Natale in rosso, ma non lasciamoci rubare la speranza


 

Già, chissà quanti di noi dopo cadute, rialzate, ricadute e lunghi momenti di sconforto, si lasciano andare alla deriva dei sentimenti, del non credere più in nulla, soprattutto in questo periodo dell’anno tanto atteso in cui il calore della famiglia e degli affetti più cari si elevano al massimo livello. Ma questo Natale sarà diverso, inutile nascondercelo per tirarci su di morale e non lasciarci impossessare da quella malinconia che serpeggia in noi come subdola e indesiderata ospite. E facciamo finta che questo ospite non possiamo invitarlo al nostro pranzo di Natale perché non lo permette il DPCM. Sì, questa malinconica tristezza non può varcare l’uscio delle nostre case, è pericolosa di contagio e non basta nemmeno tenerla a distanza perché si moltiplica, attacca, invade, proprio come questo virus che tutto ha raso al suolo rendendolo arido. E mentre il nostro sguardo si posa sul presepe che abbiamo preparato per darci calore e riporre sguardi di preghiera a quel bimbo Gesù cui affidiamo tutta la nostra speranza, reagiamo con il pretesto di sforzarci a capire che questo momento finirà, deve finire per il bene dell’umanità, per la vita che è il bene più prezioso e insostituibile che abbiamo. Natale passerà, passerà anche il giorno 1 del nuovo anno 2021 e l’Epifania che tutte le feste porta via. Tutto passa, anche la tristezza di annullare i nostri abbracci, il calore dei baci che trasmettiamo solo attraverso lo sguardo quando questo si incrocia con chi vogliamo bene. Ma la speranza che tutto finirà deve essere sempre più forte di tutto, anche dell’innominabile nemico che uccide i corpi ma non l’anima, quella fa parte di noi e di quella speranza che non ci lasceremo rubare. Per niente al mondo! Il rosso di questo interminabile tempo finirà e farà posto all’azzurro. Azzurro come il cielo, come il mare, come quando entrambi sono limpidi e si abbracciano all’orizzonte e diventano unica materia di vita. Così come torneremo a fare noi che della vita siamo innamorati.

Salvino Cavallaro       

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