Poliziamoderna, rivista ufficiale della Polizia di Stato in uscita domani, dedica uno speciale alle figure femminili simbolo dell’antimafia.


 

In occasione dell’8 e del 21 marzo (festa della donne e giornata del ricordo delle vittime della mafia) Poliziamoderna dedica un’ampio servizio alle figure femminili che sono diventate simbolo dell’antimafia. Parla Alessandra Dino, docente di sociologia giuridica e della devianza presso l’Università di Palermo. L’esperta analizza le storie di alcune donne cresciute in ambito mafioso capaci di sfidare le famiglie criminali e desiderare una vita diversa per sè stesse e per i propri figli attraverso un percorso di legalità.  Donne che vivono sul loro corpo le violenze e le crudeltà dei compagni criminali, in alcuni casi uccise, il cui desiderio di una vita diversa può essere l’inizio di un processo di emancipazione che la società civile (forze dell’ordine e magistratura) dovrebbe utilizzare contro le stesse organizzazioni criminali.

In un’intervista, Cristina Fava, funzionario della Polizia di Stato a Genova, racconta per la prima volta del nonno, Giuseppe Fava, il giornalista ucciso in un agguato mafioso, il 5 gennaio 1984: in che modo la sua vicenda ha influenzato la scelta di indossare la divisa, come lo ricorda attraverso i racconti familiari, ma anche le battaglie civili di sua zia Elena Fava per diffondere in tutto il Paese l’opera e la memoria del padre.

Infine un focus sul libro di fotografie e interviste di Gabriella Ebano (Insieme a Felicia. Il coraggio nella voce delle donne) dedicato a Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato, dove si ripercorrono alcune delle 20 testimonianze di donne siciliane (raccolte negli anni Duemila su omicidi di mafia che v anno dal quello del sindacalista Nicolò Azoti nel 1946 fino al Don Puglisi nel 1993) madri, sorelle e mogli che hanno portato avanti il ricordo dei propri cari vittime delle mafie.

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