Le radici del cristianesimo sono solo ebraiche e l’Europa discende dagli Indoeuropei


radici1

–Giuseppe Stella.

 

Pubblicato la prima volta il 25 agosto 2010.

 

SECONDO LA SCRITTRICE MELANIA G. MAZZUCCO LE RADICI DEL CRISTIANESIMO SONO SOLO  EBRAICHE

– L’EUROPA DISCENDE, PERO’, DAGLI INDOEUROPEI, CHE MIGRARONO MILLENNI FA E PRIMA DI CRISTO

IN OGNI ANGOLO DI MONDO,  COLONIZZANDO TUTTO IL GLOBO: NORD, EST, SUD ED OVEST –

LE ORIGINI CRISTIANE EUROPEE DUNQUE NON ESISTONO PERCHE’ DISCENDIAMO DA POPOLI MOLTO PIU’ 

ANTICHI E CON CULTURE DIVERSE UNA DALL’ALTRA.


I PARTE

 

Cari amici cristiani

 

La Mazzucco così scrive:

“Certo, è curioso che una religione, per nascere, debba “farsi prestare” i libri sacri di un’altra, …” Succede anche nello scomparto musulmano, che ha preso in prestito, anzi si è impossessata a volte con la violenza dell’ebraismo e del cristianesimo, istituendo la propria religione di cui tutti sanno, tutte e tre monoteistiche  e facenti capo ad
un solo identico Dio.

Il Cristianesimo, nasce, si innesta, sul ceppo originario dell’Antico Testamento, delle cui profezie sarebbe l’inveramento ed il compimento tramite la figura di Gesù Cristo.
Non si tratta evidentemente di ”farsi prestare” niente. La Chiesa di Roma quando diventa un’entità istituzionalizzata, sotto Costantino nel IV secolo, ha già alle spalle una realtà storica effettiva (vanta già più di due secoli), essa è infatti la tradizione vivente del Cristianesimo, che assume sotto l’imperatore di Roma la forma specifica di religione di Stato.

Quando nel 325 viene promulgato il concilio di Nicea, c’è l’esigenza disciplinare di mettere ordine nella congerie di correnti che si sono sviluppate intorno all’insegnamento di Cristo. In primis c’è da controbattere ad Ario e alla sua concezione della natura di Cristo. (Gesù è stato creato, non generato, non è della sostanza del padre), quella di cristiani fedeli ai Vangeli, che sostengono esattamente l’opposto.

Quindi di seguito:

1) Il concilio decide che la Pasqua si festeggi la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, in modo quindi indipendente dalla Pasqua
ebraica, stabilita in base al calendario ebraico;

2) Gesù è morto crocifisso, ed è verità di fede; gli gnostici,che negano in qualche modo il susseguirsi  degli eventi, sono degli eretici. La dichiarazione di fede
che ne segue e a cui tutti vengono chiamati
  prenderà il nome di credo niceno;

3) Gesù è nato in maniera virginale, ovvero da una donna vergine. La cosa è stata già detta dai Vangeli, ma viene ribadita con forza;

4) Vengono stabilite nuove severe regole per il battesimo degli eretici e dei loro figli;

5) Vengono dettate sanzioni contro i lapsi, come erano chiamati coloro che avevano abiurato al cristianesimo durante le persecuzioni di Licinio;

6) Viene proibita la presenza di donne in casa dei prelati, a meno che non siano in età avanzata e  comunque legate da vincoli di parentela con il sacerdote.

Questioni, le prime in modo particolare, di una qualche importanza per la natura della fede. Non facciamo la caricatura del Concilio trasformandolo in una congrega di sacerdoti che si azzuffano, siamo seri, (si dice che volò qualche ceffone tra Ario e i vescovo di Mira).

 
Sempre Mazzucco

“Solo da quel momento (dopo il Concilio) la Chiesa di Roma poté dire di aver definito la propria “religione”, nel compendio che oggi chiamiamo Antico e Nuovo Testamento. Ma è un compendio tanto bizzarro, trattandosi di un innesto su una religione già esistente

Ribadisco che non vi è nulla di ”bizzarro” nel compendio, in quanto per i cristiani, la Bibbia è un Libro Unico e il Nuovo Testamento non può sussistere senza il Vecchio. Quanto alla ”religione già esistente”, si persiste nello stesso errore (errare humanum est). Le radici del Cristianesimo sono ebraiche.  Punto.

“A sua volta, è difficile sostenere che una “verità rivelata”, quale dovrebbe essere la Bibbia, venga messa ai voti per stabilirne la composizione. (Se è una verità, non
può sottostare alle opinioni)”.

Ma quando e dove la Bibbia sarebbe stata ”messa ai voti”, come se fosse una legge del Parlamento? Mazzucco, ha una concezione troppo ottimistica e riduttiva della verità. La verità riguardante la natura di Diò non ha, ahimè, la stessa autoevidenza tautologica di 2 + 2=4. Eccome se sottostà alle opinioni! Se così non fosse, Cristo
sarebbe, apoditticamente, il Redentore “urbi et orbi”.

“Tutto questo genera una profonda contraddizione iniziale, nella quale una religione nasce dopo la chiesa stessa”.

”Una religione nasce DOP0 la chiesa stessa”!? In altre parole, il Cristianesimo, che si origina nel I secolo, sarebbe nato durante il III, con Costantino? Uno straordinario esempio di post hoc, ergo propter hoc.

Più che di “profonda contraddizione iniziale”, parlerei di una sua certa confusione, sull’argomento. Anche se, a onor del vero, successivamente, questo sorprendente
anacronismo viene corretto (e qui l’autore è in contraddizione con se stesso) ”Nonostante questo, rimane il fatto che a quel tempo esistesse una “religione cristiana”, ed è quindi giusto riconoscere alla Chiesa di Roma una valenza spirituale, indipendentemente dalle sue origini storiche o dalla sua legittimità istituzionale”.

A proposito delle disquisizioni semantiche sul nome di ”Pietro”. ”Kefa”, nome stesso dato da Gesù a Simone, in aramaico significa ”roccia”, in Greco tradotto con ”Petros”. La corrispondenza è precisa, ahimè! Il sofisma linguistico secondo il quale essendo ”petra” femminile” e ”petrus” maschile, si fa di una supposta ”piccola roccia” una roccia, è di un bizantinismo davvero disperatamente capzioso. Secondo il Nostro con questo, sì davvero piccolo gioco di prestigio lessicale, cadrebbero le premesse
“simboliche” sull’investitura di Pietro. Suvvia! Ma, come si suol dire, ”Chi si accontenta gode”.

Di più

Sul fatto che Pietro sia giunto a Roma e ivi martirizzato, nell’antichità ne parlano diversi autori, tra cui Lattanzio, il quale scrive, ”Già da qualche anno regnava Nerone, quando giunse in Roma l’apostolo Pietro e, operati alcuni miracoli per la virtù e il potere che Dio aveva infuso in lui, convertì molti alla vera fede e innalzò a Dio un tempio fedele e duraturo. Nerone, tiranno malvagio e perfido com’era, quando gli fu riferito ciò e venne a sapere che ogni giorno, non solo in Roma, ma dovunque, numerose persone disertavano il culto degli antichi dèi e, condannata la vecchia religione, passavano alla nuova, si diede con tutte le forze ad abbattere il regno celeste innalzato dall’apostolo e a distruggere la vera fede: perseguitando per primo i servi del Signore, fece crocifiggere Pietro e decapitare Paolo”.


C’è ancora dell’altro, naturalmente, ma sorvolo perché mi sembra già sufficiente.

Al di là di tutto ciò, si può affermare, sì, che la Chiesa, e nello specifico la Chiesa Apostolica Romana, nel corso della sua storia millenaria ha ampiamente tradito il Cristo e
di fatto è diventata anticristica tutte le volte che si è resa responsabile e co-responsabile di crimini nei confronti dell’umanità. E lo dico da credente. Caro Mazzucco, il Mistero di Iniquità di cui parla San Paolo, e che è in corso fin dall’inizio, coinvolge  la Chiesa in modo particolare.
Potrebbe essere altrimenti? Se non è vero che extra ecclesia nulla salus, senza di essa, tuttavia, la salvezza (per chi crede) non sarebbe arrivata sino a noi, e
per chi non crede, non sarebbe giunto l’immenso patrimonio spirituale rappresentato dall’insegnamento di Gesù.


II PARTE

 

I NOSTRI ANTICHI ANTENATI 

INDOEUROPEI: ORIGINI E MIGRAZIONI – LE RADICI DELL’EUROPA  SI DEVONO CERCARE
NEL NEOLITICO E RISALGONO A MILLENNI  PRIMA DI CRISTO
 

Se la storia siamo noi, ci dobbiamo conoscere meglio perché le radici europee non sono cristiane  e sono molto più profonde di quanto si voglia far credere. L’Europa esiste perché un popolo antichissimo ha lasciato le sue nitide tracce, lo dicono vari studi.
L’orma indelebile è, infatti, quella dell’indoeuropeo  ed è visibile in Egitto e nell’Asia centrale, ma anche nelle Americhe e in Oceania. La nostra è dunque un’identità plurimillenaria, vera configurazione dell’Europa tutta, anche se tanti parlano ancora di radici cristiane da inserire nella Costituzione europea, che risalgono invece ad “appena” 2 mila anni fa. I popoli maggiori dell’Europa  si costituirono di fatto con le migrazioni avvenute prima dell’età del bronzo, in pieno neolitico, a
decorrere dal 3.500  a.C.  Ma le infiltrazioni indoeuropee  sono pure collocate nel IV millennio avanti Cristo, la lingua proto-ariana data persino al VII millennio a.C.

Storicamente è stato accertato che dal grande bacino antropologico indoeuropeo, probabilmente la zona baltico-lusaziana, iniziarono a muoversi i popoli poi divenuti Germani, Italici, Elleni; popoli che davano l’avvio al nostro intero patrimonio di variegate civiltà. Le vere radici d’Europa furono dunque Sparta per la Grecia e Roma per l’Italia, che avevano i loro Dei e idoli. Ma ancora prima era la natura che governava il mondo e l’idea divina dell’uomo ancestraleil sole, l’acqua, i fiumi, i laghi, le foreste, la terra, la selvaggina, gli animali selvatici, e poi il fuoco e cose simili.

Altro che radici cristiane dell’Europa!

 

MA PARLIAMO UN PO’ DI PREISTORIA 

L’India era il luogo abitato dal popolo delle regioni d’ Oriente. Un Paese bagnato dall’Indo al cui bacino si aggiunse poi, per estensione, quello del Gange.
Indiane furono dette  anche le isole al Sud dell’Asia e quelle della Malesia. India fu poi chiamato tutto il territorio della parte orientale della terra. l’India fu considerato dagli antichi il Paese delle meraviglie per la natura e i suoi spettacolari paesaggi. Indubbiamente le prime civiltà  si crearono intorno al Gange e all’Indo, fiumi che resero possibile gli stanziamenti di popoli come gli Arii che fecero sorgere metropoli della cultura, della religione, del commercio: Indaprastra, Matura, HastinapuraKangiacugbaPratihtanaKapilavustaPataliputraI primi abitatori di queste terre pare fossero di razza nera simili ai neri
d’Australia, ma poi giunsero i bianchi, già allora dominatori di civiltà superiore a quella dei loro schiavi di razza nera. Ci fu dunque una mescolanza di popoli, come avviene anche oggi, e la storia si ripete come una vite senza fine. I costumi e le idee religiose cambiavano col trascorre del tempo ma le caste restavano immutabili. La seconda grande migrazione dell’uomo, 30 o 40 mila anni fa, richiamano la Rhodesia come culla dell’intera umanità.

 Sembra siano occorsi  10, 15 mila anni per diffondersi in tutti i continenti che occuparono con insediamenti fissi e la costruzione dei primi villaggi. Sono però i Baschi a risultare il più antico popolo europeo perché risalenti a  circa 20 mila anni or sonoCon tali migrazioni continue ci sono ancora oggi popoli le cui origini e stirpi risultano  sconosciuti: Turchi, Slavi, Mongoli, Siberiani, Germani, Sassoni ecc  Alcuni popoli diffusi in Europa e Asia fanno
parte di quella grande famiglia che precede la indoeuropea. La scoperta poi di una primitiva lingua indoeuropea portò a credere all’esistenza di un popolo ancora più antico.

La parola razza a questo punto sta ad indicare una comunanza naturale con caratteristiche precise e non esiste tra gli uomini una classificazione razziale, quindi dire razzista è uno stereotipo stantio, un clichè senza senso. Per razze intendiamo invece specie diverse di animali e non esiste una “razza” indoeuropea ma popoli affini. Gli uomini della nostra antica o nuova civiltà appartengono tutti a uno stesso ceppo: bianchi, gialli, neri o rossi che siano.   

    Ma è la sede primitiva di questo popolo, collegata all’origine delle lingue che tiene ancora banco: qual’è in effetti l’originale patria?  L’Asia o l’Europa stessa? Dobbiamo escludere sicuramente l’India e l’Iran  nei quali Paesi la loro emigrazione è in atto riconoscibile in un’età datata e più recente. Ma si richiamano anche influssi antichissimi con la cultura babilonese. Parlando di matematica, vale l’argomento del sistema  frammisto decimale degli indoeuropei presso gli Elleni, Italici, Germani e i Celti, che adottavano il sessagesimale, e, nel sistema babilonese, il numero base è proprio 60 con diverse applicazioni pratiche; sistemi che determinavano misure, pesi ecc…e che servivano per il commercio e le varie attività economiche in agricoltura agli inizi e l’allevamento del bestiame tra cui le pecore dalle quali ricavavano la lana  che lavoravano per coprirsi. Una curiosità è data dal prezzo di una sposa che si pagava in buoi, come anche le ammende. Infatti, il bue è sacro nell’India e in Iran. Il nomadismo, quindi, era un sistema di vita quasi superato anche se spesso si spostavano. Già per le misurazioni si sapeva contare fino a 100. Sin d’allora erano delineati i compiti tra uomo e donna: l’allevamento degli animali, cosa più pregiata e remunerativa, spettava all’uomo mentre l’agricoltura e il manifatturiero spettavano alla moglie, che veniva comprata per avere una forza lavoro, ma ai primordi valeva il ratto, metodi usati dai guerrieri o per necessità, anche economiche. Riti, per noi ora tribali ma per quei tempi
normali, erano alla base del  matrimonio, che si concludeva dopo un banchetto e alla presenza di testimoni e la moglie diventava proprietà del marito con tanti sistemi di
ghettizzazione e ruoli ritenuti inferiori e schiavizzanti, che ancora oggi si perpetuano in culture diverse dalle nostre soprattutto a causa di religioni assurde ereditate da un lontano passato. Come si vede la condizione della donna è stata sempre assoggettata alla supremazia dell’uomo e, nonostante il trascorrere di millenni, vi sono ancora adesso tracce significative di queste differenze, che hanno origine nella notte dei tempi.  Il padre aveva diritti di vita e di morte sui figli, che poteva anche vendere, e la separazione tra i coniugi era distinta, tanto che l’uomo consumava i pasti  escludendo la donna. Insomma, sin da allora le comunità, i villaggi e le aggregazioni si diedero
da fare per regolamentare in qualche modo la vita in comune, una necessità contingente che spesso sfociava in ferree regole dettate dal tempo e dai costumi.

LE RELIGIONI si riferivano a divinità correlate a uno stadio primitivo e Dio era un fattore cosmico, il dio del cielo, esattamente come oggi; e poi c’erano le divinità protettive; un po’ come quelle di adesso: ogni santo, elevato a tale rango dalla chiesa e dunque dagli uomini, ha, infatti, la sua funzione e collocazione e Dio nelle religioni monoteistiche è sicuramente entità astratta e irraggiungibile, oltre che invisibile, fattore cosmico, proprio come allora.
Il Dio era ed è chiamato “padre”. Il prete attuale  esisteva pure prima, ed era, in tempi lontani, mago e stregone; ma i miti degli dei sono ormai leggenda, che si perpetua però nei santi attuali: quindi, una storia che si ripete con il cristianesimo, che – a parte i valori ideali e universali trasmessi da Cristo, considerato, a torto o a ragione, figlio del Dio invisibile del vecchio testamento – diventa utopia di vita e verità intrinseca di una filosofia di pensiero i cui  insegnamenti trasmessi possono fare accademia per contenuti irrealizzabili. Chi di noi può infatti veramente dirsi cristiano, compresi i cosiddetti ministri del culto, che osserva i precetti del Signore? E il perdono? A chi appartiene e chi lo impartisce: un peccatore o un puro, che sicuramente non esiste? Dogmi e utopie qui si fondono con l’incredulità e, ai nostri giorni, affiorano e si rafforzano scetticismi e pure carenza di speranza per le promesse di un aldilà a cui ormai pochi credono
veramente.

LA GRECIA NASCE PURE DA INVASIONI  di quattro popolazioni indoeuropee,  provenienti dall’Asia: ioni, eoli, achei, dori.
Gli achei, intorno al 2000 a.C., presero contatto con Creta, già una fiorente civiltà, a quanto pare molto avanzata; in pochi secoli, con adeguati piani politico-militari espansionistici, la sottomisero e con lei l’intera penisola greca e le isole dell’Egeo. Raggiunsero anche la Sicilia e l’Italia dando vita alla Magna Grecia. Nel XIII secolo a.C. scoppiò la nota guerra tra achei e troiani, cantata da Omero. Lingua e religione (onnipresente) furono tra i greci elemento d’unione. La religione non era stata scritta su un libro sacro come la Bibbia e furono i poeti: Omero (autore dell’Iliade e dell’Odissea) ed Esiodo, a raccoglierne le credenze. In quel periodo, nacquero i giochi
olimpici (le olimpiadi di oggi), occasione in cui persino le guerre venivano interrotte da una tregua olimpica.

Per finire, Le nostre radici e quelle di tutta Europa non possono affatto dirsi cristiane come vuole la Chiesa di Roma, ma indoeuropee, popoli diversi che credevano a divinità diverse, soppiantate poi da quelle pagane della Grecia e, successivamente, di Roma: resta un filo rosso che vede gli uomini pronti a credere ad entità sconosciute e misteriose in ogni tempo storico, nel caso del cristianesimo a profeti annunciati da scritture ispirate da Dio, considerate sacre chissà da chi e perché, e a verità rivelate
e quasi imposte; argomenti ostici da digerire, ieri e oggi,  per i dogmi che promanano e che  sembrano barriere insormontabili; tant’è che Cristo fu, di fatto, un rivoluzionario, sacrificato e martirizzato sull’altare di una religione nascente che in pratica emarginava e liquidava la sua antesignana ebraica, ma anche quella
degli dei pagani appartenente a greci e romani, durata quasi 2000 anni. Una vecchia guerra di religione, come ce ne sono sempre state e sempre ci saranno,
guerre volute dagli uomini, che, spesso e volentieri, elevano a vessillo improbabili divinità sicuramente inesistenti, o fabbricate ad arte da filosofie incomprensibili e cervellotiche che mirano al controllo dell’uomo e delle coscienze, minando i fattori di crescita del pensiero libero 
degli uomini. Una nuova religione quale potrebbe essere? Il laicismo e il libero pensiero.

 

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