EVVIVA LA DEMOCRAZIA!


Antonio Dovico — Un noto uomo politico molto stimato, che si distingueva tra tutti per una preziosa pipa perennemente stretta tra labbra e denti, sosteneva che:  “E’ meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature”. Fuori il nome: l’uomo era Sandro Pertini. Attore protagonista riverito dai “tifosi” fanatici, che è stato co-attore del l’orrido spettacolo andato in scena a Piazzale Loreto, il 29 aprile 1945 . Si può dire che nasceva sotto buoni auspici la democrazia agognata dal più vezzeggiato capo di Stato  italiano, non c’è che dire. Sono passati 75 anni dal funerale della dittatura, e il popolo italiano ha potuto respirare  a pieni polmoni la salubre aria della libertà. L’Italia dall’economia prettamente agricola, è diventata una potenza industriale mondiale, tra le prime dieci al mondo, raggiungendo un tenore di  vita invidiabile. Con una massiccia industrializzazione abbiamo realizzato l’arcinoto miracolo economico italiano, e la fame dell’immediato dopoguerra, ha lasciato il posto al benessere più o meno diffuso, in tutto il territorio della penisola. Miracolo della democrazia? Sembrerebbe, ma non è esattamente così Si è realizzato dentro la democrazia, ma le radici risalivano al 1933, anno di fondazione dell’ I. R. I.  L’istituto accorpava 1000 aziende italiane che operavano in svariati settori dell’industria.
 L’IRI si era allineata ai colossi stranieri, e operava in tutti i continenti, dando lavoro a 550.0000 persone.
Una prima mancanza da imputare alla democrazia, è di aver trascurato di rendere omogeneo lo sviluppo di tutte le regioni italiane. Quelle del nord avevano le basi per crescere, e sono cresciute a dismisura, attirando manodopera dal centro sud. Il cuore del problema sta nell’arretratezza culturale generale delle popolazioni centro meridionali. In 75 anni di democrazia nessun governo – e sono stati tanti -, ha compreso l’importanza di formare il cittadino “italiano”, a iniziare dalla tenera età. Oltre la scuola, nella dittatura  operavano organizzazioni giovanili di supporto, tipo i figli della Lupa, i Balilla. Addestramento alla guerra? Anche, ma i verginelli sanno che allora,  in Europa si respirava aria di guerra, e guai a mostrarsi inermi. Con Mussolini vigeva un motto che i “democratici” neppure se lo sognano. DIO PATRIA FAMIGLIA. Tre pilastri senza i quali nulla si regge. Era demagogia? No, era chiara visione  della Realtà incontrastabile. La democrazia ha abbattuto i tre pilastri,ed ecco, oggi ti presento la mendicante Italia. Figura retorica? No! Realissima, sotto gli occhi di chi vuol vedere. Un bambino che nasce, si trova come regalo un debito di circa 40.000 euro da pagare. Intanto  noi malnati, ci ritroviamo già in gravi difficoltà. Le casse sono vuote e dobbiamo bussare in Europa per poter soddisfare i bisogni primari, quelli della sopravvivenza, intendo. Si, perché con la democrazia abbiamo fatto festa per 365 giorni l’anno, e non solo per Natale, Pasqua e Capodanno, come avveniva con la dittatura.
Ma che austerità, quant’era dura la dittatura di Mussolini! Ma no, Mussolini non centrava niente, era la dittatura dell’Economia che non transigeva; e faceva bene, perché quando si trasgredisce viene il tempo delle lacrime e sangue per tutti, ma soprattutto per i semplici cittadini. Da imparare a memoria: l’ L’ECONOMIA NON TOLLERA TRASGRESSIONI, da qualunque parte provengano, da destra o da sinistra, dalla dittatura o dalla democrazia. Ora deve essere chiaro che  il dittatore con la tempra giusta, non è condizionato dalle pretese inesaudibili dei sudditi, e tira avanti diritto, senza tremare. Non lascia spazio agli intrighi dei filibustieri, dei tornacontisti elettorali,  e dei vari mestatori sociali che infestano la democrazia. Detto ancora meglio, la democrazia crea un clima sociale dominato da esiziali complicità che corrompono la società. E questo è avvenuto in Italia, con l’avvento della democrazia, altro che progresso civile. Il campo è stato libero e disponibile per soddisfare le istanze più deleterie, consegnando  l’Italia ad opportunisti senza scrupoli. Se oggi è ridotta all’accattonagio, dobbiamo dire grazie alla più bella democrazia preconizzata dal presidente che masticava la pipa. Nel confronto dittatura-democrazia, è scontata la minore efficienza della macchina statale, per via della periodica scadenza del Parlamento. Progetti di opere o riforme a grande respiro, decadono quando magari erano prossimi al’attuazione. Potrei dire molto di più, se non mi fossi prefissato di non andare oltre una pagina. Lettore, stai arrivando alla parola fine di un articolo scritto da un illetterato che parla di storia vissuta, e non data da “inghiottire”. Questo significa riferita senza pregiudizi  condivisi a CERVELLO SPENTO. Fine! – Antonio Dovico-27/07/2020

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