Salute mentale, arriva a Palermo il progetto TRIATHLON


indipendenza, benessere e integrazione sociale – traguardi sempre più vicini per le persone con psicosi —

 

Superare le criticità nel trattamento della psicosi, contrastare lo stigma e favorire il ritorno dei pazienti alla vita che desiderano sono gli obiettivi del progetto TRIATHLON – Indipendenza, Benessere, Integrazione nella Psicosi promosso da Janssen, in collaborazione con le Società scientifiche e le Associazioni di volontariato —

 

In Sicilia lo 0,5% della popolazione è affetto da schizofrenia. A Palermo arriva il progetto TRIATHLON con il secondo di una serie di incontri formativi, che si terranno su tutto il territorio nazionale, realizzato da Janssen in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria Provinciale e l’Associazione Progetto Itaca di Palermo —

 

 

Palermo, 19 aprile 2016 – In Sicilia i disturbi schizofrenici colpiscono circa lo 0,5% della popolazione generale, numeri sovrapponibili al dato nazionale di riferimento. E proprio la Sicilia ospita il secondo di una serie di incontri ECM, che toccheranno nei prossimi mesi molte altre città italiane nell’ambito del progetto nazionale TRIATHLON – Indipendenza, Benessere, Integrazione nella Psicosi. Si svolge oggi a Palermo l’incontro dal titolo “TRIATHLON: Organizzazione, PDTA e trattamenti farmacologici nei DSM” (NH Hotel Palermo, Foro Umberto I, 22), realizzato da Janssen in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP Palermo e l’Associazione Progetto Itaca Palermo per favorire indipendenza, benessere e reinserimento sociale e lavorativo dei pazienti con psicosi.

Il progetto TRIATHLON si propone, infatti, di assicurare l’accesso e la continuità delle cure, ridurre i rilevanti costi socio-sanitari di una malattia che oggi deve essere considerata curabile, contro lo stigma che accompagna ancora chi soffre di disturbi mentali. «Il progetto TRIATHLON si fonda su un approccio integrato, molto vicino a quello di Club Itaca Villa Adriana di Palermo, che fa parte dell’Associazione Progetto Itaca Palermo – dichiara Roberta Vitale, Direttrice Club Itaca Villa Adriana – uno dei nostri obiettivi è quello di restituire indipendenza e autonomia alle persone con disagio psichico e lo facciamo attraverso il rafforzamento delle potenzialità, delle abilità e dell’autostima del paziente con schizofrenia. Le nostre attività sono basate principalmente sulla relazione e sul lavoro fianco a fianco, che rappresenta il modo migliore per non far sentire sole ed emarginate queste persone».

Il progetto TRIATHLON – Indipendenza, Benessere, Integrazione nella Psicosi, promosso da Janssen in collaborazione con le tre principali Società scientifiche in Psichiatria, Società Italiana di Psichiatria (SIP), Società Italiana di Psichiatria Biologica (SIPB), Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF), Fondazione Progetto ITACA e ONDA (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna), si avvale di un programma innovativo per promuovere il recupero e il reinserimento dei pazienti attraverso un approccio integrato, basato sul coinvolgimento di tutte le figure chiave dell’assistenza, lungo tre dimensioni fondamentali: la dimensione clinica, la dimensione organizzativa e quella sociale. «La schizofrenia è una patologia cronica che colpisce in giovane età e cambia la prospettiva di vita – spiega Giorgio Serio, Direttore medico Dipartimento Salute Mentale ASP di Palermo – il progetto TRIATHLON ha l’ambizione di ampliare gli “spazi” della salute mentale e andare tra le persone entrando nella vita reale dei pazienti, con tre “gambe”: la cura, la riabilitazione e il reinserimento nella vita sociale, anche attraverso lo sport.
TRIATHLON è riuscito a mettere insieme tante realtà diverse sul territorio e a promuovere il lavoro di gruppo; inoltre è molto significativo che un’azienda farmaceutica estenda la sua attenzione alla vita quotidiana dei pazienti e creda nel fatto che sia possibile migliorarla con una serie di interventi che vanno oltre il farmaco
». Il progetto TRIATHLON coinvolgerà nell’arco di 18 mesi più di 3.000 specialisti e operatori sanitari di 37 Dipartimenti di Salute Mentale in attività di formazione su tutti gli elementi utili al benessere dei pazienti: non solo farmacoterapia, ma anche psicoeducazione e riabilitazione cognitiva, abuso di sostanze e organizzazione dei percorsi terapeutici. Strumenti informativi digitali e cartacei e piattaforme d’interazione faciliteranno la gestione della terapia. E per la prima volta, la disciplina del Triathlon viene proposta come nuovo approccio per il benessere delle persone con psicosi: un programma di attività con i Dipartimenti di Salute Mentale che guideranno i pazienti fino a culminare nel Primo campionato di Triathlon a squadre della salute mentale.

In Italia i pazienti sono circa 300.000: complessivamente, nel nostro Paese i costi associati alla schizofrenia sono stimati in circa 3,2 miliardi di euro e, di questi, il 60% è costituito da costi indiretti, come perdita di produttività dei pazienti e dei loro familiari. Tra i costi diretti, il trattamento farmacologico pesa solo per il 10%, mentre l’81% è assorbito dai costi di ospedalizzazione e assistenza domiciliare. La schizofrenia assorbe gran parte delle risorse destinate dal SSN ai Dipartimenti di Salute Mentale, soprattutto a causa delle ricadute a cui vanno incontro moltissimi pazienti, dovute spesso alla mancata aderenza o non continuità della terapia antipsicotica. «Ora abbiamo a disposizione i farmaci LAI – long acting injectable di nuova generazione, che rispetto ai LAI di prima generazione – aggiunge Giorgio Serio hanno una migliore tollerabilità, sono più efficaci nel controllo della sintomatologia e sono gravati da minori effetti collaterali. I LAI di ultima generazione, se correttamente utilizzati, hanno un ruolo molto significativo nella riduzione delle ricadute di malattia».

La scarsità delle risorse e l’evoluzione degli obiettivi di cura di queste persone rendono necessaria un’applicazione più omogenea sul territorio nazionale di percorsi condivisi e integrati, che possano, tra le altre cose, alleviare anche il carico assistenziale che grava molto sulla famiglia, in particolare sulla figura materna, con conseguenti situazioni di stress, sia emotivo che economico. Per far fronte alle criticità che caratterizzano l’assistenza e il trattamento delle persone con psicosi, il progetto TRIATHLON supporta l’implementazione del modello organizzativo nel quale il paziente è al centro dell’organizzazione dei Dipartimenti di Salute Mentale e tutte le figure dell’assistenza interagiscono per supportarlo in ogni fase: medici, psicologi, tecnici della riabilitazione, psicoeducatori, assistenti sociali, caregiver e, soprattutto, infermieri. «All’interno del DSM la figura infermieristica gioca un ruolo di primo piano, in quanto l’infermiere trascorre gran parte della giornata accanto al paziente ed è il primo a coglierne i bisogni – afferma Antonino Amato, Responsabile Coordinamento infermieristico e di supporto del DSM ASP di Palermo – da una funzione puramente “custodialistica” l’infermiere, oggi, è passato a gestire in piena autonomia il paziente attraverso un accudimento a 360° e inserendosi a pieno titolo nel lavoro di équipe che permette di dare continuità alla vita dei pazienti, grazie anche alla rete assistenziale costituita dalle Associazioni dei familiari e dagli stessi pazienti. TRIATHLON favorisce in tal senso un nuovo modello organizzativo, che vuole ottenere risultati principalmente sul territorio».

 

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