IL PREMIER CONTE, CON I SUOI RITARDI AMLETICI, IMPONE UNA LENTA AGONIA AL PASE; HA ANCORA POCHE ORE PER DECIDERE SE DIMETTERSI O MENO. MA ALLA FINE E’ IL PRESIDENTE MATTARELLA A DOVER DARE LA GIUSTA SOLUZIONE


— Foto: il Premier Conte, amletico: tutti gli occhi sono puntati su di lui che non decide…—

 

 — A cura di Giuseppe Stella. —

In questi giorni di vero caos in seno al Governo, alimentato ad arte da forze “politiche” allo sbando e da incomprensioni divergenti e a volte contraddittorie su ogni aspetto delle varie proposte per dare impulso all’economia del Paese ormai in grande depressione, i cittadini si stanno chiedendo dove ci porteranno i tentennamenti e i rinvii amletici di Conte.

Da nessuna parte, se non ad alimentare l’agonia del Paese che difficilmente potrà uscire da una crisi economica che, a confronto di quella sanitaria causata del virus, è ben più grave perché qui rischiamo tutti l’osso del collo con gravi ripercussioni sui giovani e il loro futuro.

Già in parte negato e ucciso.

I tormenti del premier Conte rischiano di trascinarci nel baratro più buio e il Presidente Mattarella, anche lui angosciato da questa situazione a dir poco indescrivibile, da tempo sollecita tutti a far presto. Ma il premier tace e medita, non scopre le sue carte ma temporeggia. Però ormai non è più l’ora di tacere ma di agire in fretta. L’Ue è già in recessione, e noi lo siamo già perché il nostro pil è negativo con ben 2 cifre davanti al segno algebrico. Temporeggiare così non fa che aggravare le cose col rischio che potremmo perdere gli stanziamenti Ue perché ancora non ci sono progetti su sviluppo e occupazione, né riforme sulla giustizia e la sanita, ma anche per la scuola (una cenerentola). Vi sono solo semplici bozze di massima e i numeri sono a dir poco sconcertanti: basti pensare che solo per l’economia green (costosissima) e la digitalizzazione si sono impegnati oltre 120 miliardi circa. Due riforme che non giustificano affatto quell’enorme impegno economico. Spese quelle somme, per sviluppo, lavoro e altro (le cose più importanti), rimangono le briciole e si ricorre sempre a scostamenti di bilancio (sempre a debito). Ma la cosa più grave e al cocciutaggine del Premier che non decide mai e campa di promesse: faremo, si volta pagina, diremo ecc… ecc…; e qui è il Presidente Mattarella che deve agire e in tutta fretta. Altrimenti l’agonia dell’Italia si perpetua.

Quante ore ha ancora Conte perché abbia fine questo tormentone creato da lui in forma solitaria e alquanto “autoritaria”?

Non sappiamo: c’è chi parla di alcune decine di ore e chi invece alimenta dubbi sui suoi intendimenti, c’è chi dice che vorrebbe andare al voto, visti alcuni sondaggi che lo darebbero al 16-18% (il secondo partito dopo la Lega) e c’è chi non ci capisce più nulla.

 

Fatto si è che pare stia andando verso un vicolo cieco: c’è la relazione sulla Giustizia del Ministro BONAFEDE che non è gradita a tanti (definita giustizialista) e che non sarebbe votata a Palazzo Madama, o meglio non conseguirebbe la maggioranza e dunque Conte si dovrebbe dimettere, e c’è la storia della costituzione del Gruppo nuovo del Premie che deve superare l’esame di Camera e Senato e i numeri pare che anche qui non ci siano con l’aggravante che i tempi ormai sono strettissimi e si rischia di deragliare su ogni fronte.

E Matteo Renzi è seduto, come dicono i cinesi, sulla riva del fiume ad attenderlo per dargli il colpo di grazia, per “vendicarsi” politicamente per gli sgarbi ricevuti. Insomma, tra i soliti scontati veti autoritari dei grillini, tra contestazioni e dubbi del Pd che teme anche il Premier in quanto diventerebbe il secondo partito (sottraendogli i voti) dopo la Lega e se riuscisse a fondarlo in tempo, tra tanti dubbi e incertezze sulla tenuta del Governo, ma soprattutto sui piani e le riforme per il recovery plan che ancora non si scorgono e che molti non condividono sulla ripartizione dei progetti nei vari settori, la situazione politica italiana pare sia arrivata alla frutta (che forse manca).

Il Paese pare, in questa fase, sconcertato e inebetito e si sente parlare già di embrioni terroristici riemergenti di destra (si dice) in Liguria e in altre parti della Penisola, cosa non sottovalutata dai Servizi segreti che temono un ritorno agli anni di piombo con l’aggiunta di movimenti massonici organizzati (il fattore Cina in Italia ha proseliti e ciò è un altro pericolo per la democrazia ) e collaborati dalle grandi organizzazioni criminali italiane sempre presenti all’appello e in agguato. Con l’aggiunta che quest’anno si dovrà eleggere il Presidente della Repubblica in un’Italia che in atto ha il centro-destra come maggioranza nel Paese ma nel Governo no perché è opposizione. Al tempo delle stragi eccellenti terropristico-mafiose di Falcone e Borsellino, fu Scalfaro ad essere eletto, un cattocomunista appoggiato dalle sinistre d’allora dopo la caduta del Muro nell’ ‘89. La storia si ripete? Si ripete sempre e purtroppo chi ha la memoria corta dovrebbe rinfrescarsela per non dimenticare mai cosa ha subito questo martoriato Paese in quei tempi truci, che si spera non ritornino mai più.

 

Auspichiamo che questa angosciante agonia a cui ci stanno sottoponendo abbia finalmente termine e Conte vada via in fretta, al più presto possibile.

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