E’ morto Gigi Proietti, talento istrionico


   – Foto: l’attore Gigi Proietti.

Gigi Proietti.

Nessuno muore sulla terra finché vive nel ricordo di chi resta”. E’ una delle tante citazioni che fanno parte della letteratura legata verso il pensiero di chi non c’è più, ma vivrà per sempre nel suo ricordo. Mi è sembrato bello iniziare il mio omaggio a un talento istrionico della cultura e dello spettacolo italiano che è l’orgoglio di tutti noi. Gigi Proietti è morto proprio nel giorno in cui ha compiuto 80 anni. Da tempo soffriva di problemi cardiaci e ieri in un attimo si è aggravato ed è spirato in un ospedale di Roma dove era ricoverato da qualche giorno. Triste coincidenza di morte proprio con lo stesso giorno in cui nacque, così come è stato per Shakespeare. E chissà se questo non sia proprio un segno tangibile di grandiosità che fa parte di quegli uomini unici e irripetibili dal punto di vista professionale e umano. Gigi Proietti era nato a Roma e con questa città aveva costruito un rapporto indissolubile di amore eterno. Dopo avere iniziato ma non ultimati i suoi studi in Legge, si iscrisse quasi per caso al Centro Universitario Teatrale della Sapienza: “Non ho avuto maestri, non ho fatto l’accademia e non ho finito giurisprudenza all’università perché cantavo nei night club. Non avevo idea di cosa fosse il teatro – diceva Gigi Proietti – poi ho conosciuto Giancarlo Cobelli e da lui ho appreso la disciplina. Chi fa questo mestiere deve amare in modo sacro il proprio lavoro”. Questa frase mi ha fatto riflettere come i grandi maestri dello spettacolo riescano poi nel tempo a tramandare altruisticamente ciò che hanno appreso di un mondo che conosci piano piano e poi ti entra nell’anima. Così ha fatto Proietti quando a un certo punto della sua carriera ha deciso di creare un laboratorio di esercitazioni sceniche, ed essere scopritore di talenti al Teatro Brancaccio di Roma. “Come diceva Gassman (suo grande amico) ai giovani attori ho insegnato loro tutti i miei difetti”. Una delle tante frasi storiche di questo grande attore e regista italiano che ha saputo mettere da parte i riconoscimenti di una fulgida carriera, per far posto alla generosità che ha messo in evidenza sul palcoscenico e sulla vita di tutti i giorni. Voce roca e sguardo intelligente, perspicace, Gigi Proietti è stato scopritore di talenti come Gianfranco Jannuzzo, Flavio Insinna, Francesca Reggiani, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmuller, Paolo Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Tullio Solenghi, Gabriele Cirilli e tanti altri attori che ne hanno assorbito l’importanza di essere interpreti a tutto tondo, artisti eclettici capaci di commuovere, far ridere, ballare, cantare, intrattenere il pubblico dall’alto di quel palcoscenico che rappresenta la vita. Proprio come sapeva fare lui, il maestro Gigi Proietti, uomo dalle mille facce che passava con naturalezza da personaggi come un Mangiafuoco spaventoso nell’ultimo Pinocchio di Garrone e un Maresciallo Rocca rassicurante per milioni di spettatori italiani che lo hanno seguito sugli schermi di Rai1. Un artista aperto al mondo della cultura che definiva “Non alta o bassa ma buona o no. Io non contamino, cerco cose buone”. E di cose buone ne ha trovate tante nel mondo della cultura, tanto è vero che nella sua Roma orgogliosa di Villa Borghese ha deciso di costruire nel 2003 un Globe Theatre shakespeariano, proprio per commuovere il pubblico con la poesia e la tragedia del Bardo. Era, è, e sarà per sempre l’attore italiano che meglio di ogni altro ha incarnato i valori culturali in un mondo, quello dello spettacolo, che da sempre non ha mai avuto grandi aiuti economici e di incoraggiamento in fase di crescita da parte dello Stato. Una considerazione purtroppo sempre attuale che si ramifica fin dalla notte dei tempi, quasi inconsapevole dei grandi talenti come Gigi proietti che sono l’orgoglio di quell’Italia dello spettacolo e della cultura che il mondo ci invidia. Ciao Gigi, anche in questo sei stato grande. Sì, perché hai saputo andare avanti da solo, anteponendo l’amore per il teatro lo spettacolo e la cultura a ciò che oggettivamente si è presentato a te come difficoltà di proseguire nella strada della passione. Ecco, penso che questo sia il messaggio più importante che hai lasciato in eredità ai tanti talenti che hai scoperto nel cammino della tua vita.

Salvino Cavallaro

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