LA STORIA DELLA “GLADIO BIANCA”, UNA STRUTTURA DI PATRIOTI LEGATA ALLA NATO CHE DIFESE LA LIBERTA’ DELL’ITALIA CON LE UNGHIE E CON I DENTI DURANTE I 45 ANNI DELLA PRIMA GUERRA FREDDA


— Ma c’era anche la gladio rossa del Pci, cosa che molti negano.

 

LA STORIA SIAMO NOI ED E’ NECESSARIO CONOSCERLA

– Giuseppe Stella –

– Ag. Agim –

Gladio è parte integrante della guerra fredda è ha avuto un particolare ruolo in quel periodo per la salvaguardia della democrazia in Italia, insidiata dai sovietici d’allora e dal Pci con estreme annesse. Una storia segreta della nostra Repubblica di rilevanza internazionale, ancora oggi inestricabile.


In Italia, c’era la strategia della tensione (di fatto una guerra) e i coinvolgimenti in questa situazione furono tanti e importanti, ma di difficile lettura.

Gladio è stata un’imitazione, in forma più moderna, delle formazioni partigiane nate in tutta Europa contro i tedeschi, una rete clandestina che operava nell’ambito Nato in previsione di uneventuale occupazione nemica del nostro territorio: Russia e aderenti al Patto di Varsavia e anche Jugoslavia.
Gladio, cosiddetta organizzazione O, consisteva in una formazione partigiana bianca, la “Osoppo” (anticomunista).


In alcuni documenti
si parla del controllo, da parte dei servizi segreti, dell’intero gruppo Gladio, in altri non si fa accenno ad alcun controllo.

La pianificazione geografica era però concordata con il servizio informazioni Americano come anche le modalità operative, l’addestramento, i materiali in dotazione e i depositi di armi ed esplosivo che venivano spostati continuamente. Gli Usa, e non solo, temevano il pericolo rosso dell’Impero sovietico.

In un documento del 18 ottobre 1990, il Presidente del Consiglio Andreotti riferì alla Commissione parlamentare stragi che la nascita di Gladio risaliva al 26 novembre 1956 ma invero quella data si riferiva ad accordi aggiornati tra il Sifar italiano e la Cia e cioè alle reti segrete Stay Behind.


Tali accordi però erano stati fatti nel 1951-1952 e una struttura anti-invasione esisteva sin dal 1949. L’8 ottobre 1951 il capo di Stato maggiore della Difesa in un pro-memoria parlò di “Organizzazione informativa operativa nel territorio nazionale suscettibile di occupazione nemica”.

La struttura clandestina statunitense anti-invasione dunque esisteva già ma il Sifar volle costituìre a sua volta un nuovo organismo per affiancarlo a quello americano. Questa struttura avrebbe dovuto essere capace, in caso di invasione sovietica o jugoslava, di fornire informazioni, sabotare gli impianti dell’occupante e fornire assistenza ai militari rimasti dietro le linee.

Gladio ha ricalcato, in forma più aggiornata l’organizzazione adottata dalle forze di resistenza partigiana in Europa durante l’occupazione nazista. E’ stata dunque una rete clandestina, inserita nell’ambito Nato, da impiegare nell’eventualità di un’occupazione nemica del territorio.
L’origine di Gladio è fatta risalire come detto all’organizzazione O, partigiani bianchi (democratici).
Nel primo dopoguerra, appena ebbe inizio la “Guerra Fredda” e divenne concreto il pericolo di un attacco degli eserciti del Patto di Varsavia, questa organizzazione fu inserita legalmente nelle Forze Armate italiane. Fu dotata di vertici militari e fatta confluire nelle strutture segrete della Nato di cui noi facevamo e facciamo parte.


La Gladio era formata da cinque unità di pronto impiego in regioni particolarmente strategiche e si chiamavano: “Stella Alpina” (Friuli), “Stella Marina” (Trieste), “Rododendro” (Trentino Alto Adige), “Azalea” (Veneto) e “Ginestra” (Laghi lombardi).
L
‘Ufficio R del Sifar era formato da quaranta nuclei: sei informativi, dieci di sabotaggio, sei di propaganda, sei di evasione e fuga, dodici di guerriglia. Inoltre, erano state costituite varie unità di pronto impiego in regioni particolari.


L’organizzazione agiva in modo protetto, articolata per far in modo che non potesse risultare mai scoperta. Cerano unità di guerriglia pronte da attivare come vere e proprie bande partigiane con livelli anche direttivi. Insomma si organizzarono come veri e propri “gladiatori” (ispirati a quelli romani). Gli appartenenti dovevano rimanere ignoti.
Poi furono fatte indagini su Gladio ma sui livelli minori. compresi i seicentoventidue gladiatori in funzione antinvasione.

Il giudice Casson il 27 luglio 1990 con le dichiarazioni del presidente del Consiglio Andreotti non potè far nulla perchè molti documenti sulle “stragi” furono distrutti il giorno prima.

Un lavoro davvero certosino dei Servizi segreti italiani e di mezzo mondo che temevano l’invasione dei rossi.


La prima repubblica fu caratterizzata dalla guerra fredda ma molti oggi non lo sanno o fanno finta.


Il materiale, armi e altro, destinato alla rete clandestina non era però solo quello interrato in contenitori sigillati ma anche in superficie, caserme di Carabinieri e basi strategiche Nato.


Un punto controverso riguarda il numero dei gladiatori.


La forza complessiva dal 1974 era di 2.874 unità. Stando agli atti delle indagini dei magistrati dopo il crollo del muro, la forza effettiva rimase tuttavia notevolmente al di sotto (se queste indagini sono esatte).

Il Centro e quartier generale dell’esercito  clandestino di Gladio fu la base militare sarda di Capo Marrargiu. All’esterno della base c’era il simbolo della spada Gladio e il motto scritto “Silendo Libertatem Servo”.



Gladio entra di striscio anche  nella vicenda del “Piano Solo” (De Lorenzo) che fu preparato d

a quel generale massone, capo del Sifar, da attuarsi come golpe nel caso in cui il Governo di centro sinistra (presieduto da Aldo Moro) non rivedesse la sue posizioni e le istanze riformiste di sinistra.

Nel caso del rapimento di Moro, la presenza di Gladio è evidente: sapevano tutto due settimane prima.

Ma i brigatisti rossi chi erano dunque? C’era anche la Gladio Rossa dell’ex Pci.

Certamente Moro parlò di Gladio nel suo “processo” del popolo che gli fu fatto e in questo contesto la vicenda del memoriale delle rivelazioni dello statista è inestricabile. Poi la morte del generale Dalla Chiesa (ufficialmente ucciso dalla Mafia, ma su ordine di chi?), che entrò in possesso di carte molto compromettenti che non poteva e non doveva conoscere.



La struttura Gladio fu sciolta dall’allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti nel novembre del 1990. Furono pubblicati, stupidamente, i nomi dei 622 gladiatori (quelli meno importanti però) e assolti per spirito di “patriottismo”. Agli ex gladiatori fu persino data dal direttore del Sismi, Ammiraglio Fulvio Martini, una lettera di ringraziamento che in sintesi diceva:«Per ordine del Governo la struttura Stay Behind è sciolta a far data del 27 novembre 1990. La S.V. deve considerarsi dunque svincolata da ogni obbedienza connessa alla struttura. Il Servizio La ringrazia per la consapevole disponibilità offerta nella possibile prospettiva di un compito legittimo e generoso nella malaugurata evenienza di un’occupazione militare dell’Italia. Cordiali saluti». Tutto questa è storia recente. Ma ci sono ancora alcuni, ideologicamente orientati, che sostengono che “Gladio” fu costruita dalla Cia americana e da altri servizi segreti occidentali con “l’intento di non fare vincere mai le elezioni al Partico Comunista Italiano che poteva aprire la strada alla sinistra al potere”. Perchè? Perchè allora l’impero sovietico era temibile (col Patto di Varsavia) e finaziava il PCI (e questo lo sanno tutti) con milioni e milioni di rubli che arrivavano a vagonate in Italia al partito di Ochetto e Napolitano, PCI che tifava tremendamente per lex Pcuss di Mosca dove molti comunisti, vedi anche D’Alema…, andavano persino ai loro congressi per indrottinarsi meglio al comunismo. Ma la Gladio Bianca comunque è stata una realtà completamente legittima per prevenire eventuali invasioni del suolo italiano, lottando all’occorrenza per scacciare il nemico; ed era anche emanazione della Nato alla quale gli italiani veri si onorano di appartenere. Oggi dicono ci sia una seconda guerra fredda: quella che si combatte da anni contro l’ISLAM terrorista delle “Torri Gemelle” e quella contro i CINESI che vorrebbero diventare i padroni del mondo, come voleva fare Hitler o per lo meno chi lo manovrava come un burattino. Infatti Hitler era un emerito ignorante, bocciato per ben due volte alle scuole elementari. Il libro che scrisse Mein Kamp gli fu infatti dettato dai nazisti del suo partito ma queste cose a scuola non si studiano. Ora siamo già in piena “SECONDA GUERRA FREDDA” e forse in Italia e in Occidente bisognerebbe ricostituire altre nuove “GLADIO BIANCHE” nel nome della libertà che è il bene più prezioso della terra.

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