massacrati circa 30: solo maschi, perché l’obbiettivo di Erode era di eliminare Gesù, suo temuto detronizzatore, secondo la Scrittura.
 
Per chi vuole capire, la strage perpetua di cui parlo è l’aborto l e g a l i z z a t o. Cioè la legge che autorizza i genitori a sopprimere nel grembo materno la propria creatura. Dalla coppia stacchiamo la mamma, quell’essere quasi divino, esaltata nella vita reale, nella poesia e in tutte le circostanze dove deve risplendere la bellezza dell’amore. Ma a a m m ma, è la prima parola che riescono a pronunziare le labbruzze del bambino. Mamma, ben scandita quando, tentando i primi passi, tremando si rifugia subito  nelle braccia allargate della mamma, che se lo stringe gioiosa al petto, rendendolo felice. Mamma nella gioia, mamma  anche nel primo spavento che lo atterrisce. Poca cosa se questo brutto evento lo incontra appena cresciuto, basta invocare la mamma, essa lo colma subito d’amore, e il bambino si placa.
 
Che terrore però, quando ancora nuota beato nelle acque amniotiche, e sente che un gelido ferro stringe un suo braccino, e tira a strappare, procurandogli dolori lancinanti. Sicuramente l’istinto lo spinge a gridare:  aiuto mammina, mi fanno male, ti prego mammina, aiutami, mi sento morire! Ma aiuto da chi? La mamma è  d’accordo con l’aguzzino, e la tenaglia afferra l’altro braccino, e tira senza pietà. Lo strazio non finisce con due soli strappi ma … meglio tagliare il racconto per non straziare i cuori sensibili. Povera creatura tradita da colei che essa amava ancor prima di nascere. Maledetta legge quella che legalizza un’infamia atroce spacciata per “diritto”. Si può soddisfare un diritto innaturale, calpestando il diritto naturale alla vita di un essere umano, per  giunta indifeso e inerme,  com’è  il bambino nel grembo materno? Diritto diabolico che distrugge la vita di un essere che non ha chiesto di essere concepito, ma è frutto di un  gioco tra un maschio e una femmina, gioco contrario al comando divino crescete e moltiplicatevi. E come avviene la moltiplicazione? Attraverso l’unione sessuale tra un uomo e una donna. Questo amplesso carnale ha il suo acme nell’orgasmo, sia del maschio che della femmina. Dura qualche secondo, bastevole però per indiare sia l’uno che l’altra.
 
L’Indiamento è un termine di natura filosofico-religiosa,e indica un tipo di unione di natura estatica dell’uomo con Dio. Può essere definito un ingresso “in Dio”, che consente all’uomo di far parte della natura divina, in un ambito trascendente. In simile ambiente l’atto sessuale praticato per soddisfare l’stinto carnale fine a sé stesso, è una trasgressione  della legge divina e non  può essere altro che peccaminoso.
 
Affermando questo non pretendo di fare dottrina; semplicemente ragionare con me stesso, onde comprendere perché per la Chiesa l’atto sessuale che prescinde dalla procreazione, non è approvato da Dio, ma esecrato.

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