LA SCRITTRICE NADIA TERRANOVA OSPITE DI VILLA VACCARINO A MILAZZO IL 21 AGOSTO PROSSIMO ALLE ORE 19


Salvino Cavallaro – Messina. Ancora Messina. E’ la città natale di Nadia Terranova, è il luogo che le ha ispirato la voglia di scrivere romanzi in cui si evince l’emblema di una scrittura asciutta e sbrigativa tipica di coloro i quali sono maestri di narrazione orale e, per questo, capaci di coinvolgere il lettore indirizzandolo all’attenzione e all’ascolto. Dopo avere scritto e pubblicato il libro “Gli anni al contrario”, Nadia Terranova si ripresenta ai lettori con la sua ultima fatica letteraria intitolata “Addio Fantasmi”. 200 pagine caratterizzate da una scrittura semplice e forse anche sottotono, ma capace di rafforzare la drammaticità degli eventi narrati, della quale rileva la dimensione quotidiana, rendendoli familiari e crudelmente vicini. L’opera di Nadia Terranova pubblicata da Einaudi nel 2018, è stata finalista del Premio Strega 2019 e adesso è in ristampa, grazie al grande successo avuto dalla critica e dagli stessi lettori. Tra le tante presentazioni avvenute dopo la pubblicazione in ogni parte d’Italia, Nadia Terranova con il suo “Addio Fantasmi” approderà nei giardini di Villa Vaccarino di Milazzo il 21 agosto alle ore 19,00, grazie all’invito dell’Associazione Culturale Teseo e del suo Presidente Dott. Attilio Andriolo. Un momento culturale di grande spessore, capace di interessare e incuriosire i lettori della città mamertina, che già ha avuto modo di conoscere e apprezzare Nadia Terranova nella sua qualità di scrittrice di romanzi anche psicologici. Proprio come accade oggi in questa sua ultima fatica letteraria che ci parla di momenti di angoscia in un ritorno alle sue radici nella casa di Messina. “Addio Fantasmi” è scandito in tre parti: Il nome, il corpo e la voce. Il nome intorno al quale si evidenzia un vuoto incolmabile è di Sebastiano Laquidara, il padre della protagonista Ida. In una mattina come tante altre, quando Ida aveva ancora tredici anni, suo padre Sebastiano che era ammalato di depressione, si è alzato è uscito fuori di casa, ed è scomparso. Da quella mattina sono passati ventitré anni e Ida che nel frattempo si é sposata e vive a Roma in una casa in affitto, torna nella casa di Messina, dove ha passato l’infanzia e l’adolescenza. Quella casa sua madre ha deciso di venderla, tuttavia, c’è bisogno si selezionare gli oggetti da trattenere che si sono accumulati negli anni e fare riparare il tetto della terrazza che lascia passare la pioggia. Per Ida questo ritorno è opprimente perché è complice della resurrezione di un passato che sembra destinato a non finire mai. Alla scomparsa del padre, infatti, Ida e la madre hanno reagito con il silenzio, fingendo di vivere nello spazio temporale di un’assenza provvisoria. Nel corpo e nella voce, invece, si manifesta da parte di Ida soprattutto l’assenza del padre che per lei è stata devastante nel dire e pensare che se una cosa é avvenuta al corpo “allora non è accaduta davvero”. Infatti, nessun corpo può avere valore dal momento in cui una mattina come tante altre, il corpo del padre é sparito nel nulla. Alla voce è poi dedicata l’ultima sezione del testo di Nadia Terranova, dove non risuona soltanto la voce e il profumo del padre che Ida crede di aver salvato imprigionandoli in una scatola rossa in cui ha racchiuso un vecchio nastro e una pipa che conserva l’odore del tabacco, ma irrompono altre voci. Già, altre voci come quella di Sara, la sua migliore amica di giovinezza e quella di Nikos, un ragazzo appena conosciuto che ha causato in un incidente la morte della ragazza che amava e a sua volta sceglie di morire. Un intreccio di ricordi in cui tra le ultime pagine del libro “Addio Fantasmi”, si mette in risalto quell’aprirsi al dolore degli altri che aiuterà Ida a uscire dall’immobilità del suo lutto non vissuto, gettando in mare quella scatola rossa dei ricordi fossilizzati. Il tutto rivisitato in una Messina che mette in luce una memoria che non fa sconti nel cambiamento di tante cose che il tempo ha mutato, ma che Nadia Terranova narra con parole asciutte, sbrigative, e proprio per questo molto commoventi.

Salvino Cavallaro

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