INFERNO SULLA TERRA


Antonio Dovico – Nel mio ultimo articolo intitolato “La scala delle autorità”, cerco di rendere incontrovertibile che Dio ha potere su tutto l’universo, e tutto fila secondo il suo progetto. Un esempio, l’ordine cosmico, come evidenzio nel mio articolo “51 centesimi di secondo”, leggibile su Sicilia Press. Conosciamo bene l’alternarsi delle stagioni, dei fenomeni atmosferici, di cicli naturali vari che si  succedono sul nostro pianeta terra. Apparentemente bizzarrie, ma sicuramente dotate di qualche funzionalità utile a qualcosa a noi ignota. Forse ho sprecato parole, potevo dire brutalmente che le pestilenze pandemiche  molto ferali, che si sono succedute nel mondo, anche se deprecate, assomigliano ai salassi di sangue a mezzo sanguisughe,  ordinate dai medici del passato, per soggetti pletorici. Il sangue in eccesso, non è indice di buona salute, ma del contrario. Abbiamo notizie di pestilenze da lontane fonti bibliche, ma anche da storie mondane molto ravvicinate, del tipo della famigerata influenza  Spagnola, risalente ad un secolo fa. Di questa me ne parlava mio padre, nato nel 1911. Suo padre e quattro fratelli, di professione falegnami, lavoravano notte e giorno senza sosta, per preparare comunissime bare, prive dei decori tipici dell’epoca.
In Italia si ebbero 400.000 morti, su una popolazione mondiale che non raggiungeva i 2 miliardi di abitanti. Il totale mondiale  dei morti a causa dell’influenza spagnola, non è conosciuto con precisione a causa della censura esercitata dalle autorità militari coinvolte nella prima guerra mondiale. La cifra più accreditata è sui 30 milioni, ma si arriva a calcolare, a tentoni,  fino a 100 milioni di morti.
Oggi la terra rischia di scoppiare per eccesso di popolazione, e per un ridotto gruppo di straricchi è necessario dimezzare la popolazione mondiale, e ci lavorano di buzzo buono per lo scopo. L’aborto, per esempio, punito in Italia  come reato grave al tempo dell’ “oscurantismo fascista”, legalizzato in democrazia su pressione della sinistra, prima con limiti rigorosi, poi di passo in passo, siamo arrivati nel mondo, in più di uno Stato diabolico, a sopprimere l’ostinato bambino che ha voluto conoscere la luce ad ogni costo. Ma quale luce, povero innocente,  sono bagliori dell’inferno stabilito sulla terra  da diavoli travestiti da uomini per bene. Ma oltre a questa infamia contro  l’innocente, ce ne sono altre che fanno pensare  che il Covid, indipendentemente da tutte le illazioni che si possono fare sul suo conto, è presente come chiaro  segnale escatologico  che è tramontata un epoca per lasciare posto alla successiva. Il punto di demarcazione è conosciuto come Apocalisse. Che sia solo io a parlarne mi inquieta. Dunque sono fuori di testa?
Antonio Dovico –14/05/2021
Alcuni stralci tratti da Wikipedia.it sull’Apocalisse ma la storia è ben più lunga e ingarbugliata.

“L’autore (dell’Apocalisse) presenta sé stesso come Giovanni, esiliato a Patmo, isola dell’Egeo a circa 70 km da Efeso, a causa della parola di Dio (1,9). Secondo alcuni studiosi, la stesura definitiva del libro, anche se iniziata durante l’esilio dello scrittore, sarebbe avvenuta ad Efeso.

Quanto alla data di composizione, si ammette abbastanza comunemente che sarebbe stata composta verso la fine dell’impero di Domiziano, nella prima metà degli anni 90 del I secolo, mentre alcuni propendono per una data di poco posteriore (96 d.C.). Anche i monaci ortodossi di Patmo hanno aderito alla datazione prevalente celebrando ufficialmente il diciannovesimo centenario della redazione dell’opera nel 1995. A favore di questa datazione sono la testimonianza di Ireneo di Lione, che parla della fine del regno di Domiziano (morto nel 96 d.C.) come epoca di composizione dell’opera,[11] e indizi interni all’opera stessa.

Nell’opera si parla infatti di persecuzioni da parte di pubblici ufficiali,[12] si dice che ci sono stati già dei martiri della fede,[13] e che tutta la cristianità corre un tremendo pericolo;[14] la situazione descritta nell’Apocalisse corrisponde dunque ad una persecuzione delle Chiese da parte dello Stato romano.[15] Si tratta però di una persecuzione di tipo religioso, cosa che esclude il regno di Nerone (la cui persecuzione aveva ragioni non religiose) e indirizza ad una datazione sotto Domiziano, nell’ultima parte del suo regno primo persecutore dei cristiani dopo Nerone stesso, Decio e Valeriano (questi ultimi sono imperatori periti nella guerra con le popolazioni barbariche). Nell’opera si dice infatti che la partecipazione al regno millenario è il premio dei martiri che hanno rifiutato il “segno della bestia” sulla fronte e sulla mano,[16] un riferimento al culto imperiale romano: Domiziano pretese che nella parte orientale dell’impero gli si riconoscessero onori divini mentre era ancora in vita, e di qui ebbero inizio le ultime persecuzioni dei cristiani su base religiosa; fu proprio ad Efeso che fece costruire un tempio dedicato al culto imperiale.[15] Altri indizi interni sono il riferimento alla lunga storia della Chiesa di Smirne,[17] che però all’epoca di Paolo di Tarso non esisteva ancora,[18] e alla ricchezza della comunità di Laodicea,[19] città completamente distrutta da un terremoto nel 60/61″. La Direzione. Giuseppe Stella.

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