FIRENZE: OPERAZIONE “BEN HUR”, COOPERATIVE CON 30 MILIONI DI EURO DI DEBITI ERARIALI


 — BLOCCATE RICHIESTE DI RIMBORSO PER 15 MILIONI DI EURO, ARRESTI PER 3
IMPRENDITORI, UNA INTERDIZIONE DI UN ANNO DALL’ESERCIZIO DELLA
PROFESSIONE E TRE OBBLIGHI DI DIMORA E PRESENTAZIONE ALLA POLIZIA
GIUDIZIARIA PER 4 PROFESSIONISTI.

 

Nell’ambito dell’operazione BEN HUR, i militari del Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Firenze stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure
cautelari personali a carico di 3 imprenditori e 4 professionisti, emessa dal G.I.P. del
Tribunale di Firenze Dott. Federico Zampaoli su richiesta del Sostituto Procuratore della
Repubblica di Firenze Dott.ssa Christine Von Borries, per tentata truffa ai danni dello
Stato per circa 15 milioni di euro a seguito del fallimento di 7 società cooperative di
facchinaggio e trasporto che avevano maturato debiti erariali per quasi 30 milioni di euro
e dalle cui casse erano fuoriusciti circa 2,3 milioni di euro.
L’attività investigativa, condotta dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di
Finanza sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze, diretta dal Dott.
Giuseppe Creazzo, trae origine dalla denuncia per una presunta estorsione attutata ai
danni di un notaio della provincia di Firenze dall’amministratore di una delle società
cooperative. A seguito delle dichiarazioni rese dal denunciato, i preliminari accertamenti
facevano emergere un potenziale quadro di un articolato sistema di frode coinvolgente tre
imprenditori dell’area pratese, i quali avrebbero di fatto rilevato nel tempo alcune società
cooperative avvalendosi della collaborazione professionale del notaio e di altri tre
professionisti, di cui due situati fuori regione. Intestate a prestanome e di fatto non più
operanti, attraverso false dichiarazioni IVA, le società cooperative avevano maturato crediti 18/2021
rilevati come inesistenti per 15 milioni di euro, richiesti a rimborso all’Agenzia delle Entrate
e ceduti ad una società milanese operante in un settore differente da quello delle
cooperative, per una contropartita di circa 2,3 milioni di euro.
Su istanza del Pubblico Ministero, che procede in ordine a più di una ventina di episodi di
reato riconducibili alla bancarotta fraudolenta documentale e per distrazione nonché alla
tentata truffa ai danni dello Stato, le società cooperative ricondotte ai tre imprenditori sono
state dichiarate fallite dal Tribunale di Firenze nel 2020, per esposizioni debitorie, perlopiù
erariali, per un valore di quasi 30 milioni di euro e 2,3 milioni di euro distratti dalle casse.
Nella giornata odierna, è stata data esecuzione all’ordinanza con la quale sono stati
sottoposti agli arresti domiciliari i tre imprenditori pratesi, all’obbligo di dimora nel comune di
residenza e contestuale obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, più volte alla
settimana, dei tre professionisti, mentre il notaio è stato interdetto dall’esercizio della
professione per un anno.
Nell’ordinanza, il G.I.P. rileva che le indagini “hanno consentito di identificare con certezza
gli indagati e di acquisire nei loro confronti gravissimi indizi di colpevolezza” e che il periodo
massimo previsto per legge per l’interdizione del notaio deriva da “il numero cospicuo di atti
e la loro rilevanza in relazione ai quali … risulta aver prestato la propria opera professionale,
unitamente apprezzato alla spregiudicatezza con la quale risulta aver posto in essere la
condotta” e che la circostanza della denuncia per estorsione “non vale ad elidere in quadro
cautelare, potendosi, anzi, apprezzare come un tentativo di allontanare i sospetti”.
Le attività di indagine condotte dalla Guardia di Finanza fiorentina, sotto la direzione della
Procura della Repubblica di Firenze, hanno consentito di bloccare le richieste di rimborso
dei 15 milioni di euro, in piena tutela degli interessi erariali

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