SCUSATE COMPAGNI, E’ QUESTA LA DEMOCRAZIA?


Antonio Dovico – Diceva bene un idolo del popolo italiano, che si distingueva per la lunga pipa perennemente stretta tra i denti. Sosteneva che la peggiore delle democrazie è migliore della meglio dittatura. E’ vero, nella democrazia trionfa il morbido “buonismo”, e manda a cuccia l’aspro rigore della dittatura. Non posso affermare se ha anche la benedizione  di un  u n t o del Signore rivoluzionario, venuto dall’altro mondo. Mentre scrivo, non ne ho le prove; potrebbero fornirle le cronache che seguiranno. Sono vecchio abbastanza per ricordare la tragedia dei desaparecidos di quell’ “altro mondo.” Un uomo tenero di cuore, nella prima metà del secolo scorso, aveva spazzato via il governo legittimo, insediandosi al suo posto. Esplorando  il palazzo del potere,  trovava oro in ogni suo angolo. Perbacco, una ricchezza immensa come questa,  mentre i descamisados fanno la fame? Distribuiamo oro a piene mani, e addio rigore; sconfiggiamo la povertà. Il popolo del lavoro gradì il regalo, e si diede alle dolci  gozzoviglie notturne. Fu così che la miseria sedette sul trono che era stato della ricchezza. Le favole incantano, ma il risveglio è amaro. Arrivò il serpente a sette teste e  fu strage.
Sono state computate  tra i 20 e   le 30,000 persone scomparse. E la situazione attuale economica di quella che fu la terra sudamericana dei sogni, dopo tanti decenni,  fa pena più che mai. La democratica patria italiana, ha imitato la  consorella nazione dell’altro mondo, dando più di quanto poteva ai suoi figli, ora è ridotta ad un debito colossale. Per fortuna i cittadini italiani sono ricchi, e saranno chiamati a sanare il debito. Giusto no? E allora gridiamo in coro:VIVA LA DEMOCRAZIA! e abbasso la dittatura.

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