Si è svolta a Roma presso la Scuola Superiore di Polizia, la sesta edizione del Foro di Roma, la riunione annuale dei Capi della Polizia dei Paesi dell’area balcanica, a cui hanno partecipato, oltre a quella italiana, le delegazioni di 12 Paesi, quali l’Albania, la Bosnia Erzegovina, la Bulgaria, la Croazia, la Grecia, la Repubblica di Macedonia del Nord, la Moldova, il Montenegro, la Romania, la Serbia, la Slovenia e l’Ungheria. Dopo le prime due edizioni, organizzate in Serbia e nei Paesi Bassi, è stata l’Italia a garantire continuità all’iniziativa, resa oggi ancor più strategica per la presenza dei vertici delle agenzie europee e delle organizzazioni internazionali, quali EUROPOL, FRONTEX, INTERPOL e SELEC.
Diversi gli obiettivi dell’incontro, evidenziati dal Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, presente all’incontro. Primo fra tutti la costante alimentazione dello scambio informativo tra le forze di polizia dei diversi Paesi, data la natura sempre più transnazionale della minaccia criminale e terroristica, soprattutto in una regione come quella balcanica che costituisce la porta dell’est Europa. Il successo di un’indagine, la neutralizzazione di un’organizzazione criminale, la sicurezza stessa di intere comunità dipendono, infatti, dalla disponibilità di informazioni chiare e tempestive.
In un mondo digitale e globalizzato, come ha sottolineato il Prefetto Vittorio Rizzi, Direttore Centrale della Polizia Criminale e organizzatore dell’evento, la vera sfida della cooperazione internazionale di polizia è rappresentata dal dialogo tra le piattaforme informative e dall’interoperabilità delle banche dati, che colleghino le informazioni in modo intelligente ed automatico, rendendo immediatamente fruibili all’operatore di polizia quegli elementi selezionati effettivamente necessari per bloccare la minaccia.
Nella stessa prospettiva l’Italia ha proposto la creazione nell’area balcanica, come avviene nel resto dell’Europa, di una rete di Single Point of Contact che, superando la logica della separazione e della compartimentazione, diventino snodo centrale per accedere ai diverse network europei o intercontinentali di cooperazione.
Il Foro di Roma si inserisce nel solco del più generale impegno italiano, articolato in una serie di progetti europei, volto a supportare l’attività delle forze di polizia e dell’autorità giudiziaria di diversi Paesi dell’area dei Balcani nella loro azione di prevenzione e contrasto ai fenomeni criminali di maggiore allarme sociale.
Ed interesse italiano concentrare l’attenzione non solo sul terrorismo e la criminalità legata ai flussi migratori, ma anche la minaccia rappresentata dalle organizzazioni mafiose, in un momento in cui i cartelli criminali italiani stanno coltivando sempre di più mire espansionistiche in altri Paesi del mondo.