Addio, maledetto anno 2020


— Ritorneremo a tenerci per mano. —

 

Rubrica “Incontri” a cura del Giornalista Salvino Cavallaro

 

C’è una differenza fondamentale tra le parole: “Arrivederci” e “Addio”. Tutti lo sappiamo e bene usiamo il loro significato a seconda delle circostanze. E se l’abituale arrivederci è ciò che implica l’augurio di rivederci e risentirci, l’addio resta la netta troncatura di chi non ne vuole più sapere di nulla, di niente. E’ ciò che ci augureremo nella notte di questo anomalo 31 dicembre 2020, anno che ancora ci viene così difficile da pronunciare, da scrivere, da pensare, da rifilmare nella nostra mente per ciò che ha riservato all’umanità. E’ uno di quei casi in cui la dietrologia di quello che è stato diventa incubo, blocco, paralisi di pensiero terrificante. E allora, guardando solo avanti come chi soffre di cervicale ed è limitato nel ruotare il collo lateralmente e all’indietro,  volgiamo lo sguardo solo avanti su ciò che i nostri occhi e la mente vorrebbero vedere per la vita, quella vera vita sulla quale continuare a riporre il significato profondo dell’essere nati, dell’essere stati partoriti con gioia. Ecco, la gioia! Proprio quella che abbiamo perso per strada, sciupato in quei meandri tortuosi che questo maledetto Annus Horribilis 2020 ha riservato per l’umanità. E allora? Non ci resta che incrementare la speranza di lasciarci alle spalle ciò che non vogliamo più soffrire, pensando positivamente di ritrovare il gusto di sentirci umanamente vivi veramente. Vederci, parlarci di presenza, abbracciarci, dirci arrivederci, usando sempre meno la parola “ci sentiamo”. Abbiamo passato troppo tempo a sentirci per telefono e vederci con videochiamate, ora recuperiamo tutto il tempo perduto stando vicini nel 2021. Diremmo che assieme all’augurio di buona salute c’è proprio quello di fare entrare nel nostro cervello l’esperienza vissuta e rivederci nel valorizzare ciò che prima sembrava scontato. Nulla è scontato e tutto deve scaturire con assoluta semplicità partendo dalle relazioni, dai rapporti umani come unico vero senso del vivere. Il 2020 è stato duro per l’umanità castigata oltre ogni limite, flagellata nei suoi punti vitali. Il 2021 si apre alla speranza e nella convinzione di riprendere il percorso di vita che è stato interrotto bruscamente. Momenti che hanno fatto cadere l’umanità che ora è pronta a rialzarsi, a rialzare lo sguardo con rinnovata fiducia e speranza. Più di prima, meglio di prima. Il 2021 aprirà nuovi scenari. Quel freddo sipario si è chiuso, resterà nella storia e anche in noi che siamo testimoni di un vissuto che nulla ha avuto di umano. Buon anno amici, diciamocelo con gioia e senza mestizia. Stringiamoci forti e fiduciosi che qualcosa sta cambiando per un mondo migliore.

Salvino Cavallaro      

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