“Dialoghi con Euridice e altri versi”, le liriche di Maria Lizzio


  – Maria Lizzio.

Copertina del libro I dialoghi con Euridice e altri versi Copertina del libro “I dialoghi con Euridice e altri versi” 

Conoscersi per caso e poi scoprire l’idem sentire. La Prof.ssa Maria Lizzio è una di quelle persone dotate di particolare sensibilità d’animo, capace di condurre la propria esistenza con lo stile di chi mette in atto rapporti intensi di umano sentire. E’ un’inesausta esploratrice dei cassetti dell’anima, che la rendono particolarmente interessante nel suo essere capace di arricchire l’introspettiva di chi ne condivide la sua amicizia. Così posso dire di ritenermi fortunato di averla conosciuta e condividerne i pensieri talora più profondi dell’esistenza. Piace quel suo modo di esprimersi che nasce non solo dal suo ricco percorso letterario e culturale, ma anche e, soprattutto, dal quel fascino emanato da un umano che lei esprime attraverso sguardi e parole. Così, giorno dopo giorno, abbiamo scambiato i nostri percorsi di vita diversi per indirizzo professionale, ma simili per conduzione umana. La Prof.ssa Maria Lizzio è una scrittrice che per tanti anni è stata insegnante di scuola superiore. Tra le tante cose scritte durante il suo percorso letterario, c’è questo volumetto di poesie intitolato “Dialoghi con Euridice e altri versi” edito da Il Convivio, nella cui copertina spicca la bellissima immagine di sua madre. Da qui si percepisce subito il particolare rapporto avuto dall’autrice con la propria mamma, in cui s’intuisce una relazione peculiare. “A mia madre, ombra (e luce) sulla mia via”, così si legge in dedica all’inizio del volume che ne raccoglie le sue splendide liriche. C’è poi un’altra frase rilevante che si può notare tra lo sfogliar delle pagine iniziali: “Euridice è tutto ciò che abbiamo amato e irrimediabilmente perduto, ma di cui resta, immortale, l’eco nella nostra anima”. Ed ecco che Euridice, splendida ninfa mitologica che morì per il morso di un serpente e fece crollare nella disperazione il suo sposo Orfeo, si abbina come amore irrimediabilmente perduto che fa eco immortale nella nostra anima. Proprio quell’anima di cui facevamo cenno prima, del quale l’autrice sembra cibarsi come cura e senso di vita. Una caratteristica che fa emergere il tratto poetico di Maria Lizzio, che con questa sua raccolta di scritti dal respiro poetico, fa scaturire riflessioni che sono la sintesi aulica di un linguaggio letterario piacevolmente scorrevole. Molte sono le liriche che conquistano l’anima e tanti sono i momenti in cui il lettore si compenetra nell’intimo pensiero dell’autrice. Da “Ad Euridice”, a “Di soste viviamo”, per continuare con “Concerto per due”, “Le ombre della memoria”, “A mia madre in primavera”, “Le strade del mio paese”, per citarne soltanto alcune che hanno il sapore magico di un’armonia letteraria che fa emergere l’impronta di un’autrice la cui penna esprime tutto l’intrinseco racchiuso nella sua anima. Parole che si sprigionano come note musicali e fanno bene al cuore. Chi può la legga quest’affascinante raccolta di liriche di Maria Lizzio. Ne ricaverà sicuramente il beneficio dell’anima.

Salvino Cavallaro

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