Ponte sullo Stretto. Bucalo (FdI): “Realizzarlo farebbe dell’Italia una Nazione moderna ed efficiente”. Insomma il PONTE, col progetto già pronto e con una gara vinta da “Impregilo”, è una priorità assoluta Italiana Europea e Mondiale


Non vi è alcun dubbio, il PONTE SULLO STRETTO bisogna costruirlo e al piu’ presto. Non serve solo alla Calabria e alla Sicilia, ma all’intero Paese, all’Unione Europea, a tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo e al mondo intero.

Pare ci sia già il via libera al progetto ma in atto solo a quello (che tra l’altro esiste già da tempo).

E’ stato firmato IL 25 MARZO DEL 2006  il contratto tra la Società Stretto di Messina e la Società Impregilo, che ha vinto la gara per la costruzione del ponte a campata unica più lungo del mondo. Il contratto, valore di 3,9 miliardi di euro, necessita di dieci mesi per la progettazione definitiva ed esecutiva, e 5 anni per la realizzazione dell’opera. Una notizia di oltre 15 anni fa.

“Costi, guadagni e rischi sono tutti calcolati nel documento presentato dal Ministero delle Infrastrutture. Ora si attende il dibattito al  Governo e si spera che facciano tutti in fretta”.

Già da molto si sa che il costo del solo progetto è  di 3,9 miliardi. Il PONTE sarà lungo 3,3 km. Anche il rischio sismico è stato calcolato e il progetto è fatto con criteri avanzati antisismici e per resistere ad eventuali terremoti per limitare al massimo i danni, terremoti che si spera non ci siano mai e poi mai.

Realizzarlo è già fatto concreto a quanto sembra poiché il viceministro Morelli (infrastrutture) si è incontrato con l’ing. Mega e coi governatori di Sicilia e Calabria Musumeci e Spirlì.

Fratelli d’Italia, sin dalla sua nascita, ha più volte presentato iniziative parlamentari per il collegamento stabile tra le due sponde, ciò che significherebbe azzerare il gap economico, turistico, dei trasporti, esistente tra le due regioni dirimpettaie e il resto d’Italia da anni e anni.

Sembra che il PNRR di Draghi abbia già previsto la realizzazione di questa grande opera attesa da anni e anni quanto al Nord che al Sud: un’infrastruttura ormai diventata indispensabile per lo sviluppo del commercio globalizzato e dei traffici intercontinentali.

L’Italia poi non manca di imprese con capacità tecniche di primissimo livello e anche industriali. L’opera è colossale e creerebbe tra l’altro moltissimi posti di lavoro per anni (almeno 4).

Ella Bucalo: “…mi impegnerò anch’io attraverso la mia azione parlamentare e come componente della Commissione Lavoro, perché Ponte sullo Stretto si faccia e i cantieri si aprano al più presto”.

Già i romani, una civiltà antichissima, coi suoi ingegneri d’allora avevano ben compreso che si poteva costruire un ponte semovente ideato con navi e botti addirittura per il trasporto di elefanti utili alle guerre.

Nel 251 a.C. (guerre puniche) il Console Metello voleva fare un ponte con barche e botti per trasportare dalla Sicilia ben 140 elefanti. Anche Carlo Magno ci fece un pensierino…

E poi tanti altri: Roberto il Guiscardo, fratello di Ruggero Altavilla, normanno (XI secolo), avrebbe iniziato a costruirlo ma morì e così tutto andò a monte.

La grande opera rimase sempre una mera intenzione ma l’idea l’ebbero in tanti sin dalle antichità più remote del nostro passato italico glorioso.

Poi si pensò alle navi… e si andò avanti così. Ma la progettualità del governo Berlusconi di anni fa aveva previsto anche che i traghetti diventassero le autostrade del mare. I Tir e i camion pesanti, ad esempio, invece di appesantire le autostrade come del resto fanno ancora oggi si potrebbero trasbordare via mare: da Genova, da Napoli, da Gioia Tauro in Sicilia e viceversa verso il Nord e l’Europa.

Il divario Nord Sud oggi impone più che mai anche questa scelta diventata irrinunciabile e attesa anche per l’alta velocità che non può terminare dolo a Reggio Calabria.

 

Il Ponte sullo Stretto potrebbe cambiare di molto la vita ai siciliani e ai calabresi, dirimpettai che si scambiano i loro prodotti e le mercanzie in due Regioni che insieme arrivano a circa 9 milioni di abitanti.

La Sicilia paga un prezzo molto alto alla sua insularità stimato mediamente in circa 1400 euro a testa per abitante (un’enormità che non la fa essere competitiva): un pil del 7,4% con costi che superano i 6,5 miliardi all’anno. Non sono quisquilie.

E chi ha detto che l’opera non potrebbe far parte delle spese che riguardano il Recovery plan? Un’ipotesi da smentire e rilanciare come perfettamente valida.

Il Ponte però pare non sarà finanziato dall’Ue perché in 5 anni (pochi) previsti per spendere quelli del Recovery plan non può rientrare questa.

Il costo da pagare è di molto inferiore alle perdite della Regione Sicilia di ogni anno. E dunque? Sotto l’aspetto economico non c’è nulla da dire, anzi…

Ma se le banche (con la garanzia dello Stato) interverranno per il finanziamento del PONTE  queste saranno AMPIAMENTE garantite dai pedaggi.

Chi parla di progetto a più campate forse lo fa per perdere tempo inutile e rinviare sempre più la fattibilità dell’opera che potrebbe essere immediata.

Quello ad unica campata invece esiste già ma qui anche l’Ue deve dare il suo sostegno determinante e decisivo. Tutti devono essere d’accordo sul da farsi perché di tempo ormai se ne è sprecato anche troppo.

Fratelli d’Italia con l’onorevole Ella Bucalo su questo tasto batte da tempo.

IL PONTE SULLO STRETTO E’ ORMAI UNA PRIORITA’ ASSOLUTA PER TUTTI E MOLTISSIMI NE TRARRANNO NOTEVOLI BENEFICI. IL GOVERNO DRAGHI COSI’ PASSEREBBE ALLA STORIA D’ITALIA E DEL MONDO.

 

 

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