Intervento del Presidente Conte all’evento “Generazione Energia. Ecologia, Economia, Equità per un nuovo modello di progresso”


Professoressa Paoletti, buongiorno, buongiorno a tutti. La ringrazio, scusatemi per l’attesa, sono ore impegnative, eravamo a consulto con i nostri esperti per valutare insieme l’attuale curva epidemiologica, quindi l’evoluzione della situazione e anche valutare insieme gli scenari prossimi futuri.

Oggi, poi, come sapete, il venerdì c’è l’aggiornamento del sistema di monitoraggio, quindi avremo nel pomeriggio delle novità e chiaramente con gli altri Ministri competenti eravamo un attimo ad avere delle anticipazioni. Però non è questo evidentemente il tema dell’incontro, il tema dell’incontro è l’energia.

Io saluto ovviamente tutte le Autorità, i Ministri, ho visto Capigruppo del Movimento 5 Stelle, il Sottosegretario Fraccaro, che sono intervenuti prima di me, mi scuso anche per il fatto di non aver potuto ascoltare gli interventi precedenti che sicuramente sono stati interessanti.

Però questo tema è molto caro, è molto caro anche a me personalmente e rappresenta anche un tema cardine del programma di Governo, ebbi modo di annunciarlo già nel momento dell’insediamento, nel momento più solenne di formazione del Governo, quando si sfila davanti al Parlamento per chiedere la fiducia e ottenere la fiducia.

E il tema dell’energia è un tema anche molto caro al Movimento 5 Stelle: perché rappresenta tre delle “stelle” del Movimento: l’ambiente, i trasporti e l’innovazione, quindi coinvolge una gran parte di quelli che sono gli aspetti fondamentali, i fondamenti, diciamo, di questa forza politica.

Ma non stupisce anche che la ricerca di soluzioni sempre più innovative per ottenere energia accompagni un po’ la storia dell’umanità, la storia dell’uomo. Gli antichi greci, a cui facciamo risalire la parola ἐνέργεια, intendevano questo termine come “attività”.

E in ogni ambito della vita individuale, della vita sociale è associato al concetto di energia, una dinamica di movimento attivo, funzionale al raggiungimento ovviamente dei più disparati obiettivi.

E nella vita di tutti i giorni, l’energia è quella che sviluppiamo con l’attività lavorativa, sociale ma anche ricreativa. Questi ci permette di spostarci da un posto all’altro, di riscaldarci, di climatizzare gli ambienti di lavoro, nelle abitazioni, di mantenere quindi una condizione di vita confortevole.

È un fattore imprescindibile l’energia per qualsiasi sviluppo industriale, per qualsiasi prospettiva di attività evolutiva e produttiva.

La rivoluzione industriale iniziò con l’introduzione delle macchine a vapore di Watt, Newcomen, che trasformarono l’energia termica della combustione in energia meccanica e quindi di lì poi si avviò lo sviluppo industriale di cui oggi processiamo la quarta fase, se non addirittura una fase ulteriormente successiva.

Poi si svilupparono tantissime delle applicazioni industriali dell’energia elettrica, grazie anche al contributo di tanti scienziati italiani di elevatissimo valore, fra cui il “sommo elettricista” Galileo Ferraris.

Infine, nel secolo scorso, fecero la loro rivoluzionaria comparsa anche le fonti fossili del gas, del petrolio, con le opportunità di sviluppo che portarono con sé anche nel contesto del nostro Paese. Pensiamo anche al ruolo dell’Eni di Enrico Mattei, che ha recitato non solo nel nostro Paese ma anche a livello internazionale un ruolo molto importante per quanto riguarda ovviamente la produzione di energia e l’accompagnamento di quello che tutti ancora oggi definiamo come il miracolo economico italiano.

Questo paradigma, tuttavia, che è incentrato sul consumo di risorse fossili ha manifestato tutte le sue lacune, le sue contraddizioni e tutta la sua inadeguatezza. Continuare a produrre e consumare energia utilizzando fonti fossili sta generando i semi per la distruzione addirittura delle future attività, quindi non è più simbolo di progresso ma distruzione di future attività, rischia di mettere a repentaglio la vita stessa non tanto nostra, perché noi siamo la generazione che ancora può salvarsi, diciamo da questa distruzione, ma sicuramente comprometterebbe, ormai ne siamo sicuri, la vita delle prossime generazioni.

E per un patto intergenerazionale, perché noi abbiamo un senso, abbiamo la responsabilità, io richiamo sempre il principio del filosofo Hans Jonas, il principio responsabilità, dobbiamo affrontare quelle che sono le decisioni ci aspettano nell’oggi con lo sguardo anche al futuro e un futuro che non può riguardare soltanto noi stessi in una concezione egoistica ma anche la vita dei nostri figli, dei nostri nipoti.

Per cambiare definitivamente pagina abbiamo bisogno di un’azione coraggiosa e condivisa, a livello mondiale, perché non possiamo affrontare questi problemi soli in una dimensione nazionale, ma neppure europea. Dobbiamo coinvolgere tutto il Pianeta, tutti i Governi, a condividere questa decisione, affinché la domanda di energia si rivolga in misura sempre crescente alle nuove tecnologie rinnovabili.

Parafrasando una nota espressione dello storico ex Ministro del Petrolio saudita Ahmed Zaki Yamani, l’era del petrolio non finirà per mancanza di petrolio, così come l’età della pietra non finì per mancanza di pietre.

Per questo motivo, è responsabilità di ogni Governo del Pianeta intervenire per modificare sostanzialmente e anche rapidamente il modello di sviluppo basato sull’energia derivata da fonti fossili.

L’Unione europea si è data, come sapete, un obiettivo ambizioso, l’eliminazione delle emissioni nette di CO2 entro il 2050, si inquadra questo obiettivo anche nell’ambito di un progetto, di un indirizzo politico ben preciso, il Green Deal europeo.

Tuttavia, questo risultato non potrà essere raggiunto se non si realizzerà una trasformazione rapida e strutturale dei sistemi economici dei Paesi europei, basata su investimenti in infrastrutture e tecnologie orientati alla sostenibilità ambientale. Abbiamo avuto già varie discussioni importanti insieme al Consiglio europeo verso questa transizione.

C’è molta diffidenza e resistenza da parte di alcuni Paesi  perché molti hanno dei sistemi produttivi industriali costruiti sulle fonti fossili e quindi ritengono di non aver neppure la capacità per mutare, indirizzo, orientamento, e alimentazione a questi sistemi industriali così complessi e non avere anche le risorse economiche per orientarsi verso questa direzione, però ci siamo detti che in Europa dobbiamo essere ambiziosi, dobbiamo perseguire questo modello, dobbiamo sostenere i Paesi che hanno maggiori difficoltà ma nessuno deve mettere in discussione l’obiettivo, politico, economico, sociale ed ambientale che dobbiamo raggiungere.

Il nostro Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima per il 2030 prevede per l’Italia il raggiungimento di una quota del 30% delle Fonti Energetiche Rinnovabili rispetto ai consumi finali lordi di energia entro il 2030. Allo stesso tempo, dovremo ridurre del 43% le emissioni a effetto serra dei settori ETS e del 33% di quelli non ETS rispetto ai valori del 2005.

Per il nostro Paese, questo scenario rappresenta una sfida, una sfida complessa anche per noi, per il nostro Paese, che pure è un Paese che brilla anche nel contesto europeo per quanto riguarda le energie, l’utilizzo di energie rinnovabili, però è una sfida si, ma è anche una sfida che rappresenta a mio avviso un’opportunità di rilancio dell’intero sistema industriale e territoriale.

Le nuove tecnologie green possono essere sviluppate in aree marginali del Paese o da riqualificare. Grazie al nuovo bilancio pluriennale dell’Unione europea – e in particolare penso alle risorse del Just Transition Fund e del Recovery Fund – l’Italia potrà attivare processi capaci di creare occasioni di sviluppo per le imprese, oltre a stimolare la nascita di nuove aziende e la promozione di attività di ricerca, con il coinvolgimento di tantissime stakeholders delle comunità e delle istituzioni locali.

Le risorse del programma Next Generation EU ci consentono di rafforzare e rilanciare gli investimenti da programmare all’interno del nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che stiamo perfezionando in questi giorni.  E’ un piano che, in coerenza con gli indirizzi europei, ci consentirà di destinare a realizzare obiettivi di sostenibilità ambientale per almeno pensate il 37% dell’ammontare totale delle risorse che riusciremo ad ottenere dell’Unione Europea.

Del resto, l’agenda del Governo si è soffermata in più occasioni, ha promosso in più occasioni gli interventi green. Penso, ad esempio, alla rivoluzione del superbonus edilizio al 110% per l’efficientamento energetico, che è stato messo a punto dal Sottosegretario Fraccaro che ci ha lavorato molto, e all’adeguamento antisismico degli edifici privati che, grazie al meccanismo della cessione del credito, può questa iniziativa consentire di produrre un moltiplicatore degli sforzi di riduzione dei consumi energetici e, al contempo, favorire l’occupazione e della crescita.

E’ un meccanismo che abbiamo messo e elaborato con il Governo e che addirittura sta suscitando grande attenzione anche in altri Paesi europei che stanno studiando questo nostro meccanismo perché chiaramente con il meccanismo della cessione del credito abbiamo messo in atto e non solo stiamo perseguendo un obiettivo, come ho già detto, di tutela ambientale ed efficientamento, ma anche stiamo creando occupazione, stiamo rinnovando la filiera di tutte le ristrutturazioni edilizie e della crescita economica.

Ma allo stesso modo, anche il Piano Transizione 4.0, che abbiamo già potenziato con la legge di bilancio per il 2021, e che andremo ancor di più a potenziare con cospicue doti economiche e risorse finanziarie con il nostro Recovery Plan nazionale, ebbene questo Piano include un ampio spettro di incentivi per dare impulso alle transizioni gemelle – verde e digitale – e costituirà perciò uno dei pilastri degli indirizzi politici attuativi che il Governo perseguirà nei prossimi anni e vi posso assicurare che una volta operate queste scelte con questo Governo anche i governi che verranno dopo si ritroveranno ad attuare scelte politiche ormai in fase esecutiva e dovranno perseguire queste linee, sarà difficile rimettere in discussione queste scelte strategiche che stiamo operando adesso.

Vorrei anche ricordare come il processo di digitalizzazione e quello di riconversione del sistema produttivo siano necessariamente collegati tra loro.

Gran parte di quelle che vengono definite come “tecnologie 4.0”, infatti, hanno l’obiettivo di rendere i processi produttivi più efficienti, anche dal punto di vista energetico.

Per tale ragione, con la manovra economica recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri e ora al vaglio del Parlamento, abbiamo innalzato, dal 10% al 15%, l’aliquota relativa al credito d’imposta per gli investimenti green e digitali, elevando anche il massimale di investimento fino a 2 milioni di euro.

Avviandomi a conclusione, non posso che proiettare lo sguardo al futuro, alle generazioni dei giovani, che sono i più sensibili, anche i più responsabili, rispetto ai temi del clima e della sostenibilità.

Penso ai ragazzi di Fridays For Future Italia che abbiamo ascoltato lo scorso giugno agli Stati Generali sul tema della transizione ecologica, e all’agenda ambiziosa che essi ci invitano a perseguire sin da subito, per arrivare quanto più rapidamente possibile alla neutralità climatica e combattere gli effetti nefasti del cambiamento climatico.

Penso anche alle iniziative che, col Ministro Costa, abbiamo messo insieme e varato. Nell’ambito della COP-26, nel nuovo anno avremo questa responsabilità, condivideremo con il Regno Unito di organizzare l’evento più importante in ambito climatico delle Nazioni Unite. A Milano ci sarà un evento dedicato proprio ai giovani “Youth for climate”. Ancora, vorrei ricordare che il 1 dicembre inizia l’anno della Presidenza italiana del G20: potete essere tranquilli, con la Presidenza italiana il tema dei cambiamenti climatici, della tutela ambientale, della protezione della biodiversità, dello sviluppo sostenibile, saranno temi centrali su cui tutti i leader mondiali dovranno riflettere.

Per tutti questi motivi posso dire che questo Governo ha nel DNA un progetto di tutela dell’ambiente, di promozione della biodiversità, di protezione delle fonti rinnovabili e comunque dell’abbandono dell’energia alimentata da combustibili e fonti fossili. È un Governo che contribuirà anche in tutti i forum internazionali ad esprimere una leadership in questo campo. Non lavoreremo solo per noi ma lavoreremo e stiamo già lavorando per sensibilizzare tutti e perché la stessa Unione europea possa a livello mondiale esprimere una leadership in questo campo. Io lo ripeto spesso ai miei colleghi europei, la “vecchia Europa” ha perso un po’ di smalto anche dal punto di vista geopolitico nel contesto internazionale.

Ci sono tanti player globali che ovviamente, in ragione dell’innovazione tecnologica, della grande crescita economica, hanno assunto una grande importanza. L’Europa ha espresso storicamente un fattore di promozione per quanto riguarda lo sviluppo economico, lo sviluppo sociale, la tutela dei diritti fondamentali. Continueremo a recitare questo ruolo ma oggi se l’Unione europea vuole recitare un ruolo globale, è quello di una leadership nel campo della tutela ambientale, nella lotta ai cambiamenti climatici, nella protezione della biodiversità, nella promozione dello sviluppo sostenibile.

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