L’inchiesta della rivista tedesca Der Spiegel sulla pandemia in Italia: Conte rischia, secondo quel giornale, il “processo del secolo” per avere insabbiato le notizie sulle vittime del covid


  — A cura di Giuseppe Stella e di Emilio Oliverio Scali —

 

Gli errori del Governo italiano nella gestione della pandemia sono stati evidenziate nell’inchiesta-dossier del giornale tedesco Der Spiegel.

Per questo nel nostro Paese ci potrebbe essere quanto prima una class action promossa dai familiari delle vittime di CovidDer Spiegel evidenzia errori e omissioni delle istituzioni italiane durante la prima ondata della pandemia.

Sul sito Facebook “Noi denunceremo” (70 mila iscritti) i parenti delle vittime del coronavirus danno voce con vari post al ricordo dei loro familiari nei giorni dell’anniversario della morte che li ha colpiti in quelle tristi circostanze: le immagini dei camion dell’esercito che portavano via i cadaveri a Bergamo sono ancora vive in tutti noi. In quel periodo – marzo maggio 2020 – si sono verificati ben 30 mila decessi causati dal covid e la rabbia in breve è sopraggiunta al dolore.

Di quei 30 mila morti in più tra l’altro mancano i dati Istat, misteriosamente spariti.

Class action contro il governo italiano per le vittime di Covid.

La rivista tedesca mette in luce numerose  incongruenze su quella dolorosa vicenda di morti durante quei primi tormentati mesi di pandemia.

Ciò che ha messo in luce la fragilità della nostra sanità.

Oltre 500 famiglie italiane hanno sporto denuncia contro ignoti e i faldoni sono sotto la lente della Procura della Repubblica di Bergamo che prima o poi dovrà decidere cosa fare.

Le accuse si focalizzano sui ritardi colpevoli è sulla cattiva gestione della pandemia e Conte e Speranza sono già stati convocati dalla Procura per riferire.

Il Der Spiegel paventa la celebrazione del “processo del secolo” e per quel giornale l’Italia avrebbe insabbiato le notizie sui morti di Covid.

Consuelo Locati, l’avvocatessa che guida la class action insieme ad altri 5 legali, e che in quei giorni terribili ha perso il padre, chiede 259mila euro di danni a familiare.

La class-action è focalizzata sul rapporto dell’OMS della primavera del 2020 redatto da Francesco Zambon subito ritirato su pressione del Ministero della Salute e dei  dirigenti nazionali dell’OMS.

Da uno scambio di email fra Zambon e il vicedirettore dell’OMS Italia Ranieri Guerra è emerso che al primo sarebbe stato chiesto di rideterminare alcuni paragrafi per far sembrare che il piano pandemico fosse aggiornato al momento dello scoppio della pandemia mentre la versione più recente, come tutti sanno, risale all’anno 2006.

Zambon, vista l’insostenibilità della situazione,  ha annunciato le sue dimissioni, ma il team di legali di  Locati ha recuperato il rapporto mancante dell’OMS e altro materiale importante ai fini dell’inchiesta.

Insomma si tratterebbe di insabbiamento bello e buono riguardo ai morti di covid di quel periodo.

Der Spiegel parla infatti di caotica gestione della prima fase della pandemia in Italia e il giornale riferisce anche della denuncia collettiva delle oltre 500 famiglie dei morti di covid alla Procura di Bergamo. 

Il settimanale Der Spiegel nel suo reportage fa un’analisi impietosa della gestione italiana della pandemia nelle prime drammatiche fasi.

“Ci sono stati errori e distorsioni nascosti dalle autorità italiane, scrive il giornale, secondo cui lo stesso occultamento varrebbe per il destino di moltissime altre vittime. Si potevano evitare tutte queste tragedie?”.

Si parla di una massiccia opera di “insabbiamento” e le accuse sono pesantissime.

Da mesi in qua poi emergono sempre ulteriori nuove omissioni. Non si tratta di casi sporadici ma di una situazione generale.

“Gli avvocati dei familiari di molte vittime – dice il giornale tedesco – hanno già consegnato ai giudici numerosi dossier nei quali vengono evidenziati tantissimi errori ed omissioni. Da una parte dei documenti – afferma il settimanale, che dice di avervi avuto accesso – emerge che gli esperti avevano avvertito già alla fine di febbraio 2020 che era in corso un’ epidemia con un tasso di contagio superiore a 2,0, ossia in cui ogni paziente stava contagiando almeno altre due persone. Era un allarme-slavina, che evidentemente non è stato debitamente ascoltato”.

Inoltre, il settimanale tedesco riferisce che “troppi pazienti dal decorso leggero hanno preso il posto ad ammalati gravi, con la conseguenza che i medici si sono trovati a combattere una battaglia persa in partenza“.

C’era poi anche carenza di mascherine e di altri dispositivi di protezione anticovid, oltre al fatto che non si riuscivano ad individuare i focolai negli studi medici e nelle case di cura per anziani.

Ora la palla passa in mano alla magistratura “che sarà chiamata a decidere se e contro chi sarà presentata la denuncia e questo potrebbe diventare uno dei processi del secolo con i parenti delle vittime che si costituirebbero parte civile”.

“L’Italia – riferisce ancora il giornale tedesco – aveva un piano pandemico nazionale risalente al 2006 mai aggiornato ma aveva segnalato all’OMS di essere perfettamente pronta per una situazione grave”.

Articoli simili