– Foto: Giorgio Chiellini capitano della Juventus –
Si possono dire tante cose sulla Juventus. Si può ascoltare da sempre quella parte d’Italia anti juventina che manifesta tutta l’antipatia verso una squadra che gode il maggior numero di scudetti e si attira i più reconditi sentimenti mai ammessi neanche a se stesso, di quella subdola forma d’invidia capace di nascondere un’innata idiosincrasia di dilagante presa tra tutti i sostenitori di altre fedi calcistiche. Tuttavia, ponendo ai margini le ancestrali passioni di parte che mettono sempre in primo piano l’opinabilità del calcio inteso come colori da difendere con le unghie e con i denti, dobbiamo dire che la Juventus vista come organizzazione societaria ben strutturata nei suoi tanti aspetti gestionali, è sempre prima ad arrivare là dove altri giungono dopo. L’intesa raggiunta in questi giorni dalla società bianconera con lo staff tecnico e i suoi giocatori per il taglio degli stipendi, è un esempio per tutto il sistema calcio che in questo periodo di emergenza generata dal Covid 19, sta causando inaspettati quanto inimmaginabili problemi di natura economica e finanziaria che sta coinvolgendo tutto il nostro Paese. Certo che ognuno di noi in maniera qualunquistica potrà pensare che per giocatori super pagati come quelli della Juventus tutto ciò non rappresenti una vera e propria rinuncia con rischio di impoverimento. No, questo no, perché con questo gesto forse epocale, i giocatori della Juve esprimono la volontà etica di non percepire lo stipendio per il periodo di stop, come al contrario era stato pattuito dal contratto firmato tra le parti. Così, a partire da Cristiano Ronaldo che si è unito subito all’iniziativa proposta dagli stessi suoi compagni di squadra, con i suoi 31 milioni di euro netti a stagione rinuncerà a 2,59 milioni di euro netti al mese per marzo, aprile, maggio e giugno, con una decurtazione complessiva di 10,33 milioni di euro. Con questo taglio di emolumenti globali, calcolata su ciascun calciatore, la Juventus risparmia in tutto qualcosa come 90 milioni di euro. Non è poco, tenuto conto che se i giocatori di comune accordo non avessero acconsentito, la società dal punto di vista giuridico avrebbe dovuto rispettare gli impegni presi. Il modello Juve non dispiace all’Associazione Italiana Calciatori e al suo presidente Tommasi, il quale da sempre ha auspicato che i calciatori devono fare la loro parte. Dunque, non c’è che dire su questa iniziativa partita dall’economista Chiellini che sta già studiando per un avvenire da manager. Cresciuto tra pallone e libri, Chiellini si è laureato in Business Administration con lode e nel momento in cui appenderà le sue scarpe al chiodo si prospetta che rientrerà a far parte della classe dirigenti della Juventus. Ritornando dunque all’aspetto di un restringimento economico contingente alla situazione del nostro Paese, diciamo che all’improvvisa povertà piovuta sulla testa della gran parte del popolo italiano, il quale sta vivendo giorni allarmanti sotto il profilo della salute e di un virus che attenta la vita, questa inaspettata notizia del taglio degli stipendi da parte dei giocatori della Juventus, ci fa pensare a un’iniziativa che sarà presto adottata anche da altri calciatori appartenenti ad altre società di calcio. Ma la Juve è stata prima anche questa volta.
Salvino Cavallaro